Incontri di Meier: dipinto artistico
di Jim Nichols.
| I CONTATTI
· Meier ebbe la sua prima esperienza all’età di cinque anni, il 2 giugno 1942, quando
osservò, in compagnia di suo padre, un enorme disco metallico sopra la fattoria dei
genitori, a Bulach: ne avrebbe dato notizia, per la prima volta, lui stesso in una
rivistina ufologica pubblicata nel lontano 1956. Curiosamente, Meier riferì
l’affermazione del padre secondo cui si sarebbe trattata “dell’ultima arma segreta di
Hitler”, cosa molto strana, visto che all’epoca (1942) l’argomento non era ancora
conosciuto e certamente non diffuso dalla propaganda nazista. Nel novembre di quello
stesso anno sarebbe stato invitato da un “uomo vecchissimo” a fare un giro su una
navicella a forma di pera [Lorenzen, 1979] [Stevens, 1977] [Meier, 1988]: da allora,
comunque, incominciò ad avere dei contatti telepatici con un essere di nome Sfath.
Nell’estate del 1944 ebbe un nuovo incontro fisico con tale essere, recandosi a bordo
della sua astronave, su cui trascorse alcune ore a circa settanta chilometri di altezza. Il
3 Febbraio 1953 questo contatto cessò per sempre e venne sostituito da Asket,
proveniente dall’universo DAL (un universo parallelo e gemello al nostro,
quest’ultimo chiamato, invece, DERN). Da allora sarebbe rimasto in contatto regolare
con gli extraterrestri, del tutto simili a noi in quanto entrambi abbiamo i medesimi
antenati, con incontri ad undici anni di distanza l’uno dall’altro. In contraddizione
aperta con quanto sopra, nel primo libro di GENESIS III [GENESIS, 1979] si afferma
che Meier non era appassionato di Ufo e che la sua prima esperienza sarebbe stata
quella del 28 gennaio 1975.
· Nel 1959 (secondo un’altra fonte nel 1955 [Stevens, 1989]) la prima foto: in bianco e
nero, scattata sopra l’aeroporto di Zurigo in un tardo pomeriggio. Ritraeva cinque
oggetti ovoidali luminosi e sarebbe stata effettuata in presenza di altri testimoni
[Lorenzen, 1979].
· Asket ordinò a Meier di recarsi in oriente e là gli permise di fotografare la sua nave
spaziale, vicino a Merhuali, in India: nella fotografia, una delle meno nitide tra quelle
presentate da Meier, appare un oggetto discoidale con una piccola cupola nella parte
superior [Noguez, 1994].
· Sempre a Merhuali, nel 1964, fotografò altri otto oggetti ovoidali. Ma non è finita: il
quotidiano “Statesman” del 30 Settembre di quello stesso anno annunciò che “l’uomo
dei dischi volanti se ne va da New Dehli”. Nell’articolo si riferiva che lo svizzero
Eduard Meier affermava di avere visitato tre diversi pianeti a bordo di navi spaziali
che aveva ripetutamente osservato e fotografato. L’autore dell’articolo riportava che
durante l’intervista con Meier quest’ultimo esibì un album contenente un’ottantina di
fotografie (anche se dichiarò di averne a disposizione più di quattrocento !), alcune
delle quali venivano descritte minuziosamente. Qualche tempo dopo l’intervista,
Meier fu espulso dal paese con l’accusa di vagabondaggio e per avere truffato degli
incauti vendendo loro delle foto truccate di UFO, costruite con dei modelli. Sulla via
del ritorno, in Turchia, ebbe un incidente stradale a bordo di un autobus, a causa del
quale gli fu amputato un braccio [Noguez, 1994 ].
· Il 28 Gennaio 1975 Meier avrebbe avuto il suo primo incontro con Semjase e da lì
sarebbe partita una lunga sequela di incontri ed una ancora più nutrita serie di
fotografie, presentate a testimonianza delle sue dichiarazioni. Semjase aveva 344 anni
ed il 5/12/1977 ebbe un incidente quasi mortale proprio a Hinterschmidruti: fu portata
subito sul pianeta Erra per le cure mediche del caso ed il successivo periodo di
riabilitazione. Tornò sulla Terra nel maggio 1978 ed ebbe contatti con Meier fino al
26/3/1981: da quella data e fino alla fine di Gennaio 1984 fu assente dal nostro
pianeta a causa di altri impegni. Il 3/2/1984, giorno del compleanno di Billy, fu la data
dell’ultimo incontro con Meier. Le conseguenze dell’incidente del 1977 produssero un
collasso celebrale a Semjase nel Novembre di quello stesso anno, ragion per cui
sarebbe stata portata da Asket, nell’universo DAL, dove fu curata. Suo padre, Ptaah
disse che sarebbero stati necessari settanta anni affinchè potesse recuperare i suoi
pieni poteri mentali, trascorrendo tale periodo nell’universo DAL: ciò avrebbe
precluso qualsiasi forma di comunicazione con Meier, anche per via telepatica.
· Secondo Randolph Winters i contatti di Meier sarebbero terminati già nel 1978, dopo
avere avuto una cadenza settimanale, ma i contatti si sarebbero sviluppati ben oltre
tale data, fino ai giorni nostri, in forma telepatica. Si parla di un totale di oltre 250
contatti [C.S.G., 1996], ma non è chiaro se tale cifra include anche quelli telepatici:
dal 1989 avrebbe almeno quattro contatti all’anno con Ptaah, uno dei capi supremi
Pleiadiani. Un’altra fonte riferisce che tra il 28 Gennaio 1975 ed il 18 Agosto 1991
avrebbe avuto oltre settecento contatti, che sarebbero ulteriormente progrediti oltre
tale data.
· Dal 1981 Meier non avrebbe più scattato alcuna foto. I suoi contatti avrebbero
generato più di 1.800 pagine di “Note sui Contatti” [Winters, 1996], che, però, erano
ben 10.000 solo due anni prima [Winters, 1992], scritte direttamente da Meier sulla
propria macchina da scrivere subito dopo essere tornato dagli incontri con i suoi amici
Pleiadiani. I temi principali di tali note sono la vita su altri mondi, la storia dell’uomo,
la scienza dello spazio e dei viaggi nel tempo, la spiritualità ed altro ancora.
· Semjase, l’essere “pleiadiano” in contatto con Meier a partire dal 1975, sarebbe
morta in un incidente occorso in un altro sistema solare [Stevens, 1989].
· Nel Febbraio 1995 i Pleiadiani hanno lasciato il nostro pianeta, in particolare la loro
base sotterranea in Svizzera attiva fin dalla fine del 1600, e sono tornati sul loro, Erra,
situato nel sistema di Taygeta. In tale occcasione avrebbero rivelato di non essere
Pleiadiani, ma Pleiarani, da Plejos, il loro più importante condottiero. In ogni caso
avrebbero aiutato Meier a smascherare tutti quegli individui che hanno dichiarato,
fraudolentemente, di essere in contatto con loro, sia in forma fiquegli individui che hanno dichiarato,
fraudolentemente, di essere in contatto con loro, sia in forma fisica che spirituale.
Nuovi contatti sono però ancora in corso da parte di un tale “Adrian”, che vive in
Florida e che avrebbe incominciato ad avere contatti con un diverso gruppo di
Pleidiani, indipendentemente da Meier, fin dal 1974 [Winters, 1996]. Chiaramente,
questo nuovo personaggio ha presentato una cinquantina di foto a supporto delle sue
storie, tutte ritraenti oggetti apparentemente metallici molto simili a quelli di Meier. Il
caso è “sponsorizzato” da Randolph Winters, ma viene ritenuto un falso anche dalla
maggior parte dei seguaci di Meier (problemi di “concorrenza” ?).
LE DICHIARAZIONI PIU’ INCREDIBILI
· Nel giustificare il perchè del fatto che solo Meier e non altre persone fossero in
grado di vedere le astronavi, Semjase avrebbe spiegato a Meier medesimo che “loro”
possono rendere visibili le loro navi anche in settori di osservazione molto stretti, in
modo che tutti gli altri non siano in grado di percepirli [Deardorff, 1985].
· Il 6 Luglio 1977 Meier ebbe un contatto nei pressi della sua fattoria ed in quella
occasione provò una “pistola a raggi” con la quale produsse un buco di circa
venticinque centimetri di diametro nel tronco di un albero di mele [Deardorff, 1985].
· Il 18 Marzo 1978 Meier fece un viaggio nel tempo, nel futuro, andando a vedere le
rovine di una San Francisco distrutta da un terribile terremoto. Scattò una foto di
quanto vide, ma la stessa appare stranamente uguale ad un dipinto (che ritrae la
medesima situazione) apparso sulla rivista GEO nel numero di settembre 1977
[Deardorff, 1985]. A fronte di questa palese contraffazione, Meier affermò che i
Pleiadiani avevano inserito nella mente dell’artista di GEO una immagine reale del
futuro che ci aspetta, proprio quella che lui era riuscito a fotografare. La cosa era,
ovviamente, così assurda che lo stesso Meier riferì successivamente che la foto era
misteriosamente sparita [Korff, 1995].
· Una forma di polmonite di Meier sarebbe stata parzialmente curata dagli
extraterrestri durante uno dei suoi contatti, mentre in un altro caso alcune costole rotte
sarebbero state guarite da una macchina presente sull’astronave di Semjease
[Deardorff, 1985].
· Meier avrebbe incontrato Gesù Cristo, il quale lo avrebbe nominato suo tredicesimo
apostolo in considerazione della sua intelligenza e delle sue qualità spirituali. Non
solo: secondo il contattista ed i suoi seguaci, Gesù Cristo e Meier avrebbero molte
cose in comune, tra cui anche la data di nascita. Sì, perchè Gesù sarebbe nato, in
realtà, il 3 Febbraio, proprio come Meier. Visto che non è possibile provare la data
esatta della nascita di Gesù, tutto diventa possibile ! Non solo: secondo le
affermazioni più recenti dei suoi più accessi sostenitori, lui stesso è la reincarnazione
di Gesù Cristo.
· L’affermazione che gli extraterrestri di Meier provengano dalle Pleiadi appare un
poco strana, tenendo conto che si tratta di un ammasso stellare molto giovane, di
appena qualche decina di milioni di anni di “anzianità” e, quindi, non ancora in grado
di aver formato dei pianeti ed una relativa forma di civiltà avanzata.
· Talmud Immanuel è il nome della “Bibbia” di Meier, da lui presentata come l’ultimo
vero testamento di Gesù Cristo, scritto dopo la sua crocifissione. Secondo il
contattista, Gesù Cristo non sarebbe figlio di Dio, ma in realtà un pleiadiano, che
sarebbe sopravvissuto alla crocifissione e, quindi, recatosi in India, dove sarebbe
successivamente morto. In quest’ottica la Vergine Maria sarebbe stata ingravidata
dall’arcangelo Gabriele, alias un altro pleiadiano mandato dal “capo” Plejos.
Quest’ultimo voleva che Gesù diventasse il profeta in grado di proseguire i suoi
insegnamenti all’umanità, così che lui potesse tornare nella sua casa natale nelle
Pleiadi, a trascorrere i suoi ultimi anni. Di quest’opera è disponibile solo un testo in
tedesco, dalla struttura stilistica spesso identica a quella dei messaggi di Semjase
scritti dallo stesso Meier e contenente i medesimi errori di tedesco fatti da Meier, che
lo svizzero dice di avere ricevuto nei primi anni settanta da un prete cattolico di nome
“Rashid” che viveva a Baghdad e che sarebbe stato condotto, nel 1963, dai Pleiadiani
in una località dove l’opera era rimasta sepolta per 2000 anni. Il prete avrebbe
tradotto il testo dall’aramaico e quindi lo avrebbe mandato a Meier, perchè sapeva
che era stato scelto dai Pleiadiani per divulgare i loro messaggi all’umanità, in modo
da aiutarla nella sua evoluzione spirituale. Secondo Deardorff [Deardorff, 1996a] la
Talmud Jimmauel (non Immanuel !) sarebbe stata trovata direttamente da Rashid e da
Meier nel 1963 sotto forma di antichi rotoli in aramaico, racchiusi nella resina. Rashid
sarebbe stato assassinato a Baghdad nel 1976, peraltro dopo varie vicissitudini. Al di
là di problemi di collocazione e congruità temporale dei fatti, secondo Korff e molti
altri, il Talmud Jmmanuel è un falso preparato da Meier medesimo [Korff, 1995]. Un
altro indizio più che evidente: il testo che sarebbe tradotto da “Rashid” ed i resoconti
dei contatti con Semjase sarebbero stati prodotti con la medesima macchina da
scrivere, mentre interi passaggi sarebbero stati abbelliti o tratti direttamente da una
normale versione luterana della Bibbia [Arends, 1976]. Sempre Deardorff ha
affermato che c’è un completo ostracismo verso questo testo, in quanto in esso si dice
che il Dio ebraico non era il vero Dio creatore, ma un essere proveniente dallo spazio
[Deardorff, 1996a].
· Meier sarebbe stato scelto dai Pleiadiani per essere il profeta della “New Age”
(nuova era) e guidare l’umanità verso l’anno 2000 ed oltre, salvandola e dirigendola
verso un’esistenza spirituale più elevata. Molte sono le sue predizioni per il futuro,
certamente non roseo, in quanto caratterizzato da disastri naturali, cambiamenti politici
ed addirittura un regno di terrore lungo ventisette anni da parte di un Anticristo che si
dichiarerà superiore a Dio.
· Meier in una occasione avrebbe viaggiato nello spazio in compagnia di Semjase per
un periodo di cinque giorni. Visitò Venere e Mercurio, osservando quindi
personalmente il rendez-vous tra l’Apollo 18 e la capsula sovietica Soyuz, il 17
Luglio 1975. In seguitò si recò su un’astronave madre pleiadiana, dove incontro Ptaah,
padre di Semjase. Da qui andò alle Pleiadi ed all’universo DAL, visitando nuovi
mondi e forme di vita aliena in vari stati di evoluzione. A testimonianza di questo
incredibile viaggio Meier presentò una serie di foto, a suo dire prese dagli oblò
dell’astronave su cui si trovava o inquadrando uno schermo televisivo piatto a colori.
La maggior parte di queste foto sono rimaste inedite, in quanto sono state censurate
dagli stessi sostenitori di Meier: l’assurdità del racconto e la palese natura delle foto
stesse li ha indotti a tenerle in disparte per non rendere eccessivamente incredibile
l’intera storia.
· Secondo Meier i cosiddetti “rapimenti alieni” sono veri e sono eseguiti dagli
antropologi pleiadiani a fini di studio scientifici, anche se alcuni rapiti sarebbero
morti durante tali esperimenti. Il contattista sviztudio scientifici, anche se alcuni rapiti sarebbero
morti durante tali esperimenti. Il contattista svizzero ha mostrato una grande flessibilità
ed abilità nel conformarsi ed adattare a suo vantaggio argomenti di attualità
nell’ambito ufologico, come appunto i rapimenti o i famosissimi “cerchi nel grano”
inglesi.
LE FOTO
· Meier avrebbe prodotto la bellezza di 1.058 fotografie (oltre 1.200 secondo
R.Winters, che, in un’altra occasione, parla di “1.300” [Winters, 1992]), tutte raccolte
in un catalogo “ufficiale” (Verzeichnis) venduto dal “Semjase Silver Star Center” ai
visitatori dello stesso. I libri di GENESIS III hanno pubblicato solo una parte di esse,
mentre quelle troppo dubbie o non sufficientemente buone sono state accuratamente
scartate. Una certa parte delle foto di Meier sono di cattiva qualità e su di esse non è
possibile svolgere alcun tipo di analisi fotografica. Lo studioso americano Kal Korff
durante la sua visita sotto altro nome al Semjase Silver Star Center di Meier ne
acquistò 186, le migliori in termini di qualità e facenti parte di sequenze omogenee,
alla “modica” cifra di 1.056 franchi svizzeri. Meier avrebbe girato anche dodici
diversi filmati.
· Colman von Keviczky, un maggiore in pensione di origine ungherese, che lavorava
come fotografo al dipartimento audio-visuale dell’ONU a New York e conosciuto
come un acceso fautore dell’origine extraterrestre degli UFO, analizzò le foto di Meier
dichiarando che si trattava di modelli di circa sessanta centimetri sospesi ad un filo. In
particolare, nelle foto più conosciute, quelle con la presenza di alberi, disse che erano
stati usati dei modelli di piccole dimensioni posti vicino ad alberelli od a modelli di
alberi [Fernandez, 1992].
· K.Korff [Korff, 1981] ha fatto notare come molte foto mostrano oggetti a distanza e
generalmente fuori fuoco. I sostenitori di Meier hanno dichiarato che la macchina
fotografica era sempre settata sull’infinito e solo occasionalmente si agì sul fuoco
manuale: curioso il fatto che le impostazioni di questa macchina non siano mai state
toccate in tutti i contatti di Meier. In considerazione delle caratteristiche di profondità
di campo di tutte le macchine fotografiche, ancora secondo Korff, tutti gli oggetti posti
a meno di 1,7-2 metri da chi scatta la foto appariranno confusi e fuori fuoco, con il
livello di sfocatura che aumenterà proporzionalmente alla vicinanza dell’oggetto alla
camera. Al contrario, altre foto presentavano oggetti ben a fuoco, mentre il paesaggio
circostante non lo era affatto: in questo caso è chiaro che si trattava di un modello
molto vicino all’obiettivo.
· Come ha fatto notare George Eberhart del CUFOS [Eberhart, 1987], la presenza di
“esperti” che avvallano le fotografie di Meier è quasi una costante in casi di questo
genere: anche nel 1960 altri esperti dichiararono la genuinità delle foto del famoso
contattista George Adamski !
· Bruce Maccabee, personaggio che non può essere certo tacciato di scetticismo ad
oltranza, nell’analizzare alcuni dei filmati di Meier e, in particolare, uno del
febbraio/marzo 1975 in cui un disco volante svolazza di fronte ad un albero (posto tra
Meier ed una fattoria in lontananza) ha rimarcato il fatto che la cinepresa rimaneva
sempre fissa, mentre l’oggetto si muoveva avanti ed indietro nel suo campo visivo.
Maccabee rimarcò come il movimento dell’oggetto risultasse assolutamente
compatibile con quello di un modello sospeso ad un filo e fatto oscillare come un
pendolo [Maccabee, 1989]. Da notare che l’albero, in realtà, non esisteva in quella
posizione, come è stato chiaramente dimostrato dalle riprese di una troupe televisiva
giapponese nel 1979 e come testimoniato dal proprietario del terreno. Per giustificare
questa palese contraddizione, Meier ed il suo entourage avrebbero portato una
giustificazioni tanto assurda quanto divertente: l’albero sarebbe stato “ucciso”
dall’astronave e quindi rimosso e trasportato indietro nel tempo (o in un’altra
dimensione) dai Pleiadiani !
· GENESIS III ha affermato di avere fatto eseguire le proprie analisi fotografiche con
strumenti molto più sofisticati e costosi di quelli del GSW. La conclusione è stata che
non sarebbe possibile riprodurre foto e filmati di Meier senza un team di specialisti e
parecchie decine di migliaia di dollari. [Kinder, 1989]. Tutti i sostenitori di Meier
hanno sempre affermato che le foto sono state sottoposte a ripetute analisi da parte di
“esperti” e mai trovate contraffatte. Per esempio, J.Deardorff ha ribadito che non vi è
“... nessun segno di falsificazione, nessun segno di complicità, nè mezzi meccanici o
finanziari occulti a disposizione di Meier (per la produzione delle fotografie - NdA)”.
In realtà come si è scoperto e come viene anche rimarcato più avanti, solo in alcuni
casi sono state effettuate delle analisi e, per di più, su pochissime foto, ma i risultati
sono stati presentati in modo completamente fuorviante ed interessato, se non, in taluni
casi, palesemente falso. Sintomatico, a questo proposito, l’episodio della società
californiana De Anza Systems, le cui pretese “analisi” (in realtà mai effettuate)
vennero pubblicate con enfasi sul primo libro di Stevens (e quindi conosciute anche in
Italia, grazie alla traduzione delle stesso). Non solo nello stesso libro sono presentati
dati totalmente falsi, come la foto dell’analisi della grana fotografica tramite
microdensitometro: come si può vedere a pagina 52 del libro [GENESIS III, 1979], le
linee bianche del grafico sono state disegnate e sovraimpresse alla fotografia molto
chiaramente, tanto che le stesse escono dal bordo dello schermo ! Un altro esempio: a
pagina 53 è riportata una fotografia che sarebbe stata sottoposta ad un termogramma a
basse frequenze, in cui si evince il fatto che i valori della luce al suolo si riflettono
sulla base dell’UFO. Bene, Ken Dinwiddie, il tecnico della De Anza Systems che
acquisì le foto nel computer su richiesta di GENESIS III, ha dichiarato che ha inserito
lui, digitalmente, quell’effetto di riflessione su richiesta specifica di Jim Dilettoso !
· Dei modelli di dischi, praticamente identici ad alcuni tipi di quelli fotografati da
Meier sarebbero stati trovati nel suo granaio e fotografati a loro volta [Noguez, 1994]:
un altro modello sarebbe stato trovato nel granaio di un collaboratore di Meier, Hans
Jacob (poi “dissociato”: nel 1991, la sua famiglia, che lo aveva perso qualche anno
prima, aiutò Kal Korff a reperire una considerevole quantità di informazioni e di
materiale inedito), mentre l’ufologo inglese Tim Good avrebbe personalmente visto un
modello uguale a quello dell’”astronave Tipo-1” presentata nel primo libro di
GENESIS III. Sono state altresì ritrovate, come riferito dallo svizzero Martin Sorge,
fotografie e negativi parzialmente bruciati che ritraevano modellini delle medesime
astronavi fotografate da Meier [Maccabee, 1989a], come peraltro riferito anche dalla
nota ufologa svizzera Lou Zinstagg [Lorenzen, 1979]. Nel caso di Sorge fu addirittura
la moglie di Meier a fornirglieli, probabilmente in quanto fortemente adirata con il
marito che l’aveva trattata molto male in precedenza [Carballal, 1991]: Meier si
difese dalle accuse di avere usato dei modelli per le proprie foto dicendo che aveva
effettivamente scolpito nel legno uno o più modellini solo per ricordarsi il modo in cui
erano fatte le astronavlpito nel legno uno o più modellini solo per ricordarsi il modo in cui
erano fatte le astronavi, facendo poi delle fotografie per immortararli. La moglie disse
però a Sorge, che ne aveva conquistato la fiducia, che Billy effettivamente usava dei
modelli per realizzare le immagini. Lo stesso Sorge disse di ritenere che Meier non
avesse avuto alcun viaggio spaziale o contatto con Semjase, ma che fosse altresì
capace di lanciarsi in un mondo immaginario e di avere esperienze oniriche,
falsificando poi le “prove” affinchè la gente potesse capire queste sue esperienze.
Alcuni supporters del contattista hanno affermato che sarebbero stati gli stessi alieni a
creare e mettere tali modelli in quel posto, nell’ambito di un loro non ben precisato
intento di rendere l’intero contatto non totalmente credibile [Deardorff, 1996]: non
solo, essi stessi avrebbero fatto in modo che il famoso filmato di Meier del disco
volante che circola attorno all’albero risultasse particolarmente dubbio (facendo
muovere l’astronave in un modo particolare) proprio per far sì che le storie del
contattista risultassero meno credibili a persone sue nemiche, in modo da
“proteggerlo” indirettamente. Per tenere viva la linea di contraddizioni reciproche che
caratterizza buona parte del mondo pro-Meier, R.Winters ha invece affermato che
sarebbero stati i servizi segreti tedeschi a collocare il modello nel “garage” di Meier,
perchè preoccupati dalle sue rivelazioni [Winters, 1992].
· Kal Korff nel suo libro ha presentato una dettagliata serie di analisi fotografiche
condotte su una certa quantità di foto di Meier, tutte di ottima qualità (superiore,
addirittura, a quella disponibile a suo tempo a GENESIS III), provenienti dalla
collezione privata di un ex-amico di Meier, Hans Jacob. Le analisi sono state eseguite
con diversi sistemi computerizzati e possono essere facilmente riprodotte da chiunque
dotato di un minimo di attrezzature e di competenze. Tutte le foto sono state
smascherate come falsi prodotti con diverse tecniche. Ad esempio, si è fatto uso di
modellini collocati vicino alla macchina fotografica, come nei casi fotografici del
28/1/1975, 27/2/1975 e 29/3/1976: in quest’ultima l’oggetto è chiaramente stato
evidenziato come essere davanti all’albero presso cui è stato ripreso. In altri casi si è
fatto ricorso a doppie esposizioni (es.: 20/4/1975) od a modellini sospesi a dei fili
(es.: 8/3/1976), la cui presenza è stata rilevata tramite tecniche di elaborazione
d’immagine. Per esempio, nel caso del 14/4/1976, in cui c’è una foto che mostra anche
un caccia “Mirage” in lontanza (e spacciato come in procinto di attaccare l’UFO), si è
trattato di un modello posizionato in modo tale da potere essere ripreso con l’aereo
che sorvolava la zona. La famosa serie di dieci foto di Fuchsbuel (quella del classico
disco volante che passa attorno ad un albero) è falsa. Dalla loro analisi emergono
sicuri elementi per emettere tale giudizio: per esempio, l’albero (quasi sicuramente in
miniatura) appare sempre nella stessa posizione e prospettiva, mentre attorno a sè il
paesaggio cambia più volte di prospettiva. I proprietari del terreno, la famiglia Wyss,
hanno negato che sia mai esistito alcun albero in quella posizione. Inoltre, la foto
numero 27 del catalogo ufficiale di Meier, scattata nel febbraio precedente e presa
praticamente dallo stesso punto, non mostra alcun albero [Korff, 1995]. Come già
riportato, la spiegazione di questa mancanza dell’albero da parte dei sostenitori di
Meier fu quasi più assurda della stessa presenza di contatti extratterestri: l’albero
sarebbe stato portato in un’altra dimensione dagli stessi Pleiadiani, in quanto sarebbe
stato danneggiato irreparabilmente dalle “radiazioni” emesse dalla stessa astronava
pleiadiana.
· Le foto presentate da Meier a supporto del suo viaggio nello spazio sono state
facilmente smascherate, anche se sono tutt’ora poco conosciute. Le foto del pianeta
Venere, prese dall’astronave pleiadiana, sono le stesse scattate dalla sonda Mariner
10 nel febbraio 1974: in ogni caso, sarebbe stato impossibile ottenere quelle immagini
dell’atmosfera di Venere senza gli speciali filtri di cui era dotata la sonda americana.
Anche l’aggancio in orbita tra Apollo e Soyuz sarebbe stato immortalato,
riprendendolo da un monitor piatto ed a altissima definizione, collocato all’interno
dell’astronave di Semjase, ma la foto risultante è fuori fuoco e con i colori
decisamente di cattiva qualità. In realtà, l’immagine è relativa ad una animazione
ripresa da un normale televisore a colori con schermo curvo (come si può ben
evincere dalla foto stessa). Inoltre i pannelli solari della Soyuz sono, nella foto di
Meier, un po’ piegati, proprio come nell’animazione: al contrario, nella realtà erano
perfettamente spiegati, come è possibile constatare dalle fotografie riprese dalla stessa
Apollo 18. Dopo aver visto l’aggancio Apollo/Soyuz, Meier sarebbe stato portato a
bordo di un’astronave madre pleiadiana, lunga circa 18 chilometri e contenente
143.000 individui: secondo W.C.Stevens, nella foto la nave appare in orbita attorno ad
uno “strano pianeta” [Stevens, 1983]. In realtà l’immagine è tratta da un’animazione
della NASA che presenta la sonda Pioneer 10 attorno al pianeta Giove [Korff, 1995].
· Uno dei pianeti visitati da Meier nel corso del suo viaggio fu Neber, distante 1,2 anni
luce da noi: lì vide piramidi, dinosauri e uomini delle caverne, che ebbe occasione di
fotografare. Le foto dei dinosauri mostrano solo delle sagome nere e sono tutte
completamente fuori fuoco, strano per una fotocamera settata all’infinito e con soggetti
posti ad oltre venti metri di distanza: per esempio, la stessa scena è ripresa a distanze
diverse, ma il livello di sfocatura è il medesimo). Ovviamente non è possibile dire che
non si tratti di dinosauri per il semplice fatto che non esistono confronti possibili, ma
l’artificio è veramente palese. Le due foto dell’uomo delle caverne ripreso da Meier
sono altrettanto banali: sono molto fuori fuoco e sono state chiaramente riprese da uno
schermo curvo, visibile nella parte inferiore destra delle foto stesse [Korff, 1995].
· Meier afferma di avere fotografato la Nebulosa del Cavallo, quando passò a
“qualche migliaio di chilometri di distanza”. La foto è fuori fuoco, cosa impossibile
per una fotocamera configurata sull’infinito ! In ogni caso, la sua affermazione è
un’assurdità: la nebulosa è vasta e profonda parecchi anni-luce, quindi Meier avrebbe
dovuto trovarsi al suo interno. In realtà si tratta di un’immagine ripresa da un
telescopio e riprodotta su uno schermo televisivo: la curvatura è chiaramente visibile
nella foto [Korff, 1995].
· Tra le fotografie più assurde c’è quella del cosiddetto “Occhio di Dio”, che Meier
afferma di aver scattato durante il suo viaggio spaziale: in realtà si tratta di una foto
fuori fuoco della Nebulosa dell’Anello ripresa da un grande telescopio. I sostenitori di
Meier negano che egli abbia mai visto o fotografato tale “occhio”, ma foto e relativa
didascalia esplicativa sono presenti nel raccoglitore delle foto di Meier posseduto dal
defunto amico del contattista, Hans Jacob [Korff, 1995]. Meier ha inoltre dichiarato di
avere visto, mentre era in orbita attorno alla Terra, parecchie astronavi extraterrestri
provenienti da diversi pianeti della galassia, riuscendo a scattare tre foto. Nella parte
inferiore di almeno una di esse si vede chiaramente, per&ogcattare tre foto. Nella parte
inferiore di almeno una di esse si vede chiaramente, però, il riflesso di una finestra e
di un albero: appare evidente, quindi, che la foto non è stata scattata nello spazio, ma
in una stanza, riprendendo l’immagine riprodotta da uno schermo televisivo.
· Mentre Meier si trovava a bordo dell’astronave di Semjase chiese di fare una “foto
ricordo” con le astronaute con cui stava conversando: la stess Semjase, Nera e Asket.
Le foto risultanti, una volta sottoposta ad un’analisi, si dimostrarono essere state
riprese da uno schermo televisivo. Tutte erano fuori fuoco, ma con una particolare
stranezza: la macchina fotografica era settata sull’infinito, ma la figura più vicina a
Meier risultava essere quella più a fuoco di quelle più lontane. Al di là di questa
impossibilità tecnica, sul fondo delle foto erano chiaramente visibile una tenda, della
cui presenza non vi è, però, alcun cenno nelle dettagliate descrizioni di Meier
dell’interno delle astronavi pleiadiane. J.Dilettoso asserì che le figure erano realmente
inusuali in quanto mostravano dei lobi delle orecchie “eccezzionalmente lunghi”
chiaramente visibili dalle foto: in realtà, tale “anomalia” non era nient’altro che un
ciuffo di capelli e nulla di più. Alcuni ricercatori hanno suggerito che si tratti di foto
di un gruppo di modelle svedesi riprese da una trasmissione televisiva degli anni
settanta, stesso periodo a cui si rifanno i loro abiti ed accessori.
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