L'aliena virtuale
L'inverosimile "AFFARE SANTILLI" SEMPRE AL CENTRO DI POLEMICHE E CONTRADDIZIONI
Di PAOLO TOSELLI
Quasi un anno è trascorso da quando si è iniziato a parlare di clamorosi filmati riferiti
al controverso caso di UFO crash del 1947 a Roswell, in possesso dell'editore inglese Ray
Santilli, e di cui abbiamo ampiamente trattato sullo scorso numero della nostra rivista.
In ufologia siamo abituati ad estenuanti diatribe tra convinti fautori e assoluti negatori
della realtà di un certo episodio. Così èstato anche per le immagini della presunta
autopsia dell'alieno (anzi dell'aliena) ed il relativo corollario di fatti e notizie. Di
solito però, in ufologia come in qualunque altro campo di studi, a chiunque voglia
approfondire i fatti è concesso di accedere alla fonte delle informazioni onde basare le
sue analisi su dati precisi, verificabili anche da altri, e non suèsi-dice o testimonianze
di terza o quarta mano. Invece, purtroppo, in questo caso chi poteva consentirlo ha fatto
di tutto per non rendere possibile un'analisi corretta e accurata del prodotto
commercializzato. E così, dopo un anno, ci troviamo di fronte a pochi dati essenziali e
molte chiacchiere.
Per la verità, vista la situazione, ci eravamo chiesti se fosse il caso di ritornare
sull'argomento, se meritasse sprecare altro spazio per commentare quello che finora è
soprattutto un evento economico. Alcune organizzazioni ufologiche, le più serie e
scientifiche (come il J. Allen Hynek Center for UFO Studies), hanno deciso di no e non
hanno finora dedicato neppure una riga al "caso Santilli". Altre hanno invece ritenuto di
dare spazio alla vicenda, ed invariabilmente hanno sottolineato le contraddizioni, le
incongruenze e le omissioni che fin dall'inizio hanno caratterizzato la storia del
filmato.
In Italia, per ragioni molto particolari, abbiamo avuto fin troppa circolazione di voci,
notizie, smentite e prese di posizione pro o contro l'autenticitàdel filmato. Interviste
sui giornali; anteprime televisive delle sole immagini fotografiche, poi di brandelli del
filmato, poi del filmato nel suo insieme; stroncature e difese appassionate, docenti
universitari di anatomo-patologia e di elaborazione di immagini mischiati a sedicenti a
esperti, finti scienziati e pseudo-ufologi, contattisti e negatori di professione;
conferenze e convegni, proiezioni più o meno pubbliche di nuovi brani "inediti"; nuove
pubblicazioni commerciali sugli UFO che "sparano" ininterrottamente il caso in copertina,
battendo la grancassa in vista della commercializzazione in video-cassetta del filmato
stesso. Ce n'è più che abbastanza per farsi venire la nausea.
Proprio per questo, però, alla fine abbiamo ritenuto di tornare a parlarne su queste
pagine, per offrire ancora una volta al pubblico italiano della sana contro-informazione
rispetto a quella che si riduce ad essere poco più che promozione del filmato.
D'alèra parte, abbiamo scelto di non entrare in un'analisi particolareggiata dei dettagli
di questo "affare", cosa che richiederebbe ormai un libro intero, che risulterebbe però
già superato non appena pubblicato, vista la continua evoluzione dei fatti e delle
notizie, delle rivelazioni, delle smentite e delle contro-smentite, settimana dopo
settimana.
Sono infatti ormai centinaia i tasselli di questo intricato puzzle che comunque, grazie
alla collaborazione internazionale di decine di studiosi, sta gradualmente venendo a
formarsi. A differenza di quando ne scrivevamo sul n. 16 di UFO, l'iniziale atteggiamento
di apertura e di sospensione del giudizio ha gradualmente lasciato il posto ad un
crescente scetticismo e diffidenza dell'intera comunitàufologica internazionale nei
confronti della versione ufficiale dei "fatti" (via via modificatasi, col puntualizzarsi
delle critiche), al punto che la redazione del programma televisivo Misteri deve aver
faticato
per mettere insieme mezza dozzina di "ufologi" disposti a schierarsi a favore del
filmato.
Ci sarebbe da parlare a lungo di tantissime cose, ma in questa sede ci siamo imposti un
limite - oltre che di spazio - concettuale, cercando di evidenziare unicamente i fatti, le
testimonianze di prima mano, i dati concreti di cui siamo venuti a conoscenza sino ad
oggi, in riferimento ad alcuni elementi essenziali dell'intera vicenda. Non sono molti, ma
sono quelli che maggiormente danno un quadro preciso degli eventi.
Non ci soffermeremo pertanto a disquisire su cosa mostra effettivamente il filmato, n‚
sulla coerenza interna dei vari dettagli delle riprese: non faremmo che aumentare le già
troppe chiacchiere e discussioni inutili, sinch‚ non saràchiaro ed inequivocabile di cosa
stiamo parlando: un filmato girato nel 1947 o in tempi più recenti? un filmato su
pellicola o solamente un video?
N‚ staremo ad evidenziare le varie piccole incoerenze che caratterizzano l'iter percorso
dalla pellicola (se davvero esiste) per arrivare fino a Santilli (se mai l'ha avuta
fisicamente nelle sue mani).
Vi risparmieremo poi i dettagli della controversia da luglio ad oggi, che abbiamo via via
riportato nei notiziari Ufotel, in comunicati stampa, interviste ed articoli: le pretese
analisi della Kodak, più volte annunciate, date per fatte e sempre smentite; le
rivelazioni subito sbugiardate e presto ritrattate circa il vero nome del cineoperatore,
circa la società che avrebbe riversato le immagini dalla pellicola originale, circa i
codici di sicurezza delle pellicole; la trasmissione di parte del filmato sulle TV di
tutto il mondo a fine agosto; le stroncature dei patologi; l'unanime parere degli esperti
di effetti speciali; il balletto di società messe in piedi, modificate di nome, cessate o
passate di mano da Santilli; l'uscita della videocassetta prodotta da Santilli; la
sparizione del "filmato della tenda"; la vendita e sparizione del filmato della "prima
autopsia" ed il cambiamento di versione da parte di chi l'aveva vista circa
l'abbigliamento dei medici; le polemiche che in Gran Bretagna hanno travolto la BUFORA per
essersi prestata a fare da cassa di risonanza a Santilli, e in particolare Philip Mantle
quando si è diffusa la notizia che aveva accettato denaro da Santilli a titolo di rimborso
spese; poi la netta presa di distanze della BUFORA stessa da Santilli e dal filmato; le
foto che mostravano la preparazione di un pupazzo molto simile all'aliena del filmato,
giunte per posta ad alcuni studiosi; gli altri filmati e foto di cadaveri alieni spuntati
quest'estate da mezzo mondo; la promozione del filmato in Italia da parte di persone
presentatesi al pubblico come studiosi o giornalisti, mentre erano gli incaricati da
Santilli per trattare la cessione dei diritti commerciali nel nostro paese; i retrosce mondo; la promozione del filmato in Italia da parte di persone
presentatesi al pubblico come studiosi o giornalisti, mentre erano gli incaricati da
Santilli per trattare la cessione dei diritti commerciali nel nostro paese; i retroscena
dell'acquisto del filmato da parte della RAI, ad un prezzo di gran lunga superiore a
quello pagato dalle altre televisioni nazionali, USA compresi; il sequestro (affermato e
poi negato) del filmato in Italia da parte dei Carabinieri; il Simposio straordinario di
San Marino, a settembre, dove all'inviato di Tuttoscienze è stato impedito l'ingresso
perch‚ socio del CISU; le manovre intorno alla trasmissione Misteri ed i tentativi di
impedire la nostra partecipazione "perch‚ non ci deve essere contraddittorio" e si voleva
presentare al pubblico un'ufologia fasulla, tutta pro-Santilli; le meticolose indagini di
alcuni giornalisti ed ufologi di vari paesi; la cooperazione internazionale che ha portato
ad un elenco di domande per Ray Santilli sulle varie sue contraddizioni, tuttora in attesa
di risposta.
Ci limiteremo quindi ad affrontare tre specifiche questioni: l'identità del fantomatico
cineoperatore, la consistenza delle pellicole originali e la loro datazione.
Ciò che possiamo tuttavia dire, sin d'ora, è che l'affare Santilli non ha nulla a che
vedere col caso Roswell. Se diamo retta alle dichiarazioni del cineoperatore e a quanto
contenuto nei filmati che a noi tutti è stato concesso di vedere, non trovano alcun
riscontro con la ricostruzione classica di Roswell la data, il luogo, la storia, l'alieno,
i rottami.
Ci troviamo pertanto di fronte a due questioni distinte, e questo vorremmo sottolinearlo,
in quanto ci pare, ma forse ci sbagliamo, che la fama del caso Roswell - un fatto
concreto, al di là delle possibili interpretazioni - sia stata come minimo sfruttata per
promuovere l'iniziativa commerciale di Santilli.
Il cameraman
Il suo nome si è detto essere Jack Barnett. In effetti, Ray Santilli non ha mai rivelato
di sua iniziativa le generalità del cameraman. Il nome di Jack Barnett (che corrisponde un
po' al nostro Mario Rossi) sembra essere emerso per la prima volta nel maggio 1995, o poco
prima, per bocca dell'ufologo inglese Philip Mantle che a sua volta l'avrebbe saputo da
Santilli. Un accenno a tale nome è stato fatto anche dall'ufologo statunitense Stanton
Friedman, poco dopo aver avuto un colloquio con Santilli. Di fatto, due mesi più tardi,
Chris Cary, socio di Ray Santilli, ha affermato trattarsi solo di uno pseudonimo.
Ma chi è allora questo fantomatico cineoperatore che avrebbe serbato per 46 anni il
segreto di aver trattenuto, grazie a una dimenticanza di Washington, gli originali di un
certo numero di pellicole da lui riprese e sviluppate nel corso del 1947 per conto del
governo americano in occasione di un UFO-crash nel New Mexico? Nessuno lo ha mai
incontrato, a parte ovviamente Ray Santilli, e le sue generalitàrimangono volutamente
celate. Tuttavia si dice e si ripete che diverse persone avrebbero avuto modo di parlare
con lui. Ma è poi vero? Vediamo di chi si tratterebbe:
Philip Mantle (ufologo, BUFORA, Gran Bretagna): in effetti ha ricevuto il 22 giugno 1995,
preannunciata da Ray Santilli, una telefonata da qualcuno che ha dichiarato essere Jack
Barnett, il cameraman. Ma Mantle stesso non ha prove della reale identità di colui che
stava dall'altra parte del telefono. L'intera conversazione èdurata circa 15 minuti, ma
nulla di particolare è emerso dalla stessa.
David G. Roehring (produttore TV, Kiviat/Green productions, USA): "E' vero - ha dichiarato
-, abbiamo avuto un contatto telefonico col cameraman. Tuttavia, a causa della brevità
della conversazione, non siamo in grado di stabilire se era veramente il cameraman o
soltanto un attore ingaggiato da Ray. E quando dico che la telefonata è stata breve,
intendo molto breve. Ha agganciato prima che uno qualunque dei produttori, compreso me
stesso, abbia potuto parlare con lui."
John Purdie (produttore TV, Channel 4, Gran Bretagna): ha ricevuto una telefonata di tre
minuti dal presunto cameraman, il quale continuava a insultare Ray Santilli perch‚ lo
aveva tradito fornendo informazioni riservate. "Pertanto non sò - ha precisato Purdie - se
era veramente il cameraman o si trattava di uno scherzo."
Gary Shoefield (dipendente del Gruppo PolyGram, Gran Bretagna): a detta di varie persone,
avrebbe rintracciato il cameraman, su indicazioni di Santilli, senza tuttavia poterlo n‚
incontrare di persona n‚ parlargli, in quanto Jack sarebbe stato malato. Stando a
Santilli, Shoefield avrebbe però parlato con la moglie di Barnett. E' interessante notare
che, non essendo andato a buon fine l'appuntamento, ogni interesse per l'acquisto del
filmato da parte della PolyGram sarebbe cessato, ma poco dopo lo stesso Shoefield,
lasciata la PolyGram, è diventato socio di Santilli, il quale lo ha anzi nominato
amministratore delegato della Mastervision Ltd, la società creata appositamente per
commercializzare il video prodotto dalla Roswell Footage Ltd, altra società costituita da
Santilli per l'occasione.
Michael Hesemann (direttore del mensile 2000 Magazin, Germania): in realtà ha solo
scambiato qualche frase (dal suo ufficio) con il sedicente operatore (che sarebbe stato
negli USA) mentre entrambi per pura combinazione stavano telefonando a Santilli (a
Londra), che ha accostate le due cornette dei telefoni per farli parlare.
Bob Shell (esperto fotografico, USA): "Ho comunicato col cameraman unicamente attraverso
messaggi scritti fatti avere a Ray Santilli".
SOLO OMONIMIE ?
Santilli pertanto è e resta l'unico portavoce del misterioso cineoperatore. Intanto, nel
corso dell'estate, si è scoperto che, in effetti, èesistito un Jack D. Barrett (e non
Barnett), nato nel 1910 a Los Angeles, dove ha vissuto quasi tutta la sua vita, che è
stato veramente tecnico delle riprese per conto dell'Army Air Force negli anni quaranta.
Unico problema: era rimasto nell'esercito solo fino al 1945, e nel 1947 avrebbe dovuto
essere un civile, tant'è che quell'anno lavorava a Hollywood. Secondo quanto risulta alla
Motion Picture Photographer's Union e verificato da Bob Shell, Jack D. Barrett è morto il
3 agosto 1995.
Il 23 ottobre 1995, nel corso della trasmissione del canale francese TF1, L'Odyss‚e de
L'Etrange, l'ex disk jockey Bill Randle, molto noto in America negli anni '50, ha
confermato che Ray Santilli si era recato a Cleveland nel 1992 per acquistare filmati
musicali e aveva preso contatti con lui. Bill Randle aveva coprodotto, con la Universal
Pictures, il film The Pied Piper of Cleveland girato nel '55 durante alcuni concerti
tenuti presso le locali scuole superiori da Bill Haley, Pat Boone e dall'allora
sconosciuto Elvis Presley. Il film, diretto dal regista Arthur Cohen (oggi deceduto),
venne girato da un altro noto cameraman di cinegiornali di Chicago, che si chiamava (anche
lui) Jack Barnett. Quindi, nell'estate '92 (ma finora si era sempre detto '93) Santilli
era a Cleveland alla ricerca di questo film, insieme a Gary Shoefield della PolyGram. Ed è
stato Bill Randle a parlare di Jack Barnett a Santilli.
Allora il fantomatico cameraman è stato ritrovato? Parrebbe proprio così se consideriamo
le prime dichiarazioni di Santilli,field della PolyGram. Ed è
stato Bill Randle a parlare di Jack Barnett a Santilli.
Allora il fantomatico cameraman è stato ritrovato? Parrebbe proprio così se consideriamo
le prime dichiarazioni di Santilli, nelle quali ha affermato, ripetendolo in più
occasioni, di aver acquistato il filmato di cui sopra - quello del primo concerto di Elvis
- dal cameraman: lo stesso che in tempi successivi - secondo quanto dichiarato da Santilli
a Philip Mantle il 27 giugno 1995 - essendo entrati in ottimi rapporti proprio perch‚
l'accordo era che lo pagassero in contanti, senza alcun contratto scritto, gli avrebbe
accennato a ben altre riprese in suo possesso, e cioè l'autopsia di un alieno.
Invece, nel corso della trasmissione di TF1 Santilli ha dichiarato, contraddicendo in
parte le sue precedenti asserzioni, che il suo "Barnett" (per l'appunto, quello
dell'autopsia) aveva sì ripreso Elvis, il cui filmato ha poi acquistato, ma era stato
"Barnett", a seguito di alcuni annunci pubblicati da Santilli, ad averlo rintracciato
presso il suo hotel di Cleveland. Pertanto il suo cameraman non avrebbe nulla a che fare
col filmato di Elvis di cui parla Bill Randle, di cui Santilli avrebbe acquisito solo
un'opzione e non i diritti. Per chiarire l'equivoco basterebbe chiedere delucidazioni al
vero Jack Barnett. Peccato che però sia morto... nel 1967.
Secondo le dichiarazioni fatte da Santilli a TF1, il "suo" cameraman, che avrebbe oggi
poco più di ottant'anni, sarebbe invece vivo e vegeto. Se il vero Jack Barnett è morto nel
1967, Santilli dovrebbe spiegarci perch‚ proprio quel nome, e non qualunque altro, è stato
fornito, da persone a lui molto vicine, come quello del cineoperatore dell'autopsia? Forse
è un po' troppo per una semplice coincidenza.
Le pellicole
A detta di Ray Santilli - secondo quanto si può leggere a partire dal 19 luglio 1995 sul
sito Web da lui gestito su Internet -, sarebbero 22 le bobine originali consegnate dal
cameraman, di cui una in negativo. Ogni bobina durerebbe poco meno di tre minuti, per una
lunghezza totale di circa 60 minuti. Alcuni hanno asserito trattarsi di pellicole del
genere Cine Kodak Super XX High Speed Panchromatic Safety Film e pertanto prodotte al
massimo negli anni '50. Ma ciò deriva unicamente dalle dichiarazioni del cameraman, e
dalle fotocopie fornite da Ray Santilli delle etichette che lui stesso asserisce di aver
ritrovato sui contenitori delle bobine.
Questo è quanto le pellicole dovrebbero contenere:
Il filmato della tenda: è tra i primi ad essere stato mostrato da Santilli a pochi intimi.
Secondo le dichiarazioni di Philip Mantle, confermate da Bob Shell, si tratta di un
filmato lungo quattordici minuti, che mostrerebbe un corpo disteso su un tavolo in un
locale scuro (potrebbe essere una tenda, oppure no). L'unica fonte di luce visibile è una
lampada d'emergenza appesa sopra il corpo. Due persone in camici bianchi stanno dietro il
tavolo, un uomo sulla sinistra e una donna sulla destra. L'uomo pare rimuovere qualcosa
dal lato sinistro del torace del soggetto. Sembra garza imbevuta in un liquido scuro.
La creatura è coperta da un lenzuolo che lascia vedere solo la testa, una mano (che pare
avere sei dita) e i piedi. Quando un certo quantitativo di garza è stato accumulato
dall'uomo, questi lo passa alla donna che arretra e pare riporlo sul pavimento. Quindi
ritorna e l'operazione si ripete. Le immagini, molto indistinte, sono contenute in un
video diffuso abusivamente, cio‚ non autorizzato da Ray Santilli. Tuttavia la copia in
possesso di Philip Mantle gli è stata consegnata direttamente da Santilli, il quale ne ha
distribuite altre copie a persone alle quali lo aveva fatto vedere in anteprima.
La prima autopsia: mostrebbe scene molto simili a quelle ormai note, ma riferite a una
creatura con ambedue le gambe intatte. _ stata visionata in video, oltre che da Ray
Santilli e dal suo socio Chris Cary, dal suo amico cantante Reg Presley e da Maurizio
Baiata, procuratore per l'Italia di Ray Santilli, il 26 aprile 1995; da Philip Mantle (che
ha promosso il filmato sin dall'inizio) e sua moglie Susan il 28 aprile dello stesso anno.
_ pertanto evidente che le uniche persone a cui è stato concesso di vedere queste
immagini sono tutte coinvolte con la promozione del filmato, e per i contenuti ci
dobbiamo basare sulla loro parola. Infatti, al momento non èstata diffusa alcuna
copia video, ma solo, dallo scorso dicembre, cinque immagini di scadente qualità
e di dubbia interpretazione, tanto più che lo stesso Santilli - messo alle
strette - ha dichiarato di averla dovuta vendere ad un misterioso "collezionista"
che l'avrebbe fatta sparire dalla circolazione. Secondo le dichiarazioni di
Baiata, l'intero filmato durerebbe circa 12 minuti.
La seconda autopsia: è quella mandata in onda dalle reti televisive che ne hanno
acquistato i diritti da Santilli, RAI compresa. La stessa ècontenuta nei diversi video
commercializzati da Ray Santilli (Roswell - The Footage), Channel 4 (Incident at Roswell),
TF1 (L'Extraterrestre de Roswell) e dalla rivista del CUN, Notiziario UFO (Caddero sulla
Terra - Il caso Roswell). Dura complessivamente 18 minuti circa, anche se la versione
ripulita delle interruzioni tra le varie bobine è di poco inferiore ai 17 minuti.
I "rottami": mostrati dalla RAI nel corso della trasmissione Misteri dello scorso ottobre
e contenuti nei video Roswell - The Footage e Caddero sulla Terra. Le immagini mostrate
durano circa 3 minuti.
Dove sono le bobine ?
Il 23 ottobre scorso, durante la trasmissione di TF1, Santilli ha dichiarato in diretta di
non essere più in possesso delle pellicole originali e pertanto non essere responsabile
della mancata consegna delle stesse per le analisi. La redazione del programma francese è
riuscita a rintracciare il dichiarato possessore delle pellicole e a raggiungerlo
telefonicamente. Si tratta del signor Volker Spielberg (cognome significativo in questa
vicenda), un partner tedesco di Santilli, ma soprattutto colui che avrebbe finanziato per
intero, su stessa ammissione di Santilli, l'acquisto delle pellicole, e al tempo stesso,
sempre secondo Santilli, il famoso collezionista a cui sarebbe stata venduta la prima
autopsia.
Non è quindi ben chiaro perch‚ costui, se ha pagato, sin dall'inizio, l'intera
transazione, è stato fatto passare per un collezionista che, solo in un secondo tempo,
avrebbe acquistato parte delle pellicole. Spielberg, all'intervistatore di TF1, ha
dichiarato: "Voglio essere lasciato in pace! Sono un collezionista. Si tratta di una
questione personale". Ed oltre a confermare che possiede le bobine originali, ha precisato
che non vuole aver nulla a che fare coi giornalisti, e ha concluso laconicamente: "Il
mondo è egoista. Anch'io lo sono". Subito dopo la messa in onda del presente colloquio
Santilli, fortemente imbarazzato, è intervenuto asserendo che in base a un accordo che
aveva con TF1, certi aspetti della storia avrebbero dovuto restare confidenziali, ma il
conduttore Jacques Pradel ha risposto di aver agito per dovere di cronaca onde fornire una
corretta informazione agli spettatori e, visto che Santilli aveva lanciato una chiara
accusa, ha aggiunto: "Mi spiace, ma dall'inchiesta che abbiamo condotto Spielberg non &eaver agito per dovere di cronaca onde fornire una
corretta informazione agli spettatori e, visto che Santilli aveva lanciato una chiara
accusa, ha aggiunto: "Mi spiace, ma dall'inchiesta che abbiamo condotto Spielberg non è un
collezionista di film, e non è nemmeno l'uomo che dice di essere".
Chi sarà quindi questo misterioso Volker Spielberg. Un personaggio chiave o una comparsa?
A quanto ci è dato di sapere è un produttore musicale di Amburgo, proprietario della
società Lollipop Musik Volker Spielberg KG. Dallo scorso fine giugno si è trasferito, per
motivi ignoti, in Austria.
Ma c'è un altro colpo di scena. Santilli, in un messaggio di posta elettronica inoltrato
il 27 ottobre 1995 afferma che il possesso delle bobine è diviso tra un collezionista
privato (Volker Spielberg), lui stesso e il cameraman. Quindi anche Santilli avrebbe in
mano materiale originale. Ma allora perch‚ solo tre giorni prima aveva dichiarato di non
essere più in possesso di alcuna pellicola originale da sottoporre ad analisi?
Il video
Nella pubblicità della videocassetta Roswell - The Footage, quella commercializzata dalla
società di Santilli a partire dalla fine dell'agosto 1995, si afferma che la stessa
contiene tutto il materiale visibile estratto dalle bobine consegnate dall'uomo ritenuto
essere il cameraman di Roswell. Ciò è falso, e chi lo ha scritto era cosciente di
dichiarare il falso. Infatti, visionando il video di Santilli, prima dell'inizio del
filmato è stata inserita la seguente avvertenza: "Onde fugare ogni dubbio presentiamo solo
le pellicole che sono state verificate a nostro soddisfacimento". Ma allora, dobbiamo
sospettare che parte del filmato non è credibile?
Di fatto, la videocassetta contiene le immagini di quella che viene definita la seconda
autopsia (in totale nove bobine, come specificato nel video stesso) e i rottami del disco
(tre bobine). Nessuna menzione viene fatta delle parti relative alle altre bobine.
E' solo ad ottobre dello scorso anno che si è venuti a sapere che i soci di Santilli non
sarebbero più tanto sicuri che il cosidetto filmato della tenda appartenga allo stesso
contesto dell'autopsia. Pare che i ricordi del cameraman non siano più molto chiari; in
particolare non si rammenterebbe a cosa il filmato faccia riferimento, n‚ quando n‚ dove
avrebbe effettuato le riprese.
Chieste spiegazioni a Santilli, questi ha risposto: "Il filmato della tenda doveva essere
inserito nel nostro documentario, ma non è estratto dal gruppo di pellicole contenenti il
filmato dell'autopsia. Il motivo per cui non l'abbiamo incluso è perch‚ risulta
irrilevante". Come sarebbe a dire "irrilevante"? Perch‚ allora proprio queste immagini,
tra tutte, sono state tra le prime ad essere mostrate da Ray Santilli ai suoi
interlocutori eletti? O forse ci si è accorti che c'erano troppe incongruenze, come
segnalatoci da uno degli autori del programma RAI Misteri, che si è dichiarato perlomeno
perplesso notando che il soggetto coperto dal lenzuolo sembrava lungo un paio di metri? E
quante autopsie o esami di cadaveri alieni avrebbe filmato questo fantomatico Jack
Barnett?
Rileviamo un altro fatto curioso, fra i tanti. Il video della presunta autopsia mostrato
al Convegno di Sheffield, in Inghilterra, lo scorso agosto, presentava un montaggio
differente da quello messo in onda dalla Fox negli Stati Uniti e anche da quello fornito
per la verifica al patologo torinese Pierluigi Baima Bollone. Alcune immagini sono montate
con sequenze diverse, e certi particolari, visibili in una versione, non sono presenti in
un'altra o viceversa. Perch‚ prodigarsi a produrre e divulgare video difformi? E' un costo
inutile, a meno che non si voglia mantenere un costante clima di poca chiarezza.
E poi, che fine hanno fatto le riprese che mostrerebbero l'allora presidente degli Stati
Uniti, Harry Truman, la cui presenza avrebbe convinto Santilli della bontà del filmato?
Passando da una dichiarazione diversa dall'altra, Santilli ne ha ancora confermato
l'esistenza in una intervista del 27 ottobre scorso, precisando però questa volta che lo
spezzone sarebbe in pessime condizioni. Qualcuno forse vuole confondere ancor più le
acque?
Le analisi
C'è poco da dire. Diversamente da quanto raccontato, ripetuto e fatto credere da più
parti, sinora non è stata effettuata, n‚ dalla Kodak, n‚ da chiunque altro, alcuna analisi
chimico-fisica sulle pellicole originali che possa perlomeno fornire una datazione certa
delle stesse. A tal proposito, vi rimandiamo al tassello con le più recenti precisazioni
che Bob Shell ha direttamente fornito attraverso le reti telematiche nello scorso mese di
ottobre.
Tirando le somme, gli interessi di Santilli e soci sono, come più volte rimarcato da loro
stessi, prettamente economici e quindi agli antipodi di un qualsivoglia approfondimento
tecnico-scientifico. E così oggi non abbiamo alcuna bench‚ minima prova dell'esistenza
stessa del cameraman e della concretezza della sua testimonianza. Così come non sappiamo
se esistono davvero le 22 pellicole originali, o quante esse siano, che ci viene detto si
riferirebbero a fatti accaduti nel 1947.
Certamente Santilli, o chi sta dietro di lui, è in gamba: pochissime dichiarazioni
pubbliche, pochissimi messaggi scritti di suo pugno, ed i piùestremamente sintetici ed
evasivi. Dice molto invece per bocca di altri, in modo che tutto può essere detto, e tutto
può essere negato, come è capitato sinora piùvolte.
In effetti non esiste alcuna prova che il filmato sia un falso. Ma al contempo, tutti gli
elementi disponibili non ne comprovano minimamente la realtà, anzi.
Nei prossimi mesi, probabilmente, rivivremo lo stillicidio di nuove immagini e
informazioni che ha preceduto la grande "rivelazione"del filmato dell'autopsia. Questa
volta saranno altre immagini, riferite a chissà quali altri sensazionali particolari. Ci
auguriamo, per la buona salute dell'ufologia, quella vera, che nessun ufologo o sedicente
tale, regga più il gioco di questi affaristi.
GLI SVILUPPI DELL'ULTIMO MINUTO
A seguito di un articolo pubblicato sulla rivista americana MUFON Journal dell'ottobre
1995 a firma di Clive Tobin, rappresentante della MUFON a Seattle, che conteneva
interessanti considerazioni sulle pellicole mostrate da Bob Shell nel corso del programma
sull'autopsia messo in onda dalla Fox, un nutrito scambio di fax si è attuato tra i due
ricercatori. Tobin, oltre ad interessarsi di ufologia, èun operatore cinematografico e
produttore di accessori per il cinema.
Mentre stiamo per andare in stampa, il 10 gennaio 1996, Bob Shell ha inoltrato il seguente
messaggio sull'area ufologica Encounters della rete telematica CompuServe.
®A seguito del confronto con Clive (che conosce bene la sua materia!) mi sono convinto che
lui aveva ragione e tutti gli altri "esperti" che si sono pronunciati sulla pellicola
originale erano in errore. (...) Abbiamo determinato che i frammenti di pellicola in mio
possesso appartengono con tutta probabilità (non posso dire al 100% a causa del bordo
strappato) a una pellicola a perforazione singola (cioèperforata su un solo bordo) e la
cinepresa Bell & Howell moin mio
possesso appartengono con tutta probabilità (non posso dire al 100% a causa del bordo
strappato) a una pellicola a perforazione singola (cioè perforata su un solo bordo) e la
cinepresa Bell & Howell modello 1947 [quella che il cameraman dice di aver utilizzato,
NdT] poteva solo utilizzare pellicole perforate su ambo i bordi.
Pertanto io sono in possesso di strisce che sono riproduzioni di terza generazione
ottenute da un internegativo di seconda generazione che, a sua volta, deriva da una
pellicola cinematografica originale. Posso affermare con sicurezza che la pellicola in mio
possesso è stata prodotta prima del 1957, ma questo ètutto quello che io posso dire.
La Kodak, se accetterà di analizzare le pellicole, sarà in grado di indicare
approssimativamente l'anno di produzione, e dirci se la pellicola era fresca quando
processata, ma quello di cui abbiamo bisogno per andare da qualche parte è materiale
originale della ripresa¯.
Allora, se i frammenti in possesso di Shell provengono dal materiale consegnato a Santilli
dal fantomatico cameraman, oltre al fatto che quest'ultimo ha dichiarato il falso, nessuno
possiede le pellicole originali, ma solo copie di copie. Ergo, nessuna pellicola
originale, nessuna datazione.
La saga continua, ma assomiglia sempre più ad una farsa.
lo ha scritto era cosciente di
dichia