Incontro ravvicinato nelle Langhe
UNOSTRANO OGGETTO DECOLLA E SI LEVA IN VOLO TRA LE
COLLINE PIEMONTESI
di Paolo Fiorino e Matteo Leone
L'incontro ravvicinato avvenuto lo scorso 10 luglio a Monesiglio, in località Bricco, è
stato oggetto di numerosi sopraluoghi da parte degli inquirenti del CISU. Le ragioni di
questo accanimento sono essenzialmente tre: in primo luogo l'interesse intrinseco del
caso, poi la credibilità dei testimoni e la loro disponibilitàal dialogo, infine, last
but not least, le attrazioni paesaggistico-gastronomiche di questo scorcio delle Langhe
cuneesi.
Abbiamo saputo del caso per la prima volta grazie al dinamismo di Piercarlo Bormida,
collaboratore del CISU per la provincia di Cuneo, il quale in data 11 luglio apprende da
un articolo apparso sulla cronaca di Cuneo de La Stampa che ®contadini avvistano un UFO a
Monesiglio¯. Il pomeriggio del giorno successivo Piercarlo si reca sul luogo
dell'avvistamento, dove ha modo di parlare con tutti i testimoni e di scattare alcune
foto. Il breve rapporto, immediatamente stilato, suscita l'interesse degli altri
inquirenti del CISU, che pianificano una nuova spedizione a Monesigèio, la mattina del 27
luglio. A questa ne seguiranno delle altre nel mese di agosto.
Monesiglio: luogo di sentinella
Se un UFO ha da essere avvistato, quale posto più adeguato di Monesiglio, il cui nome era
Monexilium, corruzione di Mons Ocelli che significa "luogo di sentinella"?
Il paese, un tempo considerato il più importante centro di fondovalle della Bormida di
Millesimo (da non confondersi con la Bormida di Spigno, passante per Acqui Terme), è ora
ridotto a poche centinaia di anime, perlopiù dedite all'agricoltura e all'allevamento di
bestiame.
L'avvistamento si è verificato in località Bricco, circa un chilometro in linea d'aria dal
centro del paese (in cui spicca un castello di epoca medievale), e un centinaio di metri
più in alto. A Bricco la popolazione residente èridotta ormai a sole cinque persone,
quattro delle quali hanno assistito a diverse fasi dell'avvistamento. Il paesaggio
collinare è caratterizzato da boschi (castagni, noccioleti, ecc.), vigneti, orti, campi di
cereali, patate, erba e così via. In direzione nord-ovest si staglia inconfondibile, circa
cinquecento metri più in alto, e ad alcuni chilometri di distanza, Mombarcaro, la vetta
delle Langhe.
Prima fase: "mah! Può essere uno straccio, puòessere... che ne so cosa poteva essere!"
Sono circa le sette di mattina. Il cielo è in parte velato, ma il tempo è sostanzialmentea
buono. L'agricoltore Giuseppe N. (70 anni), esce di casa e si reca, come di consueto,
nell'attigèa stalla per dar da mangiare alle mucche. Ha così modo di notare, in direzione
di un campo di erba medica di sua proprietà, a circa duecento metri di distanza, un "coso"
che attira la sua attenzione. Fino alla sera prima non c'era. Sembra appoggiato al suolo,
o comunque poco sollevato da terra: il terreno in leggero pendio impedisce di vederne la
parte sottostante. _ di forma tondeggiante, "cupoloso", di colore azzurro o grigio
metallizzato, apparentemente fermo. Da una parte della cupola si nota una luce
lampeggiante verde. Ripromettendosi di andare in seguito a verificare sul posto di cosa
effettivamente si tratti (uno straccio, una persona,...) si reca nella stalla per
adempiere alle quotidiane occupazioni.
Seconda fase: "Si _ alzato da solo senza rumore...ci ha lasciato tranquilli...più che gli altri..."
Dopo circa 10-15 minuti, il testimone esce dalla stalla e nota con stupore che l'oggetto
sta iniziando a muoversi, lentamente con moto ondulatorio, in verticale. Il coso, senza
produrre alcun rumore, si dirige, continuando a salire con un moto ad arco, verso un
gruppo di case sovrastante il Bricco. L'oggetto, dalle apparenti dimensioni di una Fiat
500, pres
enta, nella parte sottostante due protuberanze (definite "gambe", "piedini",
"cosi") corte e "tozze". Continua ad essere evidente la presenza della luce lampeggiante.
Terza fase: "non andava veloce...piuttosto, si inabissava..."
Giuseppe N., a questo punto, richiama l'attenzione della vicina di casa, la signora
Mariangela C. (60 anni), che in quel momento servendosi di una scala è intenta a
trasportare delle balle di fieno riposte nel sottotetto ("vieni a vedere, lesta! Fa
presto!") Incuriosita, si reca col signor Giuseppe in un piazzale posto nella parte
posteriore della sua abitazione. Ha così modo di vedere lo strano oggetto procedere senza
rumore n‚ scia, ad alcune centinaia di metri di altezza.
La velocità è costante e non elevata; la direzione è sud-sud-est. La signora Mariangela
descrive l'oggetto come un "bidone" ovale di colore grigio, grande come una Fiat 500. Vede
anch'essa la luce verde lampeggiante sul fianco sinistro dell'oggetto. Durante questa, che
è la fase centrale dell'avvistamento, il "coso" ha mantenuto un'elevazione angolare
intorno ai 30 gradi. Non è stato quindi possibile ai testimoni osservarlo dal di sotto, ma
solo e sempre di profilo. Tanto è vero che la signora Mariangela ha potuto osservare il
cielo tra le due protuberanze ("appoggi") tozze e di colore grigio.
Nel frattempo la testimone chiama il marito Luigi G. (65 anni) che osserva la fase finale
dell'avvistamento, quando ormai l'oggetto è alto e molto distante, grande come un "falco".
Ridotto a un puntino nero, l'oggetto scompare in lontananza in direzione di Saliceto,
paese della Val Bormida dopo Monesiglio subito prima del confine con la Liguria. A questa
fase assiste anche la moglie settantaduenne del sig. Giuseppe.
Quarta fase: "sa, si viene, a un certo punto, che uno racconta e non sembra neanche piU'
di raccontare la cosa vera..."
L'avvistamento è concluso. Il signor Giuseppe va ad ispezionare il luogo sopra il quale si
è librato l'oggetto. Si tratta dell'angolo di un campo di erba medica confinante verso
nord con un noccioleto, e verso est con un campo di mais. Il giorno dell'avvistamento
l'erba medica non era stata ancora falciata ed era piuttosto alta, ma il testimone non
riscontra la presenza di alcuna traccia insolita.
Un giovane di Monesiglio, Oscar M., dopo essersi recato sul posto avverte la redazione
cuneese del quotidiano La Stampa.
La notizia si sparge rapidamente in tutto il paese, e nei paesi vicini, grazie anche e
soprattutto alla funzione di "notiziario locale" svolta dal mercato settimanale di
Monesiglio, che si tiene tutti i martedì mattina, e quindi in particolare anche la mattina
di martedì 11 luglio, il giorno dopo l'avvistamento.
Tutti i settimanali locali riprendono la notizia. Paola Scola, autrile di
Monesiglio, che si tiene tutti i martedì mattina, e quindi in particolare anche la mattina
di martedì 11 luglio, il giorno dopo l'avvistamento.
Tutti i settimanali locali riprendono la notizia. Paola Scola, autrice dell'articolo
apparso su La Stampa, scrive "UFO nel cielo di Monesiglio!"(L'Unione Monregalese del 13
luglio). "Un UFO a Monesiglio?", titola la Provincia Granda del 14 luglio. E ancora: "Un
UFO atterra nell'alta Langa" scrive Gianfranco Corino su Il Corriere di Alba e Bra, Langhe
e Roero del 18 luglio. L'incontro ravvicinato di Monesiglio diventa addirittura spunto per
una nuova rubrica della Gazzetta d'Alba a cura di Donato Bosca, esperto di folklore e
tradizioni locali, e autore tra le altre cose dell'interessante testo Langa magica. Cento
storie di masche tra finzione e realtà. La rubrica èsignificativamente intitolata "L'UFO
culturale".
In seguito all'avvistamento giungono sul luogo e/o telefonano vicini, curiosi,
giornalisti, qualche studioso. Alcuni per ascoltare, altri per proporre, tra il serio e il
faceto, improbabili spiegazioni. Chiamano addirittura i testimoni (anonimi) di un altro
presunto incontro ravvicinato! Si alimentano tante voci, la maggior parte delle quali
prive di fondamento.
I testimoni sono chiaramente infastiditi dall'improvvisa popolarità. Mariangela C. ci ha
riferito che i giorni dopo l'avvistamento quando scendeva in paese per fare acquisti
cercava di evitare incontri con i compaesani troppo curiosi: "Giù, per il paese, mettevo
la macchina proprio lì dove dovevo andare, davanti al portone, e..."zacchete"...facevo che
andare dentro [al negozio. NdA]...ci fan diventare matti...Sa che si viene, a un certo
punto, che uno racconta e [a forza di raccontare. NdA] non sembra neanche più di
raccontare la cosa vera...".
"Ciliegine" non richieste
Alcuni dettagli della storia, così come è stata riportata dai settimanali, vengono però
seccamente smentiti dai testimoni. Particolarmente fuorviante risulta l'articolo
pubblicato da Gianfranco Corino sul Corriere delle Langhe, dove vengono riportate tra
virgolette delle frasi, attribuite al signor Giuseppe. Sia per il contenuto che per la
forma ci sentiamo di dubitare che quelle frasi rappresentino correttamente il pensiero
dell'agricoltore.
Si parla di un ®cestello con due gambe¯ alla base dell'oggetto e si correda l'articolo con
una ricostruzione definita, dalla signora Mariangela, del tutto "fantasiosa (...)sembrano
le mammelle di una mucca da mungere, con il secchiello sotto...". Inoltre, mentre nella
ricostruzione le appendici sono sottili e divaricate, i testimoni sono tutti concordi nel
descriverle tozze e parallele.
Secondo Corino i testimoni ®affermano inoltre di aver intravisto anche un piccolo esserino
vicino all'oggetto sferico¯. Anche in questo caso tutti i testimoni sono concordi nello
smentire. Commenta la signora Mariangela: "hanno fatto un po' di confusione. Non mi hanno
capito o mi hanno frainteso". Ed è lei stessa ad avanzare una spiegazione che ci trova
sostanzialmente d'accordo: "Pierino [il signor Giuseppe. NdA] diceva che [l'UFO. NdA]
sembrava un uomo da lontano(...)Poi ha detto: ma quello non èun uomo, è una cosa troppo
mastodontica, non è un uomo. Poi guardando bene gli sembrava un pallone..." A favore di
questa congettura va il fatto che la giornalista Paola Scola nel suo articolo per La
Stampa riferisce che il signor Giuseppe gli avrebbe detto: ®nel campo ho visto un oggetto
o un essere fermo da cinque minuti¯. Da noi interpellata la giornalista ha detto di
essersi limitata a tradurre in senso lato una delle poche espressioni in piemontese più
volte utilizzate dal signor Giuseppe per definire quanto aveva osservato: la parola
"cosu".
Il giornalista del Corriere delle Langhe ha inoltre affermato che tale piccolo esserino
®avrebbe anche lasciato alcune impronte simili a quelle di un animale¯. Nell'articolo de
La Stampa. Paola Scola parla anche di ®erba chiaramente schiacciata¯, oltre a riferire una
frase presumibilmente pronunciata dalla signora Mariangela su ®impronte simili a quelle
degli animali¯. La giornalista ci ha poi riferito che il signor Giuseppe non ha parlato di
tracce ma di erba un po' schiacciata; e, durante il colloquio avuto con noi il testimone
ha sostenuto che l'erba poteva apparire "smossa" ma senza alcuna apparente connessione con
l'avvistamento dell'oggetto. Riguardo alle impronte è la stessa Paola Scola a precisarci
che non fu la signora Mariangela a vederle, bensì un giovane che, andato a ispezionare il
campo, avrebbe poi riferito questa sua ®scoperta¯ alla testimone. Scoperta che è però
smentita da tutti i testimoni dell'avvistamento.
Per parte nostra non abbiamo rinvenuto sul campo alcuna traccia insolita. Sull'erba
"smossa" non siamo stati in grado di valutare poich‚ il signor Giuseppe falciò il campo il
giorno dopo l'avvistamento.
Un altro particolare alquanto deformato nell'articolo di Corino riguarda il numero di
persone recatesi a visitare il luogo dell'"atterraggio". ®Oltre 200 persone¯ secondo il
giornalista, "diverse si, ma non così tante"per i coniugi Luigi e Mariangela.
Riteniamo che l'imprecisione con cui sono stati riferiti questi dettagli sia, in misura
diversa per i diversi articoli citati, figlia della fretta, della ricerca dello scoop
giornalistico, e di tecniche di intervista non adeguate alla circostanza.
Tale atteggiamento sembra purtroppo abbastanza diffuso sui giornali italiani quando si
riportano notizie "leggere"come sono ritenute quelle ufologiche. La lezione per l'ufologo
è che le notizie di stampa possono essere un'utile fonte iniziale di informazione, ma non
possono mai sostituire un'indagine condotta direttamente presso i testimoni, pena
l'introduzione di dati spuri e deformati negli archivi su cui si andrà poi a costruire il
lavoro di studio e ricerca.
Effetto trascinamento
Dagli esiti delle nostre indagini non risulta che altre persone abbiano osservato in
questa data il fenomeno in questione. Sono invece emerse, come il più delle volte succede
dopo la circolazione di tali notizie, numerose segnalazioni risalenti anche ad epoche
diverse relative ad osservazioni UFO (soprattutto luci notturne) che si sarebbero
verificate nelle zone limitrofe. Tenuto conto che diversi di questi avvistamenti paiono
piuttosto singolari (un luminoso "panettone volante", luci viste periodicamente cadere in
un ruscello, eccetera), e trattandosi per ora di voci non controllate, è nostra intenzione
- per quanto possibile - proseguire le necessarie indagini.
Diverse persone hanno inoltre confidato le loro esperienze direttamente ai testimoni,
soprattutto alla signora Mariangela. Tra questi ricordiamo in particolare una coppia di
giovani - al momento anonimi - che sarebbero stati testimoni circa sei anni fa di un
inconsueto ed eclatante incontro ravvicinato del terzo tipo nella zona di Ormea (CN) e una
donna di Monesiglio, della quale la signora Mariangela non ha voluto fornirci le
generalità per sua esplicita richiesta, che avrebbe visto circa tre o quattro mesi prima
mentre era in auto un "affare grosso" di colore grigio in mezzo alla strada, che Mariangela non ha voluto fornirci le
generalità per sua esplicita richiesta, che avrebbe visto circa tre o quattro mesi prima
mentre era in auto un "affare grosso" di colore grigio in mezzo alla strada, che poi si
sarebbe alzato scomparendo in cielo.
La giornalista Paola Scola ci ha inoltre fornito il nominativo di un giovane di Mondovì
(CN) il quale sostiene di avere lui stesso più volte osservato anche in quei giorni
misteriosi velivoli ed oggetti inconsueti nella zona, riconducendo il tutto a "palloni
meteorologici" in uso all'Aeronautica Militare oppure a prototipi di aerei sperimentali a
decollo verticale. Inutile dire che si tratta di informazioni frammentarie, peraltro poco
utili ai fini della nostra indagine, che comunque possono mettere in risalto l'evolversi
di un certo folklore vivente, non solo ufologico, tutt'ora in fieri.
_ risultata invece del tutto infondata e priva di ogni interesse la notizia relativa a un
giovane commerciante di Fossano che avrebbe addirittura fotografato l'UFO, vendendone poi
l'esclusiva, a sua detta, al settimanale Visto. Questa almeno è la versione da lui
raccontata ai testimoni e agli altri frequentatori del mercato settimanale di Monesiglio
(presso il quale occasionalmente tiene un banco di biancheria). Dopo lunghe ricerche
abbiamo appurato l'identità dell'individuo ma, nonostante l'evidenza schiacciante e le
palesi contraddizioni manifestate, costui si è pero rifiutato di ammettere di aver
raccontato la storia. Dunque non solo è scomparsa la foto dell'UFO, ma anche l'autore
della medesima! Come se non bastasse, la signora Mariangela ci ha confidato che il ragazzo
le consigliò addirittura di bruciare con un tizzone il terreno dove si era presumibilmente
posato l'UFO con l'intento di creare una traccia ad hoc, in modo da richiamare sul posto i
giornalisti, fare eseguire delle foto e farsi dare dei soldi. No comment!
Ulteriori conferme
Segnaliamo, per la loro particolare rilevanza, i coinvolgimenti di Carabinieri e sindaco
del paese.
La notizia è giunta alla caserma dei Carabinieri di Monesiglio, competenti per territorio,
il giorno stesso tramite una telefonata della giornalista Paola Scola che chiedeva un
parere in merito ed eventuali ulteriori conferme.
Un sopralluogo, con intervista ai diretti testimoni e visita del sito di stazionamento
dell'oggetto, è stato eseguito dal comandante della stazione. Questi, pienamente convinto
della buona fede e serietà dei testimoni, ha verbalizzato l'accaduto informando in merito
gli enti preposti. Egli ci ha inoltre fornito, a puro titolo informativo, alcuni
particolari non direttamente connessi all'avvistamento (almeno per quanto ne sappiamo): la
precisa zona di terreno sopra la quale pare essersi librato l'UFO sarebbe stata più volte
in passato colpita da fulmini; nei giorni seguenti l'avvistamento si sarebbero verificati
black out elettrici intorno alle ore 24 e della durata di 10-15 minuti senza "ragioni
apparenti".
Il sindaco di Monesiglio è anche il medico curante dei testimoni. La sua opinione è quindi
di speciale interesse. Egli ci ha confermato che il signor Giuseppe, la signora Mariangela
e il signor Luigi "sono per quanto mi consta persone serie ed affidabili, non hanno mai in
passato presentato segni di turbe psichiche, non assumono farmaci psicoattivi n‚ sono
dediti all'alcool".
Chi l'ha visto
A nostro giudizio ci troviamo di fronte a testimonianze e a testimoni che possiamo senza
ombra di dubbio ritenere attendibili. Non sono emerse contraddizioni di alcun tipo, se non
piccole differenze di sfumatura legate alla soggettivitàdella percezione umana (si veda
ad esempio il colore dell'oggetto o l'interpretazione data alla luce "lampeggiante").
Anche in queste piccole differenze le loro testimonianze sono sempre rimaste coerenti e
prive di aggiunte o abbellimenti, nei diversi colloqui avuti con noi e con i Carabinieri
di Monesiglio.
Il signor Giuseppe, l'unico testimone ad aver osservato l'oggetto a terra, è apparso
guardingo e introverso, tanto che inizialmente si è dimostrato restio e poco disponibile a
collaborare. La fiducia nei nostri confronti ha però rapidamente prevalso sulla diffidenza
verso gli estranei, soprattutto se interessati a "una cosa da nulla" come l'avvistamento.
Egli si è dimostrato un testimone tanto sintetico e preciso quanto attento nel non cercare
di abbellire il racconto nonostante il nostro intenzionale ricorso a domande-guida. Ad
esempio all'interrogativo "E come sembrava? Metallico? Sembrava...?", il signor Giuseppe
rispondeva fermamente: "Eeeeeh...come faccio a sapere se era metallico, se
era...Bisogna(va) andarci a vedere! Io non ci sono andato: tutto lì!"
C'è da dire che, a parte l'iniziale trascuratezza, il testimone non ha nascosto
meraviglia, stupore, curiosità per ciò che ha visto, in considerazione soprattutto del
fatto di non essersene data una ragione, quasi rimpiangendo di non aver avuto all'inizio
un minimo di iniziativa recandosi sul posto per constatare da vicino di che cosa si
trattasse.
La moglie dell'agricoltore non ha mai fatto cenno dell'essere stata anch'essa testimone
dell'oggetto in allontanamento, se non nel nostro ultimo sopralluogo (e difatti su tutti i
resoconti giornalistici si parla sempre di tre testimoni), quasi a voler evitare noie o
seccature. La sua testimonianza, pur essendo limitata alla fase finale, conferma quelle
rilasciate dalle altre persone presenti.
La signora Mariangela, a differenza del signor Giuseppe, èsempre apparsa estremamente
disponibile a parlare, essendo, come carattere, decisamente piùestroversa e logorroica.
Pur infastidita per l'eccessiva importanza data alla vicenda, si è dimostrata, per quanto
concerne l'avvistamento in s‚, un'accurata osservatrice, contribuendo notevolmente a
chiarire la dinamica dell'evento. _ la sola testimone ad aver eseguito di proprio pugno
uno schizzo dell'oggetto avvistato. Oltre a fornire un'accurata panoramica del suo
vissuto, ha dimostrato di ricordare nitidamente i diversi particolari riferitigli dagli
altri testimoni (soprattutto il signor Giuseppe e il marito, Luigi), evidenziandone i
punti di contatto o le apparenti discrepanze. Grazie all'ottima memoria e ad una spiccata
dimestichezza al dialogo, si è rivelata un'attenta raccoglitrice di informazioni, voci,
rumori.
A questo proposito un ruolo speciale hanno avuto la telefonata sul presunto IR-3 di Ormea,
le voci su basi militari in zona, la vicenda della foto, e il diffuso folklore (di origine
principalmente televisiva) a base di alieni, autopsie e rapimenti. Voci che in altre
circostanze avrebbero fatto parlare di inquinamento della testimonianza, ma che in questo
caso speciale hanno tutto sommato un'importanza limitata. _ infatti parso evidente il suo
tentativo di razionalizzare tutte le varie voci, aneddoti e testimonianze raccolte
(attuando una metodologia che per certi versi ricorda l'ufologia anni '50),
confrontandole, senza integrarle, con la sua testimonianza e senza alterare i ricordi
tutt'ora vivi e riferiti in maniera asettica.
Il marito, Luigi, testimone delle ultime fasi dell'avvistamento, estremamente disponibile
e cordiale, sebbene meno meticoloso della consorte, si èpiù volte dimostrato seccato per
la derisione della gente. Un sesettica.
Il marito, Luigi, testimone delle ultime fasi dell'avvistamento, estremamente disponibile
e cordiale, sebbene meno meticoloso della consorte, si è più volte dimostrato seccato per
la derisione della gente. Un sentimento solo in parte giustificato poich‚, al di là di
alcuni commenti ironici, in genere non è stata mai messa in discussione la buona fede dei
testimoni.
UN OGGETTO CHE RIMANE SCONOSCIUTO
Rimane a questo punto la domanda delle domande: che cos'era l'oggetto che volava per i
cieli dell'alta Langa la mattina del 10 luglio 1995?
Un RPV? Ossia un Remotely Piloted Vehicle (Veicolo pilotato a distanza)?
Difficilmente. Sono almeno tre le obiezioni, suscettibili comunque di modifiche: a)
l'assenza di manovre militari in zona (come dichiaratoci dal brigadiere dei Carabinieri);
b) il fatto che questi velivoli siano solitamente utilizzati (al di là delle aree di
guerra), dati i costi e i rischi, in aree appositamente prestabilite lontane dai centri
abitati - come il poligono militare di Perdasdefogu in Sardegna; c) la totale assenza di
rumore.
Un oggetto aerostatico?
L'ipotesi appare più plausibile. Diversi sono i punti a sostegno:
1) l'iniziale impressione del signor Giuseppe di trovarsi di fronte a un qualcosa non ben
definito simile a un telo, uno straccio o a un sacchetto di plastica apparentemente
immobile sulla vegetazione (un pallone floscio e/o sgonfio?);
2) il fatto che l'oggetto abbia iniziato a levarsi in volo dopo il sorgere del sole
(correlazione causale col calore solare?);
3) i paragoni descrittivi che emergono dalle dichiarazioni dei testimoni: simile a una
"mongolfiera" (sebbene molto piccola e senza il fuoco sottostante) per il signor Giuseppe
o a un "bidone" per la signora Mariangela;
4) il lento levarsi e procedere in volo "come se fosse una barca dondolata dalle onde"
(signora Mariangela), dapprima verticalmente e poi oscillando in avanti con moto lento e
regolare scomparendo sempre più in alto nel cielo;
5) la lunga durata dell'avvistamento valutabile, se si considerano i 10-15 minuti in cui
il signor Giuseppe si è intrattenuto nella stalla, in 20-30 minuti.
Sussistono comunque degli elementi che contraddicono almeno in parte tale ipotesi
esplicativa:
a) l'apparente assenza di vento, anche se non abbiamo elementi quantitativi a supporto su
eventuali correnti al suolo o in quota. Disponiamo solo dei dati della stazione
meteorologica di Belvedere Mondovì - circa a 30 Km di distanza - in base ai quali alle ore
6 vi era un vento di 5 nodi (circa 9 Km/h) proveniente da ovest, mentre alle ore 12 il
vento era di 4 nodi (circa 7 Km/h) proveniente da nord-est;
b) l'apparente moto proprio assunto dall'oggetto;
c) l'apparente struttura tecnologica dell'oggetto, pur considerando i limiti percettivi e
descrittivi propri di ogni testimonianza. Si consideri ad esempio la luce lampeggiante
verde, o la sagoma dell'oggetto che per certi versi richiama quello avvistato a Pettorano
sul Gizio (AQ) e in altri siti dell'ondata dei cosiddetti "umanoidi volanti", e per altri
quello di Varzi (PV) del 5 giugno 1983. Tanti i punti di contatto: la sagoma dell'oggetto,
il suo moto, la presenza di una partenza e non di un atterraggio.
Un UFO? Beh, in senso stretto, sì.
Non disponiamo ancora di elementi sufficienti per identificare l'oggetto in questo o in
quel senso. Certo, la possibile identificazione che ci sembra meno inadeguata è quella
dell'oggetto aerostatico, ma ciò non ci autorizza ancora a classificare l'avvistamento
come IFO, soprattutto perchè manca un'idea precisa su quale tipo di oggetto aerostatico
potrebbe avere le caratteristiche descritte. Crediamo poi che l'avvistamento possa
stimolare delle ulteriori, interessanti riflessioni se messo in rapporto con la già citata
ondata di "umanoidi volanti" (si veda UFO n. 13 e n. 15).
In definitiva ci troviamo di fronte a un fenomeno, di indiscutibile matrice tecnologica e
di non banale identificazione il quale, al di là di ogni riduzionismo di comodo - come è
solito dire un sedicente esperto nostrano di ufologia - "esiste resiste e persiste" anche
dopo gli adeguati approfondimenti d'indagine.
Alle indagini hanno partecipato Pier Carlo Bormida, Fabrizio Dividi, Paolo Fiorino e Matteo Leone
nonostante il nostro intenzionale ricorso a domande-guida. Ad
esempio all'interrogativo "E come sembrava? Metallico? Sembrava...?", il s