MONUMENTI SU MARTE ?
LA CONTROVERSIA SULL'INTERPRETAZIONE DI ALCUNE STRANE
FOTOGRAFIE
- Maurizio Verga -
Il 25 Settembre 1992 un vettore Titan III si levò dalla
base di Cape Canaveral per lanciare verso Marte una sonda
automatica, la prima dopo diciassette anni di abbandono
dell'esplorazione del pianeta rosso.
"Mars Observer",questo il nome della sonda da 511 milioni
di dollari, aveva come obbiettivo la ripresa fotografica
approfondita di Marte, eseguita con strumenti che permet-
tevano una definizione di ripresa cinquanta volte superio-
re a quella dei sui predecessori,le famose sonde "Viking"
che atterrarono sulla superficie del pianeta nel 1976.
Alla fine di Agosto del 1993, "Mars Observer" avrebbe
dovuto raggiungere Marte ed eseguire la sua missione,
fotografando anche una zona desertica settentrionale,
chiamata "Cydonia", dove erano state riprese delle foto-
grafie mostranti qualcosa di simile a delle strane costru-
zioni, tra cui una specie di "sfinge". Inizialmente la
NASA non aveva ritenuto la zona meritevole di un rileva-
mento da satellite, escludendone, quindi, la ricognizione
nel corso di tale missione, ma poi, grazie anche alle
pressioni eseguite sul mondo scientifico e politico da
parte del gruppo "Mars Mission",da anni attivo sul miste-
ro di tali foto, l'ente spaziale americano aveva riconsi-
derato i propri piani ed incluso la ripresa di immagini
della zona di Cydonia all'interno del proprio programma
di esplorazione.
In maniera del tutto imprevista, il 20 Agosto 1993, poco
prima di iniziare l'ultima fase di avvicinamento a Marte,
la sonda non ha più risposto ai comandi che giungevano da
terra per immetterla in orbita intorno al pianeta: "Mars
Observer" è stata così perduta,con un notevolissimo danno
scientifico ed economico. Subito sono scoppiate le pole-
miche. Il gruppo "Mars Mission" di San Francisco, capeg-
giato dall'ex consulente della NASA Richard Hoagland (che
fra l'altro, aveva collaborato alla preparazione del famo-
so messaggio contenente la stilizzazione di un uomo ed una
donna ripotato all'interno delle sonde Vojager lanciate al
di là del sistema solare), organizzò immediatamente una
conferenza stampa per denunciare alla stampa internazio-
nale quella che lui definiva una congiura operata dalla
NASA per sabotare deliberatamente la sonda ed impedire,
quindi, la conferma dell'esistenza di quelle struttura
achitettoniche nel deserto di Cydonia e, conseguentemente,
la presenza di esseri intelligenti sul pianeta rosso.
Il gruppo si era interessato alla questione fin dalla fine
degli anni settanta, quando furono rese disponibili le pri-
me foto del Viking mostranti la cosiddetta "sfinge"e le
altre "costruzioni" vicine. Si fece subito un gran parlare
della cosa e si creò un forte interesse verso l'argomento
che fu presto ribattezzato "monumenti marziani" o "facce
marziane"; Hoagland ed altri autori (tra cui Mark Carlotto,
uno specialista in elaborazione d'immagine, altro membro
del gruppo "Mars Mission") pubblicarono libri, videocas-
sette e numerosi articoli sull'argomento, mantenendo vivo,
nel corso degli anni, l'interesse per l'enigma.
Chiaramente, come succede sempre con tematiche del genere,
fiorirono le ipotesi e le interpretazioni più fantasiose,
il più delle volte frutto di una fervida speculazione piut-
tosto che di un critico e ragionato approccio al problema.
Incominciò subito anche lo sfruttamento commerciale del
filone, con tanto di registrazione del logo della cosid-
detta "sfinge" per la produzione di gadgets o l'uso delle
relative immagini.
COME E' DIFFICILE ANDARE SU MARTE ....
Già prima di sollevarsi dalla torre di servizio su cui era
stata alloggiata, "Mars Observer" aveva dato adito al dub-
bio che fosse stata sabotata. Nel corso della verifica
dello stato del satellite a causa delle avverse condizioni
meteorologiche portate dall'uragano Andrews,furono trovati
dei "detriti" nell'ottica delle fotocamere che sarebbero
state utilizzate per la ripresa delle immagini della super-
ficie del pianeta. Fu quindi per un caso fortuito che ven-
ne impedito alla sonda di diventare "cieca" e praticamente
inutilizzabile, una volta in orbita intorno al pianeta.
Qualcuno, già allora, parlò di sabotaggio,anche se l'impos-
sibilità di conoscere perfettamente i contorni della vicen-
da non possono indurci ad accettare tale accusa.
La NASA, comunque, fu accusata di cercare di evitare o
ritardare il lancio della sonda, adducendo vari pretesti
(ad esempio l'indisponibilità di un razzo vettore, quando
si dice, invece, che la ditta fornitrice dello stesso lo
avrebbe offerto gratuitamente se la sonda fosse partita
quando programmata).
Dicerie e supposizioni sulla distruzione o messa fuori uso
di più satelliti artificiali diretti verso Marte hanno
ripreso corpo a seguito del fallimento della missione
"Mars Observer". Già negli anni sessanta si era parlato di
ciò a seguito di problemi con alcune sonde automatiche là
indirizzate: negli anni settanta qualcuno, sull'onda del
successo del libro di Charles Berlitz sul cosiddetto
"Triangolo delle Bermude", parlò addirittura di un'analoga
zona nello spazio attorno a Marte. Speculazioni selvagge,
certo. Comunque, nel 1989 una delle due sonde russe PHOBOS
lanciate, l'anno precedente, raggiunse Marte (l'altra era
andata persa: "come al solito", aggiunsero i sostenitori
della presenza di un'oscura minaccia che incombeva sulle
esplorazioni verso il pianeta) e scattò alcune centinaia
di fotografie. Poi, senza alcun tipo di avviso o di mal-
funzionamento, la sonda si "spense" , proprio prima dell'
inizio della terza e più importante fase della missione;
la ricognizione ravvicinata del misterioso satellite
Phobos. La notte in cui la sonda fu persa, si dice che
alcuni centri spaziali occidentali, in ascolto di Radio
Mosca, captarono le notizie riguardanti l'inesplicabile
"fallimento della missione", inframmezzate con storie
riguardanti "preti ortodossi invitati al Centro moscovita
di controllo della Missione PHOBOS 2 ... per vedere foto-
grafie di Marte .. e per discutere sulla Creazione .." (?).
MONUMENTI CICLOPICI SU MARTE ?
Quale il motivo del supposto tentativo dell'ente spaziale
americano di censurare l'osservazione del pianeta rosso ?
Hoagland ed il suo gruppo affermano che ciò va ricercato
nella presenza di inequivocabili segni di una antica civil-
tà su una serie di foto riprese dai Viking 1 e 2 nell'esta-
te del 1976.Tra le circa 60.000 immagini riprese in quell'
occasione, alcune presentavano delle conformazioni sul ter-
reno che apparivano come manufatti di immense proporzioni;
in particolare, c'era una una struttura centrale, lunga un
miglio ed alta 500 metri, ben delineata e dalle straordi-
narie fattezze di un volto umano, attorno a cui v'era una
serie di "piramidi"no che apparivano come manufatti di immense proporzioni;
in particolare, c'era una una struttura centrale, lunga un
miglio ed alta 500 metri, ben delineata e dalle straordi-
narie fattezze di un volto umano, attorno a cui v'era una
serie di "piramidi" e di altre strutture apparentemente di
origine architettonica. Già all'epoca si parlò di "monumen-
ti marziani" e della possibilità che antichi abitatori del
pianeta o visitatori dello stesso o, addirittura, un'anti-
ca civiltà terrestre oggi scomparsa abbiano potuto realiz-
zare questi complessi, ma la NASA spiegò il tutto come il
risultato di una erosione naturale, accompagnata da un biz-
zarro gioco di luci ed ombre. Quest'ultima valutazione ven-
ne rifiutata dai membri di "Mars Mission", in quanto le
fotografie erano state scattate dal Viking mentre transi-
tava su orbite diverse e, quindi, da angolazioni differen-
ti rispetto ai "monumenti" stessi, eliminando quindi la
possibilità di strane coincidenze di luci indicenti.
Nel 1984 Hoagland presentò un rapporto ad una conferenza
scientifica tenuta all'università del Colorado, rimarcando
l'eccezionalità della scoperta e facendo pressione su vari
organismi governativi per dare inizio ad una esplorazione
più accurata della zona: le possibili implicazioni legate
alla scoperta di costruzioni extraterrestri, a suo dire,
sarebbero potute essere enormi.
Alcune analisi basate sull'elaborazione digitale delle
immagini riprese dal Viking furono condotte all'epoca
sfruttando la tecnologia esistente, ma è stato solo negli
ultimi anni, con la disponibilità di strumenti molto più
sofisticati, che è stato possibile condurre una ricerca
estensiva in grado di fornire ulteriori elementi di valu-
tazione e, a dire di Hoagland, ulteriormente probanti per
le sue affermazioni. Va comunque fatto preesente che le
fotografie mandate a terra dal Viking erano in bassa riso-
luzione e, contenevano, quindi una quantità piuttosto limi-
tata di informazioni di qualità non elevata.
E' con un pizzico di sufficienza, perciò, che si conside-
rano le conclusioni a cui sono giunti gli studiosi ameri-
cani sulla scorta di elaborazioni d'immagine eseguite su
quelle stesse fotografie.
Per esempio, furono trovate delle similitudini geometriche
tra la disposizione dei monumenti e quella di alcune città
del Medio Oriente; non, per niente, si dice, "Cairo"signi-
fica "Marte" in arabo e la principale faccia ripresa dal
Viking assomiglia, in qualche misura, alla famosa sfinge
di Giza. La "sfinge marziana" avrebbe avuto delle relazioni
geometriche con gli altri "monumenti" situati in sua pros-
simità, tanto da far emergere la presenza di due costanti
matematiche, "e" e "pi", ricavate dalle misure angolari
della disposizione dei "monumenti" stessi attorno alla
"sfinge". Tali costanti, inoltre, sarebbero state trovate
anche "codificate" nella latitudine geodetica del comples-
so di "monumenti" sul pianeta. A dire dei membri di "Mars
Mission", le costanti geometriche e matematiche scoperte
nel deserto di Cydonia sembrano essere una comunicazione
altamente specifica di "geometria tetraedica". A seguito
di tutta una serie di successive valutazioni ed interpre-
tazioni delle analisi da loro effettuate, Hoagland ha
affermato che i "monumenti" portanto in sè un messaggio
che dovrebbe portarci alla scoperta di una manifestazione
astrofisica, verificabile, di un "campo unificato" di base,
collegante momento angolare del pianeta ed elettromagne-
tismo, con rilascio di energia superficiale (conclusioni
un po' critiche per dei profani. Certo che arrivare a ciò
partendo da delle foto in bassa risoluzione scattate a
qualche centinaio di chilometri di altezza è veramente
notevole !). Le implicazioni finali, sempre a detta degli
studiosi americani, porterebbero a scoperte risolutive nel
campo della cosiddetta "Teoria del Campo Unificato", di
nuove forme di energia e perfino al controllo finale della
stessa forza di gravità.
Tale affermazioni, senz'altro opinabili per ciò che riguar-
da le interpretazioni a cui fanno riferimento, hanno susci-
tato diverse reazioni negli Stati Uniti, compreso alcuni
approcci particolarmente critici all'intera questione, che
hanno evidenziato forti perplessità e spiegazioni molto
più prosaiche nell'analisi delle famose foto del Viking.
In particolare, è stato rimarcato come i risultati a cui
sono giunti Mark Carlotto e Errol Torun (altro membro di
"Mars Mission") non sono stati ancora duplicati da altri
ricercatori scientifici, la qual cosa non giova molto all'
accettazione dell'intera questione (oltre che un limite
dello stesso ambiente scientifico, il cui scopo dovrebbe
essere anche quello di confermare o confutare episodi di
questo genere e potenziale portata).
Per dovere di cronaca è opportuno ricordare come siano
state trovate almeno altre due "facce" nella regione di
Utopia, da parte di due ex-impiegati della NASA, Vincent
Di Pietro e Gregory Molenaar (membri di un altro gruppo
dedito allo studio delle "facce marziane", il "Mars
Research" di Glenn Dale, Maryland). La prima di esse è
particolarmente simile a quella trovata nella zona di
Cydonia, con l'eccezione di un apparente danno al "naso",
in una maniera molto simile a quella riscontrabile sulla
"nostra" sfinge di Giza. Sarebbe di dimensioni enormi;
circa 2,5 chilometri di lunghezza e due chilometri di
larghezza ! La seconda faccia sarebbe situata più a sud e
avrebbe caratteristiche simili alle precedenti. Inoltre,
in prossimità del polo Sud di Marte sarebbe stata eviden-
ziata la cosiddetta "città Inca", cioèun insieme di
ciclopiche "piramidi".
MARTE, PIANETA DI MISTERI .... E DI CONGIURE
Su Marte si sono succedute diverse illazioni, storie e
leggende. Inutile qui riprendere le tematiche riguardanti
la presenza di presunti marziani o delle loro vestigia,
che si sono succedute negli ultimi secoli e che hanno
fatto nascere la comune idea di "marziano" come di essere
intelligente extraterrestre (basta pensare all'accesa
polemica intorno ai cosiddetti "canali" scoperti nel
secolo scorso dall'astronomo italiano Schiapparelli).
Uno degli ultimi esempi può essere rintracciato nel film
"Total Recall" ("Atto di Forza" in Italia), dove nelle
scene finali si parla di un'enorme macchina costruita da
una razza aliena su Marte per produrre aria e, quindi,
dotare il pianeta di un'atmosfera respirabile per la
colonia umana là residente. Ci pare, comunque, interessan-
te menzionare una storia, molto più recente ed appartenen-
te al ricco filone anglo-americano delle cosiddette congiu-
re, che, a ragione, può essere più o meno direttamente col-
legata con la pretesa del gruppo di Hoagland che Mars
Oberver sia stato deliberatamente sabotato per nascondere
qualcosa all'umanità.
Il 20 Giugno 1977 (secondo un'altra fonte il 1° Aprile) la
rete televisiva privata britannica ITV trasmise un documen-
tario, prodotto da Anglia Television, nell'ambito della
serie "Science Report" dedicato a rivelazioni concernenti
un mostruoso piano architettato dalle (allora) superpil 1° Aprile) la
rete televisiva privata britannica ITV trasmise un documen-
tario, prodotto da Anglia Television, nell'ambito della
serie "Science Report" dedicato a rivelazioni concernenti
un mostruoso piano architettato dalle (allora) superpoten-
ze USA e URSS. Narra la storia che nel 1957, in occasione
di un convegno segreto tenuto a Huntsville, nel Texas,
fosse stato previsto un periodo di catastrofici mutamenti
climatici dovuti al cosiddetto "effetto serra" ed al
conseguente aumento della temperatura ambientale.
Furono prese in considerazione diverse alternative,ma solo
la terza di esse venne ritenuta praticabile;
Unione Sovietica e Stati Uniti unirono le loro forze
(insieme ad altri paesi, come Gran Bretagna e Germania)
per darne concreto seguito. Era nata la cosiddetta
"Alternativa 3".
Il piano prevedeva la costituzione di una colonia autosuf-
ficiente installata su Marte in modo da permettere ad un
gruppo selezionatissimo di persone di sfuggire al destino
a cui la Terra sarebbe stata irremediabilmente condannata.
Per far ciò erano necessari grossi investimenti (provenien-
ti da fondi segreti, su cui nessuno è in grado di indagare.
Si dice altresì che parte dei soldi siano giunti attraver-
so i finanziamenti del programma spaziale americano, in
realtà una messinscena elaborata in studi cinematografici,
per dirottare le relative, enormi, somme di denaro su
"Alternativa 3". Ma questo rappresenta un ennesimo filone
delle congiure ...) e grandi quantità di mano d'opera.
Quest'ultimo problema venne risolto facendo uso di rapimen-
ti di persone in ogni angolo del globo ed alla loro
"robotizzazione" tramite opportuni interventi chirurgici
che eliminavano ogni possibilità di volontà ed autodeter-
minazione, trasformandoli in veri e propri schiavi pronti
ad eseguire qualsiasi ordine loro comandato.
Questi "esseri inferiori", inoltre, venivano privati di
qualsiasi stimolo sessuale che potesse interferire sulla
loro attività programmata per diventare dei perfetti
esecutori di lavori più o meno pesanti. Molti scienziati,
inoltre, sarebbero stati reclutati, talvolta con la forza,
ad unirsi all'incredibile iniziativa; da qui, a dire dei
"supporters" di "Alternativa 3", si spiegherebbero le
misteriose scomparse di scienziati spesso riscontrabili
nelle cronache internazionali.
Il 22 Maggio 1962 una sonda realizzata congiuntamente da
russi ed americani sarebbe atterrata su Marte in funzione
di "battistrada" nei confronti delle successive missioni
pilotate e destinate all'installazione di una base stabile.
Un filmato riproducente l'atterraggio di tale sonda, con
il sottofondo di comunicazioni di servizio russo-americane,
fu trasmesso nel corso del già citato documentario, accre-
scendo ancor di più la drammaticità del servizio giornali-
stico (ma il filmato assomiglia stranamente più ad una
messinscena cinematografica che ad una ripresa spaziale
del 1962 !). Parallelamente alla fondazione della base su
Marte, fu installata una prima base sulla Luna, nella zona
di Cassini, in seguito sostituita da un'altra, più grande
e moderna, nel cratere Archimede. Quest'ultima base fu in
seguito quasi distrutta a causa di un tentativo di fuga da
parte di un gruppo di scienzati reclutati nell'ambito del
progetto, ma che, venuti a conoscenza della terribile
realtà che si celava dietro di esso, cercarono di fare
ritorno sulla Terra per rendere di dominio pubblico l'esi-
stenza di una congiura internazionale di così grande pro-
porzioni.
In seguito al reportage della ITV, arrivarono centinaia di
telefonate e lettere ai giornali, provenienti da telespet-
tatori preoccupati di sapere se quanto trasmesso corris-
pondesse effettivamente a realtà. L'emittente televisiva
diramò allora un comunicato affermando che si era trattato
di "fiction", cioè di un'invenzione pseudo-giornlasitica.
Non tutti però credettero alla smentita.
Due giornalisti, David Ambrose e Leslie Watkins, collabora-
tori del programma, scrissero in seguito un libro, proba-
bilmente consci del probabile successo commerciale dello
stesso, visto il clamore che l'argomento aveva suscitato.
Il libro conteneva ulteriori informazioni oltre a quelle
presentate nel documentario e contribuiva a sostanziare
ulteriormente la presenza della supposta congiura ordita
dai "potenti"; infatti fu detto che la pubblicazione del
libro era stata oggetto di un tentativo di soppressione da
parte delle autorità britanniche. In breve tempo il libro
divenne introvabile e le poche copie in circolazione veni-
vano offerte (e lo sono tutt'ora) a prezzi piuttosto ele-
vati. Lo stesso documentario originale è stato ridotto in
videocassetta, illegalmente, da una casa di produzione
pirata californiana ed offerta a cinquanta dollari.
Furono, inoltre, fatte circolari voci riguardanti la pre-
sunta censura da parte delle autorità britanniche ed ameri-
cane nei confronti della trasmissione televisiva e del
libro, molto probabilmente per accrescere ancora di più
l'alone di mistero attorno a questa (affascinante, bisogna
riconoscerlo) storia.
E' opportuno rimarcare come la supposta evidenza portata
a conforto della congiura internazionale risulti partico-
larmente debole e spesso basata su fatti o considerazioni
che potrebbero essere spiegati benissimo in altro modo,
molto più prosaico rispetto al preteso insediamento di una
gigantesca colonia umana su Marte. In ogni caso, appare
molto probabile che l'intera vicenda sia stata una grossa
messinscena, a partire dal documentario televisivo (tras-
messo, "casualmente", il 1° di Aprile) che voleva rinver-
dire i fasti del famoso docu-drama di Orson Wells alla
radio americana nel 1938 (quando, in diretta, si mise a
descrivere lo sbarco dei marziani, causando la fuga di
migliaia di persone, in preda al panico, da New York).
Uno degli stessi realizzatori del documentario,Christopher
Miles, scrisse una lettera ad un tale di Toronto,nel 1980,
affermando esplicitamente che l'intera storia era una
colossale frottola, che aveva avuto l'effetto di entrare
efficacemente nell'immaginario di molte persone.
Certo è che l'argomento ha suscitato un grosso interesse
presso una parte del pubblico anglo-americano, generando,
a sua volta,ulteriori scritti e storie supplementari sull'
argomento. Non a caso, "Alternativa 3" rientra nel ricco
(e schizoide) filone delle congiure che ha sempre attratto
tale pubblico; la presenza di una "minaccia" all'umanità
è sempre stata una costante di letteratura e cinema, dalle
forme più blande fino a quelle più esasperate ed incredi-
bili (per esempio, quella relativa ad un ipotetico accordo
tra governo americano ed alieni per la fornitura di tecno-
logia in cambio della possibilità di rapire uomini e donne
da sottoporre ad esperimenti genetici, se non di peggio).
Molte tematiche di questa storia sono state successivamen-
te riprese da alcuni personaggi americani, come William
Cooper e John Lear, che hanno a lungo dissertato, a parti-
re dalla seconda metà degli anni ottanta tramite libri e
conferenze, su tutta una serie di congiure contro l'umani-
tà, in cui esseri extraterrestri erano quasi sempre coin-
volti. Tra le incredibili affermazioni di tali individui
(sulla cui attendibilità è inutile soffermarsi) ibri e
conferenze, su tutta una serie di congiure contro l'umani-
tà, in cui esseri extraterrestri erano quasi sempre coin-
volti. Tra le incredibili affermazioni di tali individui
(sulla cui attendibilità è inutile soffermarsi) si possono
ricordare: la presenza di colonie russo-americane-aliene
sulla Luna (base "Luna") e Marte; lo sviluppo di armi
batteriologiche mortali per lo sterminio di buona parte
della sempre crescente popolazione terrestre (e l'AIDS
sarebbe solo una di esse); la luna ha in realtà dei laghi
artificiali, un'atmosfera con nubi e delle aree dove
crescono delle piante; il recupero di UFO precipitati da
parte del governo americano e successivi tentativi, piùo
meno riusciti, di farli volare nuovamente. Ma la serie di
speculazioni ed affermazioni assolutamente non circostan-
ziate presentate da personaggi (molto poco attendibili, a
dire di quasi tutti gli stessi ufologi americani) come
Cooper e Lear è estremamente vasta ed ha conquistato molti
appassionati, fedeli clienti delle loro pubblicazioni e
regolari spettatori delle loro conferenze.
NOTA AD INIZIO ARTICOLO
La tematica di questo articolo, la presenza di presunti
"monumenti" sulla superficie di Marte ed altre storie
riguardanti il pianeta rosso, non rientrano nell'ambito
delle tematiche prettamente legate al fenomeno dei cosid-
detti "oggetti volanti non identificati" (UFO), studiato
dal Centro Italiano Studi Ufologici ed oggetto di questa
rubrica. Nondimeno, l'argomento è tornato di attualitànel
corso dell'estate 1993, ragion per cui si è pensato di af-
frontarlo sul primo numero di "NEURAL" proprio per mante-
nerne intatta la "freschezza informativa". A partire dal
prossimo numero verranno presi in considerazione temi
specifici dell'ufologia, tra cui lo studio della materia e
una presentazione critica dei cosiddetti "incontri ravvi-
cinati" verificatesi in Italia.
RIQUADRO FINALE
Il Centro Italiano Studi Ufologici, la più grande e seria
associazione per la raccolta e lo studio delle informazioni
relative a fenomeni aerei anomali, è a disposizione degli
interessati per fornire informazioni dettagliate riguardo
la sua attività e le sue numerose pubblicazioni specializ-
zate. Coloro che ritengono di essere stati testimoni dell'
avvistamento di un fenomeno aereo anomalo possono comuni-
carlo direttamente al Centro stesso, Casella Postale 82,
10100 TORINO o lasciando un messaggio alla segreteria
telefonica 011-3290279. Viene garantita la massima riser-
vatezza.
Domande inerenti l'ufologia o materie connesse possono
essere rivolte agli esperti del C.I.S.U. scrivendo diret-
tamente alla redazione di "NEURAL"; le relative risposte
saranno pubblicate all'interno di un'apposita rubrica.
anamente più ad una
messinscena cinematografica che ad una ripresa spaziale
del 1962 !). Para