Dieci anni dopo
DALLA NASCITA DEL CISU ALLE PROSPETTIVE FUTURE
DELL'UFOLOGIA ITALIANA
di Edoardo Russo
Alla fine del 1995 il CISU ha compiuto dieci anni, un anniversario simbolico nel quale
possiamo voltarci indietro per tracciare un breve riassunto che ci aiuti ad orientarci, in
questo momento in cui l'ufologia (non solo in Italia) mostra qualche incertezza circa i
classici quesiti esistenziali: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo.
Da dove veniamo? Quale fu nel 1985 il senso di costituire una nuova associazione, operandoa
una scissione dal Centro Ufologico Nazionale (CUN)? Se andiamo a rileggerci la lettera del
dicembre 1985 nella quale si annunciava la nascita del CISU, gli obiettivi che ci si
poneva erano: lavorare sul campo, promuovere lo studio del fenoèeno UFO, favorire al
massimo la libera circolazione dell'informazione fra gli interessati, coordinare le
attività ufologiche a livello nazionale, realizzare convegni ed incontri di studio e di
aggiornamento, riprendere le pubblicazioni di una rivista ufologica e far decollare
l'ufologia italiana portandola alla pari con altre nazioni.
Non si potevano ottenere questi obiettivi in seno al CUN, tanto più che tutti i fondatori
del CISU ne erano stati fino allora soci, anzi dirigenti a livello locale o nazionale? La
risposta di allora fu che no, se non ci si era riusciti dopo anni di tentativi, non aveva
senso perdere ancora tempo, energie e risorse umane a vincere le resistenze di chi
nell'ufologia vedeva tutt'altro e anzi stava di fatto paralizzando lo sviluppo e le
attività del Centro, nell'ottica dichiarata di porsi come contraltare delle autorità
politiche e militari e con l'unico scopo di stimolare la creazione di una commissione
ufologica ufficiale in Italia.
La decisione di andarcene per la nostra strada fu inaspettata e sofferta, e venne a lungo
osteggiata dal leader del CUN, Roberto Pinotti, nonostante che poi lo stesso Pinotti per
anni sia andato a raccontare in giro che il CISU era stato fondato da elementi
"estromessi" o "allontanati" dal CUN, e in un secondo tempo si sia addirittura inventato
inesistenti dissidi ideologici fra sostenitori di differenti ipotesi sulla natura degli
UFO.
In realtà, la natura traumatica della separazione ha fatto sì che l'ufologia italiana si è
caratterizzata da dieci anni a questa parte per la presenza di due associazioni nazionali
rivali, anche se dobbiamo dire di non aver mai patito troppa concorrenza sugli obiettivi
che ci eravamo posti.
Se infatti quello che è rimasto del Centro Ufologico Nazionale ha fallito in quegli stessi
scopi che si era dato, per quanto riguarda il CISU non possiamo nascondere la
soddisfazione: indagini e archiviazione sistematica della casistica hanno portato al primo
e tuttora unico Catalogo nazionale informatico delle segnalazioni di avvistamento UFO in
Italia; le attività ed i progetti di studio e di lavoro in corso sono troppo numerosi per
essere anche solo elencati in questa pagina; è stato garantito il mantenimento e il
potenziamento di una struttura decentrata su base locale; il nostro Convegno nazionale di
ufologia è arrivato ormai alla nona edizione; si è portata avanti un'opera di
divulgazione mirata e capillare; la pubblicazione dell'unica rivista ufologica italiana
che avesse al tempo stesso contenuti di qualità, una veste di stampa professionale ed un
minimo di distribuzione nazionale costituisce il nostro migliore biglietto da visita; è
stato formato un ambiente in cui è stata stimolata la crescita e l'impegno di nuovi
ufologi attivi; la quantità e qualità della circolazione di materiale documentario ed
informativo è senza precedenti o equivalenti; manteniamo un rapporto di interscambio
costante di pubblicazioni, materiale documentario ed informazioni con le analoghe
organizzazioni all'estero.
Non per caso a tutt'oggi il CISU è l'unica organizzazione italiana ammessa a far parte
dell'International Committee for UFO Research; il nostro manuale di metodologia di
indagine ufologica è l'unico esistente in Italia; l'archivio e la biblioteca del CISU sono
non solo i maggiori d'Italia, ma fra i più grandi d'Europa, meta frequente di colleghi
stranieri per ricerche e consultazioni; nostri soci sono spesso gli unici relatori
italiani ai congressi ufologici internazionali (quelli degli studiosi, non quelli
commerciali o dei contattisti).
Chi siamo, dunque? A dispetto di chi inutilmente da anni cerca di esorcizzarci come
"nichilisti", il Centro Italiano Studi Ufologici è e rimane il punto di riferimento
inevitabile per chi in Italia intende l'ufologia come studio disinteressato ed obiettivo
del problema UFO, al di là degli entusiasmi giovanili per il fascino del mistero, al di là
del facile sensazionalismo, dei fideismi pseudo-religiosi e degli interessi commerciali.
Dove contiamo di andare, da qui a qualche anno? Esattamente lungo la stessa strada, perch‚
gli obiettivi sono e rimangono esattamente quelli che ci eravamo posti nel 1985, salvo la
necessità di migliorare sempre il nostro lavoro che - ricordiamolo - è interamente svolto
da volontari che prestano il proprio tempo ed il proprio lavoro, senza alcuna
retribuzione, anzi autofinanziando interamente di tasca propria l'associazione e le sue
attività, per un ideale di ricerca senza secondi fini, che ci porta non tanto a pubblicare
libri o ad apparire in televisione, quanto a svolgere - come tante formiche - ciascuno un
tassello di questo enorme puzzle che è l'ufologia.
L'attuale rinascita dell'interesse per l'argomento UFO da parte del grande pubblico non
cambia nulla nel nostro lavoro, se non che ci troveremo probabilmente di fronte più
avvistamenti da indagare, raccogliere, archiviare e analizzare; più persone che si
scopriranno appassionate agli UFO e che vorranno partecipare in qualche modo; più
informazione - soprattutto cattiva informazione - sui mass media; più commercializzazione
- purtroppo - dell'argomento ufologico.
Noi siamo qui, e ci saremo, probabilmente, anche quando questo revival sarà passato.
Aspettando magari di riparlarne fra dieci anni.