UFO in LOMBARDIA

di Maurizio Verga

La Lombardia è la regione più popolosa ed economicamente avanzata

della penisola italiana: registra, tra l'altro, la piu' alta con-

centrazione di mezzi di informazione (stampa quotidiana e perio-

dica e radio-televisioni, sia a carattere locale che nazionale),

elemento, questo, di fondamentale importanza nell'ambito della

valutazione di un fenomeno, come quello ufologico, che èindis-

solubilmente legato alle informazioni che vengono diffuse, a vari

livelli e sotto diverse forme, su di esso.

CENNI SULLA STORIA DEL MOVIMENTO UFOLOGICO IN LOMBARDIA

Fino alla fine degli anni cinquanta l'interesse per l'argomento

dei "dischi volanti" rimase limitato a singoli appassionati,

alcuni dei quali trovarono un naturale punto di aggregazione nel

Centro Italiano Studi Aviazione ElettroMagnetica (C.I.S.A.E.R.),

un gruppo facente capo al diplomatico Alberto Perego fondato a

Roma nel 1957. V'erano infatti corrispondenti a Milano, Como,

Varese e Brescia e le "sezioni locali" da loro create riuscirono

a costituire un punto di riferimento per quanti si avvicinavano

alla questione "dischi volanti" tramite i libri dello stesso

Perego, il quale si incontrò piu' volte con loro, soprattutto

in occasione di conferenze locali . Dopo il 1963, comunque, il

CISAER scomparve praticamente dalla scena ufologica nazionale ed

i suoi rappresentanti locali confluirono in altri raggruppamenti

o seguirono la medesima sorte del Centro. Uno, in particolare,

Giuliano Ravelli di Bergamo sembrò proseguire ancora qualche anno

sulla scia di Perego, organizzando un convegno nel 1965 nella

città orobica, che, quattro anni dopo, ospito' anche una conferen-

za dello stesso Perego.

Già intorno al 1959-60 si era già creato a Milano un altro gruppo

di appassionati di materie misteriose (dischi volanti e fenomeni

fortiani, soprattutto), che prese il nome di CIRDOVNI e che ebbe

come principale animatore Umberto Corazzi. Pur non essendo molto

nota l'attività di questo gruppo al di là di un paio di articoli

pubblicati dallo stesso Corazzi su riviste specializzate dell'

epoca, sembrerebbe che siano stati instaurati una serie di rap-

porti epistolari con i pochi altri gruppi similari sparsi sul

territorio nazionale, contribuendo alla "stabilizzazione"di quel

movimento ufologico e clipeologico che avrebbe in seguito portato

all'uscita della rivista "Clypeus" e, successivamente, alla nasci-

ta del "Centro Unico Nazionale per lo studio dei fenomeni

ritenuti di natura extraterrestre".

In ogni caso l'attività del CIRDOVNI, delle "sezioni locali" del

CISAER e di altri singoli appassionati lombardi tra la fine degli

anni cinquanta e la prima metà degli anni sessanta, fu essenzial-

mente caratterizzata dalla raccolta di materiale (tipicamente

ritagli di giornale) e da contatti epistolari di discussione

sull'argomento. Da ricordare una delle primissime inchieste

condotte in Italia su avvistamenti ufologici di un qualche inte-

resse, condotta da Pino Carminati Ghidelli (a sua volta testimone

di un avvistamento ufologico avvenuto nel 1952 in provincia di

Como) sul famosissimo caso di Abbiate Guazzone (Varese) del 24

Aprile 1950 e pubblicato sul primo numero della pioneristica

rivista "Dischi Volanti", nel 1960.

Un discorso a parte merita la presenza a Milano del gruppo

"Amicizia" nei primissimi anni sessanta. Di origine pescarese,

si radico' fortemente per alcuni anni nel capologuo lombardo,

coinvolgendo parecchie persone in attività che avevano piu' a che

fare con lo sfruttamento -essenzialmente, ma non esclusivamente-

per fini economici degli appassionati reclutati che con il con-

fronto di idee e la raccolta di materiale. Anzi, questo gruppo

fu un prolifico produttore di casi e fotografie (e addirittura

filmati), venduti a giornalisti o presentati ai componenti del

gruppo come prova inconfuntabile dei rapporti esistenti fra il

gruppo stesso e gli extraterrestri che stavano combattendo una

battaglia, in difesa degli abitanti del nostro pianeta, contro

una razza aliena malvagia. Opera di questo gruppo fu,tra l'altro,

l'eccezionale serie fotografica presentata dal pittore Gaspare

De Lama sulle pagine della "Domenica del Corriere" ed altri set-

timanali dell'epoca (1962), concernente un classico disco volante

sopra il cielo di Milano. L'intera attività del gruppo "Amicizia"

non è ben conosciuta e recenti tentativi di raccogliere informa-

zioni in proposito sono stati in parte vanificati dalla diffiden-

za dei protagonisti dell'epoca nel rilasciare informazioni su

avvenimenti spesso non proprio edificanti.

La nascita del "Centro Unico Nazionale per lo studio dei fenomeni

ritenuti di origine extraterrestre" non miglioro', praticamente,

l'organizzazione del movimento ufologico in Lombardia, nonostante

la presenza di un riferimento milanese mella persona di Giancarlo

Barattini (scomparso nel 1992). Intorno alla fine degli anni ses-

santa compare a Milano la sezione locale del gruppo contattista

"Centro Studi Fratellanza Cosmica", fondato dal catanese Eugenio

Siragusa. Tale gruppo, capeggiato da Gianni Schmidt (personaggio

dedito anche e soprattutto allo spiritismo, tanto da propugnarne

un collegamento con il fenomeno ufologico) raccolse intorno a sè

un certo numero di affiliati, trovando un momento di "notorietà"

nei primi anni settanta, a seguito della partecipazione dello

stesso Schmidt alla popolare trasmissione televisiva a quiz

"Rischiatutto".

Ma è nel 1972 che la situazione cambia radicalmente e si assite

alla nascita di quello che puo' essere definito come un fenomeno

"culturale" di associazionismo fino ad allora sconosciuto: la

nascita dei cosiddetti "gruppi di ricerca". Da un'idea del mila-

nese Dario Spada (in seguito co-fondatore dello storico gruppo

"Rigel 2001"), il mensile "Il Giornale dei Misteri", nato un anno

prima, promosse la fondazione di gruppi di appassionati dediti

allo "studio" di materie misteriose (dall'ufologia allo spiritis-

mo, dalla parapsicologia all'esobiologia). Il particolare momento

socio-culturale e la diffusione di nuovi ideali ed interessi

(propri dei movimenti "hippies" e di quelli piu' genericamente

giovanili della fine degli anni sessanta) rappresentarono il

veicolo primario per la rapida diffusione, a livello nazionale,

di tale fenomeno associazionistico. La Lombardia vide una vera e

propria proliferazione di gruppi di giovani o giovanissimi (nel

1976 se ne contavano una quarantina circa), spinti da un genuino

entusiasmo non egualmente corrisposto da un'effettiva prepara-

zione ed organizzazione. Pur nella loro improvvisazione e comple-

ta inesperienza, questi gruppi, spesso animati dalla figura di un

"presidente-fondatore-factotum" rappresentarono la principale

struttura operativa capace di raccogliere materiale sull'argomen-

to ufologico e di effettuare un primo abbozzo di o improvvisazione e comple-

ta inesperienza, questi gruppi, spesso animati dalla figura di un

"presidente-fondatore-factotum" rappresentarono la principale

struttura operativa capace di raccogliere materiale sull'argomen-

to ufologico e di effettuare un primo abbozzo di inchieste sugli

avvistamenti locali. E', infatti, negli anni settanta che si rea-

lizza la copertura investigativa di buona parte del territorio

nazionale, grazie all'azione, sì scoordinata e qualitativamente

scadente, ma unica, di tali gruppi. Peraltro non era possibile

pretendere altrimenti da giovani pieni di voglia di fare, ma

assolutamente privi di guide organizzatrici o riferimenti locali

da cui potere attingere un minimo di esperienza.

Il gruppo lombardo che piu' di ogni altro si evidenzio' per la sua

attività fu senz'altro il milanese "RIGEL 2001", che vide tra i

suoi componenti il già citato Dario Spada, Patrizio Mafara,

Riccardo Germinario e Angelo Ferlicca. Oltre all'attivitàinvesti-

gativa (per la quale si ricordano le inchieste sul caso di

Clusone (Bergamo) del 30 Dicembre 1954, Chignolo d'Isola (Bg) del

22 Ottobre 1973 e Abbiate Guazzone (Varese) del 24 Aprile 1950),

il gruppo svolse anche una rilevante azione di divulgazione,

culminata nella pubblicazione del "Rapporto UFO in Lombardia -

Anno 1974", avvenuta nel 1976. Simile iniziativa, ma condotta su

base piu' improvvisata e meno organica, venne ripresa negli anni

ottanta dal gruppo milanese "Odissea 2001" di Massimo Ferrante.

Tale gruppo, tutt'ora esistente, rappresenta uno dei rarissimi

sopravvissuti all'"epoca d'oro" degli anni settanta, conclusasi

intorno al 1978/79 con il veloce dissolvimento di quasi tutte le

associazioni ancora esistenti all'epoca.

Nel 1977/78 ci fu un tentativo, patrocinato dalla Federazione

Ufologica Piemontese, di costituire un'analoga struttura di

gruppi di ricerca,tra loro collegati, in terra lombarda: la cosa

comunque, non ebbe alcun seguito pratico. Nel giugno 1977, in

occasione del trentesimo anniversario dell'avvistamento di

Kenneth Arnold, fu organizzato il 2° Congresso Nazionale di

ufologia a Toscolano Maderno (Brescia), probabilmente l'evento

congressuale piu' importante del decennio insieme al quasi

"mitico" incontro dei gruppi di ricerca de "Il Giornale dei

Misteri" tenutosi a Firenze nel 1978.

Sempre nell'estate del 1977 un gruppo di appassionati di temati-

che dell'occulto e di ufologia, riunitosi intorno alla contat-

tista milanese Ercolina Saccani ed al giornalista Antonio

Cosentino, si rese promotore di una serie di iniziative collegate

ad annunciati incontri con presunte entità extraterrestri presso

una località del lago Maggiore, dove, tra l'altro, fu istituito

un apposito "ufoporto" (!). La copertura data dalla stampa a

quegli avvenimenti fu notevole, tanto da determinare la segnala-

zione di un nutrito numero di avvistamenti nella provincia di

Varese attraverso le pagine del quotidiano locale "La Prealpina".

L'attività del gruppo proseguì, anche se meno intensamente, anche

durante gli anni ottanta.

Il 1978 fu l'anno di due altri episodi abbastanza significativi

nella storia del movimento ufologico regionale. Il primo fu una

mostra fotografica organizzata presso l'Arengario di Milano da un

piccolo e fin a quel momento quasi sconosciuto gruppo,il G.R.A.L.,

Gruppo di Ricerche Astrofisiche Lombardo,composto di appassionati

capeggiati da Mario Barnaba (già "testimone"di un incontro rav-

vicinato del secondo tipo e di altri avvistamenti, anche fotogra-

fici, e successivamente conduttore di una lunga serie di trasmis-

sioni televisive dedicate all'ufologia ed altri misteri andate in

onda su un'emittente locale e successivamente riproposta da molte

altre); il successo di tale iniziativa, patrocinata dal comune di

Milano, sia in termini di visitatori che di conseguenti introiti

fu realmente eccezzionale, tanto da avere una ampia eco sulla

stampa regionale e nazionale. Il secondo evento da ricordare èil

progressivo aumento dell'attività della sezione milanese del

Centro Ufologico Nazionale, diretta da Massimo Pittella ed

Antonio Chianese (allora segretario del Centro stesso). Seppure

falsamente caratterizzata da connotati di "èlite"nei confronti

degli altri gruppi di ricerca, la sezione non riuscì ad approfit-

tare concretamente, quantomeno a livello organizzativo, dell'enor-

me aumento di interesse per la materia che si verifico' tra il

1978 ed il 1979 e che porto' moltissimi nuovi appassionati ad av-

vicinarsi direttamente al movimento ufologico.

Sempre in quel periodo che oggi appare "irripetibile"vide la

luce una rivista mensile che duro' dodici numeri: "SOLARIS".

Miscelando ufologia, parapsicologia, contattismo e racconti di

fantascienza e catturando l'attenzione con copertine riccamente

disegnate, rappresento' la classica mossa commerciale (tra l'altro

non particolarmente economica) a fronte del repentino aumento di

entusiasmo per tali argomenti. Una volta che l'interesse del pub-

blico venne meno, la rivista (preceduta nella primavera del 1978

da un numero unico di un fascicolo chiamato "Qui UFO") non ebbe

piu' ragion d'essere e cesso', quindi, le pubblicazioni.

Dopo il 1979 l'interesse per la questione ufologica incomincio' a

scemare rapidamente, fino a trasformarsi in un vero e proprio

"periodo buio" tra il 1981 ed il 1984, durante il quale l'attivi-

tà del movimento ufologico in Lombardia fu particolarmente ridot-

ta. Nel giugno 1980 una sessantina di persone parteciparono al

"Primo Incontro Interregionale" di ufologia tenutosi a Milano,

una manifestazione che avrebbe in seguito rappresentato il punto

di partenza per il rafforzamento del legame tra un gruppo di

ricercatori italiani che, tra alterne vicende e successive inizia-

tive, avrebbe costituito la nascente "intellighenzia"ufologica

italiana e fondato, alla fine del 1985, il Centro Italiano Studi

Ufologici.

Dal 1985 la situazione registro' un cambiamento. Nel febbraio fu

organizzata a Brescia una conferenza, con relativa mostra fotogra-

fica, per "lanciare" un libro scritto dal ricercatore bresciano

Massimo Greco: buona fu la partecipazione di pubblico ed il risal-

to dato dalla stampa locale. Ma un evento divulgativo di portata

ben piu' ampia fu un congresso organizzato a Cernobbio (Como) il

10 Novembre di quello stesso anno: numerosi ricercatori italiani

(gli stessi che avrebbero, poco dopo,dato vita al nuovo C.I.S.U.)

presentarono relazioni di carattere generale sulla fenomenologia

ufologica, mentre una mostra fotografica, sistemi per la proiezio-

ne automatica di diapositive e di schermate di computer ed una

mostra di libri e riviste di carattere ufologico completarono l'

evento. Il successo di pubblico fu veramente notevole, ma l'aspet-

to piu' importante fu la copertura quantitativa e qualitativa data

dai mass-media all'evento: per la prima volta, i giornalisti

lasciarono da parte commenti ironici ed ispirati dal radicato

folklore popolare per presentare la questione ufologica nella

giusta prospettiva di serietà e critica portata avanti dagli

stessi relatori. Probabilmente per la prima volta in Italia,

quindi, si riuscì a presentare perfino ai mass-media la "nuova

ufologia scientifica" nelle sue corrette linee direttive.

Purtroppo, la nuova immagine dell'ufologia che si era riusciti a

trasmettere tramite il convegno di Cernobbio fu presto compromesalia,

quindi, si riuscì a presentare perfino ai mass-media la "nuova

ufologia scientifica" nelle sue corrette linee direttive.

Purtroppo, la nuova immagine dell'ufologia che si era riusciti a

trasmettere tramite il convegno di Cernobbio fu presto compromes-

sa dall'azione di un gruppo milanese, "Le Pleiadi Arcadia"e dal-

le sue dichiarazioni sulla stampa a base di improbabili incontri

ravvicinati di chiara matrice extraterrestre e supposti legami

con organizzazioni ufficiali (Protezione Civile, NASA, Guardia

Nazionale Americana, ecc ...). L'attività di questo gruppo,

presente anche attraverso un bollettino ciclostilato e la

"ristampa" di estratti di libri, culmino' nell'organizzazione di

un convegno a Milano nel 1988 e nella partecipazione regolare ad

una trasmissione televisiva del filone "demenziale", "Lupo Solita-

rio", sull'emittente Italia Uno. I componenti del gruppo erano

qui gli "ufologi" che scrutavano il cielo alla ricerca di avvista-

menti e si prestavano ad assurde situazioni, classico esempio di

come si poteva sfruttare l'ufologia per mettersi in mostra (sic)

e trasformarla, nel contempo, in un fenomeno da baraccone.

L'attività del gruppo e la sua presenza nelle cronache cittadine

dei quotidiani di informazione ebbe breve durata, anche in rela-

zione ai guai giudiziari in cui sarebbe incorso l'animatore

principale del gruppo stesso.

Nel 1988 due componenti del C.I.S.U., Angelo Ferlicca e l'autore

di questo articolo, cercarono di organizzare una struttura

milanese del Centro stesso e, piu' in generale, di coinvolgere i

vari appassionati lombardi in una serie di incontri dove promuo-

vere discussioni ed attività comuni. Purtroppo, il tentativo non

ebbe praticamente seguito anche a causa della scarsa partecipa-

zione registrata ed a una serie di difficoltà logistiche.

Fino alla fine del 1992 la situazione non ha subito mutamenti:

nonostante la presenza di un grosso centro metropolitano come

Milano e di una regione di nove milioni di abitanti, non esisteva

un gruppo organizzato di appassionati capace di portare avanti

una serie di attività nel campo della ricerca ufologica.

Ma a partire da quel periodo un nuovo tentativo di aggregazione è

stato nuovamente intrapreso in seno al C.I.S.U. ad opera di un

nucleo di appassionati (tra cui Maurizio Verga, Giancarlo

D'Alessandro e Roberto Farabone), questa volta con risultati

piuttosto interessanti. E' stato infatti costituito un gruppo di

una quindicina di persone che si incontra mensilmente a Milano

per discutere su argomenti tematici ed organizzare attivitàdi

investigazione e divulgazione, gruppo che dovrebbe costituire da

punto di riferimento per tutti gli appassionati lombardi.

CONSIDERAZIONI SULLA CASISTICA UFOLOGICA LOMBARDA

La casistica lombarda relativi ad avvistamenti di presunti feno-

meni aerei anomali catalogata fino a tutto il 1992 contava circa

600 casi, un dato questo che si ritiene ben al di sotto della

reale consistenza della documentazione effettivamente accumu-

labile.

Pare infatti abbastanza strano che la regione piu' popolosa e

caratterizzata dalla maggiore concentrazione di mezzi di informa-

zione faccia registrare, pur con una presenza non particolarmente

incisiva e costante di appassionati di ufologia, una quantitàdi

avvistamenti inferiore ad altre regioni della penisola.

In realtà, una imperfetta copertura del territorio da parte dei

già citati appassionati, un controllo non sistematico dei mezzi

di informazione e la dispersione di buona parte della documenta-

zione disponibile hanno determinato questo tipo di situazione.

Liste preliminari relative a casistiche provinciali sono state

a suo tempo realizzate da Gilberto Cavallini (Pavia), Maurizio

Verga (Como, Bergamo e Varese insieme a Stefano Becciolini) e

Massimo Greco (Brescia), ma con l'eccezione di Como (di cui è

stato realizzato anche un catalogo completo di riassunti dei

singoli casi) il loro aggiornamento non ha praticamente avuto

seguito regolare. Solo recentemente il progetto di catalogazione

della casistica è stato ripreso sistematicamente e si prevede la

stesura di una versione aggiornata di una lista entro pochi mesi.

La maggior parte degli avvistamenti lombardi attualmente disponi-

bili trae origine da fonti giornalistiche, come sempre caratteriz-

zate da una qualità informativa ed un'attendibilitàparticolar-

mente scarse. La grande maggioranza dei 600 casi così raccolti

non puo' essere certamente considerata come una seria base di

studio per la disamina delle relative testimonianze, ma tutt'al

piu' come materiale per un'esame della copertura giornalistica

assicurata agli avvistamenti locali. In ogni caso, oggigiorno non

è ancora stato realizzato un controllo sistematico e completo

della stampa periodica lombarda: alcuni quotidiani (e soprattutto

settimanali) locali o regionali, ma con cronache locali, non

sono mai stati consultati alla ricerca di ritagli relativi ad

avvistamenti locali. Cio' implica che una significativa quantità

di eventi deve, probabilmente, essere ancora scoperta, con la

concreta possibilità di potere modificare i rapporti percentuali

oggi esistenti tra le varie province.

Relativamente poche sono le relazioni d'inchiesta su casi ufolo-

gici lombardi, senz'altro limitatissime quelle ben condotte e

comprendenti una sufficiente quantità di informazioni e controlli.

Tale situazione va ovviamente ricondotta alla ridotta azione

investigativa dei vari gruppi di appassionati che hanno operato

sul territorio nazionale ed alla cronica mancanza di una

metodologia-guida nell'espletamento delle indagini, caratteristi-

ca piuttosto comune, questa, a tutte le nazioni in cui agiscono

gli ufologi.

In considerazione di quanto sopra non si ritiene utile presentare,

al momento, delle semplici distribuzioni di frequenza relative

alla manifestazione temporale o a certi parametri descrittivi

della casistica lombarda fin'ora raccolta, tanto piu' che nessun

tipo di selezione è stata operata sulla stessa al fine di elimi-

nare, quantomeno, casi registrati piu' volte o con informazioni

errate. Una prima, veloce e sommaria, analisi condotta alcuni

anni or sono ha comunque evidenziato risultati quasi del tutto

equivalenti con quelli riscontrati su altre casistiche regionali

italiane.

I CASI PIU' SIGNIFICATIVI

La ricchezza della casistica lombarda, pur nei suoi soliti limiti

di qualità delle fonti di informazione, pone qualche problema nel

selezionare un gruppo di casi che ne sia sufficientemente rappre-

sentativo, specie nell'ambito di una trattazione limitata.

Al fine di facilitare il compito, si è deciso di far ricorso,

essenzialmente, alla casistica dei cosiddetti "incontri ravvici-

nati", che dovrebbe costituire, già di per sè, un esempio parti-

colarmente interessante, anche se non esaustivo, della fenomeno-

logia ufologica.

Uno dei casi piu' importanti, un "classico" incontro ravvicinato

del terzo tipo italiano (conosciuto, peraltro, anche all'estero)

si verifico' il 24 Aprile 1950, di notte, ad Abbiate Guazzone

(Varese). Un operaio, Bruno Facchini (40 anni), fu attratto da

uno strano scintillio, poco dopo che era cessato un forte

temporale: credendolo un inconveniente di una vicina linea

elettrica, si diresse verso la fonte di luce. Arrivato sul posto,

vide uno strano oggetto al suolo: era come una palla schiacciata,

con la superficie "quadrettata da strisntillio, poco dopo che era cessato un forte

temporale: credendolo un inconveniente di una vicina linea

elettrica, si diresse verso la fonte di luce. Arrivato sul posto,

vide uno strano oggetto al suolo: era come una palla schiacciata,

con la superficie "quadrettata da striscie verticali ed orizzon-

tali, posti ad intervalli regolari", che sembrava toccare

terra solo tramite una scaletta esterna sorretta da due

tiranti e conducente ad un'apertura rettangolare, illuminata,

e dotata di un "portello aperto". All'interno v'era un'altra

scala, come pure dei tubi, delle bombole collegate in fila e

dei manometri.L'oggetto era alto circa 10 metri: il teste si

trovava a 4/5 metri di distanza. Presso la scaletta v'erano due

esseri, un terzo era posto sopra una specie di "elevatore mec-

canico" e stava saldando un "mazzo" di tubi esterni all'ordigno,

producendo lo scintillio che aveva notato il testimone.

Gli idividui indossavano degli scafandri e delle maschere tra-

sparenti all'altezza degli occhi: all'interno pareva esserci del

"liquido", attraverso cui si notava un viso di carnagione

molto chiara. In corrispondenza della bocca penzolava un

tubo terminante con un bocchettone; la loro altezza era di circa

1,7 metri ed apparivano simili ad esseri umani. Il Facchini,

credendoli piloti, si mostro', chiedendo loro se avessero

bisogno d'aiuto: gli esseri compirono, allora, strani gesti,

emettendo suoni grutturali. Spaventato il teste scappo,notando

che uno degli individui aveva impugnato un oggetto che aveva al

collo, puntandoglielo contro: da esso si sprigiono' un raggio

che lo colpì alla schiena, facendolo cadere. Noto' in seguito

che i tre (o quattro) esseri rientrarono nell'oggetto, chiudendo

il portello esterno: il ronzio precedentemente emesso aumento'

d'intensità, finche l'ordigno decollo' a forte velocità, sparendo

alla vista. Al mattino, tornato sul luogo, il Facchini trovo' 4

orme circolari di 1 metri di diametro ciascuna,poste in quadrato,

a 6 metri di distanza l'una dall'altra.

Alcune zone d'erba erano bruciacchiate e, fra esse il teste rac-

colse alcune schegge di metallo: quest'ultime vennero fatte ana-

lizzare e furono definite come "metallo antifrizione".

(UFO in Italia I, 120-125;

GdM 3, 30, 11-15;

inchiesta gruppo "RIGEL 2001";

DISCHI VOLANTI I, n.1, 18-20)

Nel 1954, l'anno della grande ondata autunnale che interresso'

praticamente tutta la pensiola, vi furono almeno due casi di

incontro ravvicinato particolarmente significativi.

Il primo si verifico' il 14 Ottobre a Erba (Como), in località

Parravicino ed ebbe come testimone il signor Renzo Pugina.

Il 30 Dicembre di quello stesso anno, alle 6.30 del mattino, il

signor Pietro Trussardi, un campanaro di 62 anni, stava per-

correndo un sentiero nei pressi di una chiesetta, in località

Sommaprada, nel comune di Clusone (Bg): improvvisamente, udìun

rumore simile a quello di un "motore", ma, non riuscìa vedere

nulla. Dopo qualche metro sentì nuovamente il rumore;sollevato

lo sguardo, vide un "sigaro" piuttosto rigonfio nella parte

centrale, fermo a pochi metri di quota. Era di colore "ottone

lucente"; aveva sei "eliche", tre che uscivano dalla parte

superiore, e tre da quella inferiore. Ad esse "erano attaccate

come delle strutture simili a lische di pesce"; l'estremità

posteriore dell'oggetto era trasparente ed all'interno v'erano

due esseri piccoli "come bambini", vestiti di nero, e con uno

"stranissimo casco". Tali entità fissarono l'uomo per qualche

minuto, con un'espressione gaia e sorridente.

Impaurito, il teste si dovette aggrappare ad un muretto per non

cadere a terra, poi la paura scomparve, tanto che rimase ad os-

servare il fenomeno per quattro o cinque minuti.

Ad un certo punto il Trussardi decise di andarsene,

riprendendo il cammino e perdendo di vista l'oggetto; lo rivide

poco dopo quando stava decollando.

(La Domenica del Corriere 9/1/1955;

Inchiesta "RIGEL 2001";

GdM 5, 49, 4-6;

UFO in Italia II, 393-397)

Un caso concernente l'osservazione di uno strano oggetto evoluen-

te a bassa quota sopra alcune macchine fu riferito nell'aprile

del 1962. Anche se le caratteristiche dell'evento non si presen-

tano particolarmente "anomale" e le informazioni disponibili sono

esclusivamente di fonte giornalistica, il caso ebbe una non

indifferente pubblicità sui mezzi di informazione dell'epoca.

L'11 Aprile, alle 23.00, Iller Benazzi (27 anni), tappezziere, si

trovava in auto con la propria fidanzata,fermo ai margini di una

strada nei pressi di Rescaldina (Varese);a pochi metri di distan-

za, c'era un'altra auto, con a bordo un'altra coppia di fidanzati.

Ad un certo punto, mentre il Benazzi stava mettendo in moto

l'auto, venne abbagliato da due potentissimi fari;essi proveni-

vano da una massa scura che oscillava sopra di loro.

Aveva una forma lenticolare e due fari bianchi; improvvisamente,

l'ordigno scese in picchiata su di loro, ripetendo poi questa

operazione per tre volte. Ad ogni passaggio scendeva sempre piu'

in basso,tanto che all'ultimo parve sfiorare l'auto.

Nella parte posteriore c'erano alcune luci rosse molto intense.

In seguito, si allontano' silenziosamente, pare dopo essersi

"posata" ad una certa distanza da tutti e quattro i testimoni.

(La Nazione & Il Resto del Carlino 14/4/1962;

Settimana INCOM 6/5/1962;

Il Tempo 22/2/1963)

Otto mesi dopo, il 18 Dicembre 1962, a Milano si verifico' un

incontro ravvicinato del terzo tipo che si potrebbe definire

"classico" per le caratteristiche descrittive e per la situazione

in cui si sarebbe verificato. I giornali all'epoca ne parlarono

diffusamente, forse troppo perchè, a quanto pare, il teste ebbe

dei seri problemi con il proprio lavoro e, in seguito, lascio' la

città. Alle 2.20 di quella notte, un vigile notturno di trentasei

anni, Francesco Rizzi,si trovava nel cortile di un'azienda

per un giro d'ispezione, quando sentì un "qualcosa che gli sibi-

lava dietro la nuca", aumentando d'intensità.

Voltandosi vide uno strano oggetto discoidale ad un metro da

terra, proprio a pochissimi metri da lui. Era di metallo chiaro,

"forse alluminio", con dei riflessi argentei: nella parte

superiore aveva una torretta ed intorno vari oblo'. Il sibilo

cesso' e nella "pancia" dell'oggetto si aprìun portello,da cui

si affaccio' uno strano essere. Non era alto piu' di un metro,

aveva la testa completamente nera ed indossava una tuta fluore-

scente, "che confondeva la vista". Punto' l'indice della mano

destra verso l'uomo e con l'altra gli fece cenno di avvicinarsi

e di non aver paura, ma il teste era come paralizzato e non

riusciva a muoversi. Dalla luce azzurrina proveniente dal

portello aperto emerse un secondo essere, "che fece un gesto

alla prima creatura, come per intimargli di ritirarsi".

Dopo che l'essere fu rientrato, il portello si chiuse silenzio-

samente e il sibilo si fece di nuovo sentire. L'oggetto decollo',

sparendo in una nuvola di fumo bianco e, contemporaneamente

l'uomo fu di nuovo in grado di muoversi liberamente.

(Corriere della Sera 19/12/1962;

Il Tempo 22/2/1963;

Perego III, 413-414;

Notiziario UFO 14, 80, 15)

Un altro evento di un certo interesse, ma dall'attendibia nuvola di fumo bianco e, contemporaneamente

l'uomo fu di nuovo in grado di muoversi liberamente.

(Corriere della Sera 19/12/1962;

Il Tempo 22/2/1963;

Perego III, 413-414;

Notiziario UFO 14, 80, 15)

Un altro evento di un certo interesse, ma dall'attendibilità

piuttosto discutibile, interesso' un professionista cremonese

sotto forma di una serie di avvistamenti, di cui due incontri

ravvicinati particolarmente "strani", di cui uno verificatosi

nella provincia cremonese nel 1954 (un IR 3 con tracce al suolo)

e l'altro nel novembre 1972 (un presunto IR 3, anch'esso carat-

terizzato dal ritrovamento di "reperti").

Nell'ottobre 1973 una serie di avvistamenti fu registrata nella

bassa bergamasca, culminando, a Chignolo d'Isola, in un presunto

atterraggio; i testimoni non riferirono direttamente la presenza

di un fenomeno luminoso al suolo, ma trovarono successivamente

ampie tracce di bruciature. L'intero autunno del 1973 fu carat-

terizzato da una rilevante quantità di avvistamenti anche in

Lombardia; si tratto', per lo piu', di luci notturne in quota,nella

maggior parte dei casi spiegabili in termini astronomici o sotto

forma di passaggi di aerei. Anche il 1974 fu un anno ricco di

segnalazioni, come dimostrano i 128 casi raccolti all'interno del

"Rapporto UFO in Lombardia - Anno 1974" edito dal gruppo milanese

"RIGEL 2001" nel 1976, ma fu nel bienno 1977-78 che si assistè ad

una vera e propria "esplosione" di avvistamenti, seguendo una

tendenza comune a livello nazionale.

Tra la fine di luglio ed i primi di agosto del 1977 una numerosa

serie di avvistamenti avvenne a Sesto San Giovanni ed ebbe un

certo risalto sulla stampa nazionale in virtu' di numerose foto

scattate a gruppi di strane luci nel cielo. Nessuna indagine fu

condotta all'epoca, ma certe notizie riportate dalla stampa, come

pure la presenza di un fotografo professionista tra i due autori

delle foto e la ripetività dei fenomeni inducono piu' di un dubbio.

Un recente tentativo di contatto epistolari con entrambi gli

autori delle foto, come pure con uno dei principali estensori

degli articoli di stampa dell'epoca, non ha portato ad alcun

risultato.

Nel ricordare una nutrita serie di avvistamenti nella provincia

di Varese tra il Luglio ed il Settembre 1977, probabilmente favo-

rita dall'ampio spazio dedicato dalla stampa all'"Ufoporto"di

Arona, fra i casi lombardi piu' interessanti di quel periodo è

opportuno ricordare un incontro ravvicinato del terzo tipo poco

conosciuto verificatosi nel luglio 1978. L'evento fu riportato da

un appassionato locale, Ferdinando Guazzotti;una guardia notturna

di 26 anni stava compiendo il suo giro di vigilanza all'interno

di uno stabilimento di Corsico (Milano), procedendo a bordo della

sua auto. Ad un certo punto noto' una sagoma scura nel mezzo di

uno spiazzo; pensando a dei ladri, l'uomo scese con la pistola in

pugno, nascondendosi per osservare di cosa si trattava. La sagoma

aveva le dimensioni di un autotreno ed era distante una decina di

metri da lui. Guardando meglio, la guardia si rese conto che si

trattava di un oggetto a forma di "tazza rovesciata"che poggiava

su tre o quattro piedistalli e che sembrava avere una piccola

cupola nella sua parte superiore. Attorno ad esso si aggiravano

due individui di media statura e di aspetto normale, ma vestiti

da "sommazzatori"; di tanto in tanto si chinavano come per rac-

cogliere qualcosa da terra. Il teste rimase nel suo punto di os-

servazione per circa "due ore" (- indicazione questa che non

sembra essere molto congruente nè con la supposta eccezionalità

del fenomeno nè con le caratteristiche peculiari del tipo di

casistica a cui l'evento appartiene - NdA), poi, all'improvviso,

gli esseri "sparirono alla vista". Subito dopo l'oggetto si

rialzo' a circa un metro da terra, rimanendo fermo per alcuni

secondi, per poi decollare verticalmente.

Marzo 1993

1-Da notare che il termine "clipeologia" fu usato dallo stesso

Corazzi in un articolo apparso su "Spazio e Vita"nel 1959. a alcune macchine fu riferito nell'aprile

del 1962. Anche se le caratteristiche dell'evento non si presen-

tano particolarmente "anomale" e le informazi