4802. 13 Settembre 1948 19.00 IR3 INS./N.AF.


ORISTANO - Un giovane seminarista di 18 anni, Giuseppe Madau, si trovava nell'orto del locale seminario diocesiano a recitare delle preghiere, quando ebbe la sensazione che si stesse avvicinando un uccello "a picco" proprio nella sua direzione, ad un'altezza di circa 80 gradi sull'orizzonte. Si trattava, invece, di uno strano oggetto che si stava avvicinando mantenendo una posizione obliqua, tanto che era possibile vederne la parte superiore, una volta che si era fermata all'altezza dell'edificio, a pochi secondi dall'inizio dell'osservazione. Era un disco rotondo, sormontato da una cupola definita di "plastica trasparente", al cui interno v'erano due "giovani" in tute trasparenti. Il teste era incuriosito e si mise ad agitare il braccio in segno di saluto: gli esseri, di carnagione bianca, risposero e, apparentemente, sorrisero. L'oggetto si avvicinò ulteriormente al Madau, silenziosamente ed con assetto di volo parallelo al suolo: nella sua parte inferiore, in posizione centrale, v'era un foro circolare da cui fuoriusciva un "fuoco", simile a quello delle vecchie lampade a carburo e, comunque, non continuo. La fiamma incominciava ad essere visibile poco oltre il foro, con colorazioni successive viola, azzurra, verde e gialla. A detta del teste, tra i colori "si creava una zona d'invisibilità di transizione". Ad un certo punto percepì un "suono elettrico" ("uu-uu, uu-uu") direttamente nella parte superiore del cervello, sentendosi nel contempo "leggero leggero". Il suono si convertì quindi in una sensazione di tatto nella parte superiore della testa, verso il lobo frontale, "come se dita elettriche mi stessero frugando nel cervello". La sensazione diventò poi dolorosa, tanto che si spaventò e pensò "No, non voglio". Invocò quindi la Madonna, ripetendo "madre mia, aiutami, non voglio" due o tre volte: sentì allora, distintamente, una voce femminile dire "Lasciatelo !". Ma la sensazione continuò: Madau invocò nuovamente la Madonna e, quindi, udì, chiara ed energica, la medesima voce femminile. La sensazione cessò improvvisamente. Il giovane si girò a sinistra e vide il cane che lo stava accompagnando sospeso a mezz'aria, raccolto in una forma simile ad una grossa pera: lo vide scendere lentamente verso il suolo e grugnire allorchè toccò terra.

(lettera del testo)

Il caso emerge nel 1990 a seguito della lettura da parte del teste di un libro di ufologia e della successiva lettera spedita ad un'associazione ufologica. Il primo elemento da rimarcare è la relativa ricchezza di particolari di un'esperienza vissuta quarantadue anni prima, contrapposta alla brusca interruzione del racconto dell'evento per ciò che concerne la parte terminale dello stesso. Non si sa, infatti, come l'oggetto sia sparito. L'intera vicenda, comunque, appare permeata da una certa componente spirituale-religiosa (il "frugare" nel cervello probabilmente inteso come l'intervento del Maligno, a cui si contrappone l'aiuto della Madonna evocata dalla preghiera), peraltro comprensibile in relazione alla personalità del teste (poi divenuto un missionario). Nella sua lettera affermò anche di avere sentito i soldati del vicino distretto militare gridare "E' tornata la luce", come pure le "grida della gente in piazza per la riaccensione della torre". Sebbene tali particolari sembrino abbastanza curiosi, sarebbe stato necessario verificare la possibilità da parte del teste di udire effettivamente quanto riferito e che potrebbe essere considerato una testimonianza parallela ed un effetto collaterale all'esperienza narrata dal teste. In ogni caso, sembrerebbe di capire da quanto riportato nella sua lettera, che il Madau incominciò ad interessarsi dell'argomento "dischi volanti" a seguito del suo avvistamento (seguito da un altro avvenuto in Zambia), sviluppando una sua personale interpretazione in chiave biblica.



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