back3.gif (904 byte)

 

MIDI SONGS N. 57
(GIUGNO 1998)


 

Tips & Tricks & F.A.Q. di Cakewalk (15)

di Mauro Caldirola

Ci addentreremo, in questa puntata, nell'analisi di alcune importantissime funzioni del menù EDIT, cominciando dalla più potente: il filtro degli eventi. Scopriremo che, usato con astuzia, Cakewalk riesce ad abbreviare non poco alcune operazioni altrimenti fortemente dispendiose in termini di tempo.

 

Il comando INTERPOLATE

Capita spesso, in fase di programmazione di un midifile, di sentire l'esigenza di un qualcosa, pur non capendo bene di che cosa. Mi spiegherò meglio. Non sto parlando di un caffè o di una sigaretta, ma di una funzione particolare, che so, per ritoccare quel passaggio di chitarra, magari enfatizzando un po' le note acute, senza però intaccare tutto il resto, oppure per cambiare solo una nota in un intero passaggio di chitarra ritmica, per sostituire un accordo maggiore con uno minore senza impazzire in Event List facendolo a mano. Spesso, quando non si sa di preciso di che cosa si ha davvero bisogno, è bene cliccare sul menù Edit e lanciare il comando Interpolate. Questa funzione, che assomiglia molto al Trova e Sostituisci dei Word Processor, si rivela un rimedio per molti mali, se non per tutti.

Lanciando Interpolate, appaiono due finestre abbastanza complesse in successione (figura 1): la prima è il filtro di ricerca degli eventi, mentre la seconda, peraltro identica alla prima, è il filtro per l'assegnazione del campo di destinazione. Serve per dire al software in quale intervallo min/max scalare gli eventi, selezionati con il metodo di ricerca lanciato nella prima finestra. Vediamo quindi di capire come funziona il filtro degli eventi.

Il filtro degli eventi

Nell'analizzare la funzione di quantizzazione ci eravamo accorti che era presente la casella Use event filter, ed avevamo rimandato la sua analisi ad una delle puntate successive. Tale opzione permetteva di quantizzare solamente gli eventi di una data regione che soddisfacessero determinati parametri specificati nel filtro di selezione. In verità l’opzione Use event filter è presente in tutte le principali finestre di editing di Cakewalk Professional e rimanda sempre alla stessa finestra che vediamo all'apertura del comando Interpolate, cioè il filtro degli eventi.

In Cakewalk Pro Audio l’opzione Use Event Filter non è presente nelle finestre di editing poiché l'operazione di filtraggio è fatta in fase di selezione della regione di eventi da editare, lanciando il comando Select by filter, sempre dal menù Edit. Il vantaggio che ne deriva è di poter effettuare più operazioni diverse di editing sullo stesso materiale senza dover rifare i settaggi del filtro ogni volta che si cambia comando: la selezione è effettuata da subito in base al soddisfacimento dei parametri del filtro, che andremo subito a descrivere ad uno ad uno.

Uso del filtro

In generale, il filtro permette di selezionare alcuni eventi di una regione e di escluderne altri che non soddisfano i criteri impostati dall'utente. Il primo passo da fare è la scelta del tipo di evento: è possibile, ad esempio, selezionare solo gli eventi di nota ed escludere tutti gli altri, o viceversa. Ogni comando debitamente filtrato agirà quantizzando, tagliando, spostando, ecc. solo gli eventi rispondenti ai criteri di ricerca e lasciando intatti tutti gli altri eventualmente presenti nella stessa regione ma non rispondenti ai criteri impostati.

Cominciando ad osservare grossolanamente la finestra in figura 1 ci accorgiamo che sono presenti sei righe, ciascuna riconducibile ad un tipo diverso di evento MIDI, più una settima contenente riferimenti ad eventi "Special". Di default il filtro è inattivo, poiché lascia passare tutto: i parametri, infatti, sono settati al loro massimo raggio d'azione e tutti i check (=segni di spunta) relativi ad ogni tipo d'evento sono presenti. In sostanza il layout che compare è lo stesso che si otterrebbe premendo il tasto Everything (tutto). Premendo invece Nothing spariscono tutti i check dalle loro rispettive caselle ed il filtro non lascia passare nulla: il risultato è che qualsiasi comando di editing sarà inattivo, poiché non avrà alcun evento sul quale intervenire.

Per fare un esempio sull'utilizzo del filtro, supponiamo di voler tagliare da una porzione di traccia solamente gli eventi MIDI Controller e di lasciare invece inalterato tutto il resto, note comprese: non ci resta che lanciare il comando Cut con il check su Use event filter, dopodiché premere il tasto Nothing nella finestra Event filter seguito dall'apposizione del check sulla riga relativa ai Controllers. Alla pressione del tasto OK il comando Taglia agisce solamente sugli eventi di controllo, gli unici passati dalle maglie del setaccio Event filter.

Verticalmente, invece, sono incolonnati tutti gli intervalli di dati per ogni tipo d'evento. Naturalmente, essendo diverso il tipo di ciascun evento, cambieranno anche i valori Min e Max di ciascuno di essi. Per le note, ad esempio, avremo un Min=C0 ed un Max=G10, mentre per la Pitch Wheel il minimo sarà uguale al numero negativo -8192, corrispondente, di default, ad un tono sotto la nota reale, ed il massimo uguale e +8191, corrispondente ad un tono sopra la nota reale.

Muoversi tra i campi del filtro

Per saltare da un campo all'altro del filtro eventi basterà premere, come al solito, il tasto Tab o cliccarvici con il mouse, mentre l'inserimento del valore potrà avvenire anche via MIDI, ossia suonando la nota relativa al Min o al Max di un intervallo di dati relativo agli eventi di nota.

La casella Exc

Ponendo un check sulla casella exc, si fa in modo che il filtro selezioni tutti quegli eventi che NON rispondono all'intervallo di dati prescelto. Selezionando, ad esempio, tutte le note comprese fra C3 e C4 e mettendo un check su exc, il filtro selezionerà tutte le note dell'intero range C0-G10, fatta esclusione per l'ottava C3-C4, che non verrà influenzata da alcun comando.

Cornice ALL NON-SPECIAL EVENTS

In questa cornice sono presenti dei campi di dati riguardanti alcuni parametri di tutti gli eventi non speciali, cioè quegli eventi MIDI visualizzati nelle prime sei righe della finestra. Tali parametri sono il canale MIDI, il battito all'interno d'ogni misura e infine il tick o la finestra di tick d'appartenenza. Se volessimo, ad esempio, agire con un comando solo sul secondo movimento di ogni battuta, basterebbe scrivere "2" sia nel campo Beat Min che nel campo Beat Max. Il filtro andrà alla ricerca di tutti gli eventi che soddisfino i requisiti nella cornice Include e che stiano temporalmente nel secondo beat di ogni misura. Allo stesso modo potremmo, nel caso di Timebase uguale a 120, restringere ulteriormente il campo d'azione del filtro al secondo ottavo del secondo movimento mettendo il valore 60 nel campo Tick Min e 119 nel campo Tick Max.

Eventi "Speciali"

Al di sotto delle sei righe di eventi MIDI convenzionali abbiamo una serie di quadratini di spunta per l'inclusione o meno nella selezione di alcuni tipi di eventi MIDI non standard, quali eventi di testo, audio, segni d'espressione, ecc. Il filtro agirà su di essi esattamente come sugli eventi standard, subordinatamente alla presenza del check sulla casellina relativa.

Caratteri Jolly

Torniamo ora al comando Interpolate e supponiamo di voler modificare una serie di accordi di chitarra ritmica, trasponendoli dall'armonia di DO maggiore a quella di DO minore. Per far questo bisogna fare in modo che tutti i MI si trasformino in MI bemolle. Nella prima finestra, Event Filter Search, dobbiamo quindi dire al filtro di agire su tutte le note MI. Eseguiamo la seguente serie di operazioni:

1 - Premiamo Nothing, per eliminare tutti gli eventi non di nota;

2 - Clicchiamo sul check Note;

3 - Ora bisogna far riconoscere al filtro tutti i MI a qualsiasi ottava d'altezza: per far questo inseriamo nel campo Min il valore E?, cioè la nota MI seguita dal carattere Jolly, che significa Octave wildcard, cioè qualsiasi MI, indipendentemente dall'ottava in cui si trova. In questo caso, il campo Max viene ignorato.

4 - Clicchiamo su OK, che farà comparire la seconda finestra di Interpolate, denominata Event Filter Replace, relativa alla destinazione dei valori una volta scalati.

5 - In questa finestra mettiamo nel campo Note Min il valore Eb?, cioè qualsiasi MIb in qualsiasi ottava, e premiamo OK. Ecco che tutti gli accordi di DO maggiore saranno, in un sol colpo, trasformati in accordi di DO minore, mantenendo l'ottava di destinazione di ogni nota modificata uguale a quella di partenza.

Un altro esempio

Le possibilità d'intervento con il comando Interpolate sono davvero infinite. Vediamo di fare un altro esempio. Supponiamo di voler trasformare tutte le durate degli eventi di batteria registrati, magari in real-time, dunque con durate variabili, alla lunghezza minima di un solo tick, peraltro ottimale per evitare accavallamenti e per risparmiare sulle ristrette risorse del General MIDI. Dovremo agire nel modo seguente:

1 - Lanciare il comando Interpolate;

2 - Premere il tasto Nothing;

3 - Selezionare gli eventi di nota mettendo un check sulla casella relativa;

4 - Lasciare inalterati tutti gli intervalli di dati, in modo da far entrare nella selezione qualsiasi strumento del Drumkit, con qualsiasi dinamica e con qualsiasi Duration, infine premere OK;

5 - Nella seconda finestra, quella di sostituzione, inserire il valore "1" sia nel campo Duration Min, sia in quello Duration Max relativi alle note, infine premere di nuovo OK.

Quanto appena descritto è un modo davvero molto veloce per modificare le durate della batteria, facendo in modo che queste abbiano il massimo rendimento con il minimo dispendio di risorse, come vuole l'ormai consolidata tradizione nella produzione delle nostre basi.

Un trick per la compressione dinamica

Ecco ora un semplice trucco per realizzare un vero e proprio effetto di compressione dinamica, molto utile per le tracce tipo quella del basso elettrico, che deve essere il più possibile priva di buchi o accenti poco musicali, ma che è notoriamente difficile da realizzare con una tastiera, soprattutto se non pesata. Per trasformare un range dinamico in un altro con divari più ristretti basterà operare come segue:

1 - Lanciare il comando Interpolate e selezionare solo la riga relativa alle note;

2 - Selezionare un intervallo di dati relativo alla dinamica delle note, supponiamo, da 50 a 127, badando però di non aver suonato note inferiori a 50 di velocity, che sarebbero inevitabilmente trascurate dall'interpolazione, rimanendo quindi molto basse di volume. Premere quindi OK;

3 - Inserire un range dinamico più stretto nei campi Velocity Min-Max, per esempio 70-110;

Cakewalk effettua l'interpolazione matematica delle note del basso proporzionalmente ai range inseriti nel primo quadro di Event filter search e nel secondo di Event filter replace. Ecco quindi che avremo creato un versatile compressore MIDI partendo dal comando Interpolate.

Il comando EDIT/LENGHT

Passiamo ora ad analizzare il comando EDIT/LENGTH (figura 2). Tale funzione espande o restringe di una data percentuale l'attacco oppure la durata delle note in una data regione. Con il check su Starting TImes il comando agirà sulla posizione temporale delle note (o di qualsiasi altro evento), spostandole più avanti o più indietro rispetto alla loro posizione originaria. Con il check invece su Duration, il comando allungherà o accorcerà, sempre in percentuale, la durata delle note relative alla selezione. Come al solito, è presente l'opzione Use event filter per selezionare una regione di eventi con l'aiuto del potente filtro descritto poco fa.

Esempi d’uso

Ecco alcune utilità pratiche di questo comando.

Supponiamo di aver effettuato un glissato, ad esempio nella parte del basso elettrico, con la ruota del Pitch Bender, ma che questo sia poco soddisfacente come sincronismo, in altre parole che termini la propria discesa verso la nota inferiore prima che questa sia effettivamente suonata. Si crea quindi l'esigenza di rallentare la discesa del pitch dilatando gli eventi di Pitch Wheel. Per far questo basterà selezionare gli stessi e lanciare il comando Length con un'adeguata percentuale d'azione, tenendo presente che, digitando "200" nel campo Percent, avremo gli eventi che raddoppiano il loro intervallo totale (o la durata, nel caso di check su Duration), mentre digitando 50 questo dimezzerà.

Simulare ghost notes

Un altro possibile utilizzo di tale comando è quello che permette di accorciare la durata delle note in modo da simulare le ghost notes di un basso elettrico o di una chitarra stoppata. Quello appena descritto è un intervento che si rende necessario in seguito ad una registrazione in realtime che, per forza di cose, non può mai essere così staccata da simulare in maniera convincente le ghost notes. Dopo aver quantizzato l'esecuzione agendo anche sulla durata delle note, in modo da uniformarne l'effettiva lunghezza, lanceremo il comando Length, ponendo il check su Duration ed impostando un valore in percentuale abbastanza piccolo, ad esempio 10. Ne risulta che, se le note di partenza erano semicrome (30 tick in Timebase 120), ora abbiamo note sempre da un sedicesimo ma di durata enormemente più piccola (3 tick ciascuna).

Comando EDIT/SLIDE

Questo comando (figura 3) permette di spostare avanti o indietro nel tempo gli eventi di una data selezione, sempre con la possibilità di attivare il filtro degli eventi apponendo il check sulla casellina relativa. Nella cornice Amount occorrerà digitare il numero di battute o di tick, con la possibilità di inserire un numero negativo per spostare indietro gli eventi: come di consueto, cliccando col pulsante destro del mouse su una delle due freccine si avranno incrementi-decrementi di una decina invece che di un'unità.

La funzione EDIT/RETROGRADE

Con questa funzione, Cakewalk offre la possibilità di invertire l'ordine degli eventi di una selezione, cioè di fare in modo che il primo in termini di tempo diventi l'ultimo e viceversa. Tale operazione non ha quindi nulla a che fare con il termine contrappuntistico "retrogrado". Cakewalk potrebbe solamente servirci, invece, per rovesciare la direzione di alcuni glissati particolarmente curati manualmente (e quindi ben riusciti) in Event List: invece di rifare il lavoro di editing, basterà usare la funzione Retrograde. Lo stesso vale per i Controller: un crescendo molto bello effettuato con il Control Change 7 del Volume potrà trasformarsi in un diminuendo attivando il comando in questione solo sugli eventi di controllo, quindi con l'aiuto del filtro.

Il comando EDIT/TRANSPOSE

Transpose (figura 4) agisce solo sugli eventi di nota e ne traspone le altezze (numero MIDI delle note). Occorre specificare la quantità di semitoni, positiva o negativa, di cui trasporre il materiale selezionato. Selezionando l'opzione Diatonic Math, la quantità espressa nel display Amount è calcolata in intervalli diatonici: il software si basa sulla tonalità impostata nella finestra VIEW/KEY-SIGNATURE e traspone gli eventi di una o più note diatoniche. In DO maggiore ad esempio, trasponendo di un valore uguale a +1, tutti i DO diventeranno RE (alzandosi di un tono), mentre tutti i MI diverranno FA (alzandosi di un semitono).

Funzione EDIT/VELOCITY SCALE

Questa funzione (figura 5) agisce direttamente sulla Velocity degli eventi, cambiandone il valore in base a due parametri di Inizio e di Fine inseriti dall'utente. Nei riquadri Begin ed End bisogna inserire i valori relativi alla dinamica che si vuole ottenere in corrispondenza dell'inizio e della fine della selezione: si rivela quindi molto utile per trasformare tutti gli eventi nell'intervallo Begin-End in modo da ottenere interessanti effetti di crescendo o diminuendo senza toccare il Control Change relativo al Volume o quello relativo all'Expression.

L’opzione PERCENTAGES

Mettendo invece il segno di spunta sull'opzione Percentages, Velocity Scale modificherà la dinamica degli eventi interpolandola di una data percentuale rispetto a quella di partenza. È utilissima, questa funzione, se si vuole incrementare, ad esempio, di un buon 15-20 % tutta la velocity di un determinato passaggio: basterà selezionare la frase in questione, porre un segno di spunta su Percentages, mettere, per esempio, il valore 120 sia in Begin sia in End e premere OK. Tutte le velocity saranno quindi incrementate del 20 %: una velocity 80, quindi, diverrà 96. È chiaro che non è possibile andare oltre il valore di 127, quindi eventuali eccessi saranno tutti arrotondati al valore massimo, che è appunto di 127. In tal caso, quindi, si verificherà un appiattimento, un po' come succede con i Clipping (vedi puntata n° 11) in fase di registrazione digitale. Per guardarsi da tali pasticci sarà bene prevedere di non incrementare troppo delle dinamiche già alte.

Un trick sulla velocity

Un ultimo suggerimento riguarda l'utilizzo musicale di tale funzione. Come è noto, i sintetizzatori tendono a rendere più brillante un suono a velocity elevata: questo effetto si verifica soprattutto con determinati timbri. Per rendere quindi più brillante il colore di un passaggio senza alterarne il volume generale, basterà portare la velocity delle note al massimo valore possibile senza "sforare", cioè evitando di appiattire gli eventi attorno al valore di velocity 127, dopodiché abbassare il volume generale della parte (Control Change n° 7). Viceversa, si ammorbidirà il tocco di un passaggio pianistico abbassando la velocity percentualmente e poi alzando il volume, sempre con il Control Change n° 7.

Conclusioni

Abbiamo dato un'occhiata a tutte le funzioni principali di editing che Cakewalk Professional 3.0 ci fornisce. Rimane soltanto da dire che, relativamente a tutti i comandi descritti, in Cakewalk Pro Audio è presente anche l'opzione Stretch Audio, che permette di utilizzare gli stessi comandi anche sui campioni, trasponendone la tonalità, spostandoli avanti o indietro nel tempo, allungandoli o accorciandoli, ecc. Tali potentissime funzioni di editing audio non distruttivo saranno debitamente sviscerate in uno dei prossimi appuntamenti, interamente dedicato all'utilizzo del menù EDIT in Cakewalk Pro Audio 6.0. A risentirci presto!