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MIDI SONGS N. 57
(GIUGNO 1998)


MIDI Chiaro!
Corso pratico sulle Tecniche di Realizzazione dei midifile
XII puntata


LE PARTI DI MANDOLINO IN UN MIDIFILE

di Michele Antoniou

In questa nuova puntata analizzeremo la tecnica per la riproduzione MIDI del suono di un folcloristico strumento etnico dal sapore molto mediterraneo. Solitamente gli stranieri associano al suono del mandolino un sole radioso, un cielo azzurro e… un piatto di spaghetti "ca pummarola ‘ncoppa"!

 

Prima di cominciare.

Può sembrare strano ma alcuni musicisti "non-informatici" credono che per realizzare un midifile i programmatori facciano uso di particolari software che convertono un nastro o un file .wav in segnali MIDI; mentre altri sono convinti che nei sequencers siano presenti degli speciali wizard che permettono la creazione automatica di una base!

Nell’attuale panorama del software musicale per personal computer possiamo trovare svariate applicazioni che ci aiutano a creare arrangiamenti automatici e a trasformarli in midifile, ma purtroppo questi programmi hanno risorse creative molto limitate per i nostri scopi e di conseguenza non potranno mai essere utilizzati per la produzione di una base che sia fedele all’originale.

I sequencer che vengono adoperati per la realizzazione di prodotti professionali non sono altro che delle tele bianche sulle quali poter disegnare tutto quello che suggerisce il nostro estro creativo (o imitativo!). Un sequencer non creerà mai un brano da solo ma grazie ai suoi tools ci aiuterà enormemente durante le fasi di programmazione; bisogna però conoscere a fondo le sue funzioni e le possibilità d’intervento sui dati in modo da poterlo sfruttare pienamente a vantaggio della nostra creatività musicale. Ed è proprio questo il motivo per il quale esistono manuali, libri, seminari, corsi e... MIDI Chiaro!

 

Un liuto dalla passione mediterranea.

Il mandolino è uno strumento a corde derivante dalla vasta famiglia dei liuti ed ha origini nostrane. Per suonarlo occorre fare uso di un plettro utilizzando la tecnica del tremolo in modo da pizzicare ritmicamente le corde ad una determinata velocità; ed è proprio questa la caratteristica che rende il mandolino uno strumento così affascinante.

Nella Tavola dei Toni del sistema General MIDI non esiste un timbro specifico dedicato a questo strumento, anche se possiamo trovare altri liuti come lo Shamisen, Banjo, Koto, ecc. A colmare questa lacuna timbrica ci ha pensato la Roland che nel glorioso standard "GS" ha previsto un banco di variazione sul Program Change #26 corrispondente alla "Steel Guitar" (la tipica chitarra d’accompagnamento con le corde di metallo) e precisamente sul banco 16. Se non siamo GS-dipendenti, in alternativa a questo timbro si può utilizzare il Program Change #16 (Santur) che possiede un decadimento corto ed un suono leggermente ammorbidito che può essere schiarito lievemente in modo da renderlo un po’ più brillante nell’esecuzione delle note acute.

 

E ora… jammo a simulà!

Il midifile "ZZMIDI12.MID" che trovate nel Magic Disk di questo numero contiene 6 esempi di esecuzioni per mandolino che analizzeremo singolarmente. Il primo esempio (che inizia alla misura 1 e termina alla misura 5) è quello fondamentale che ci permette di capire la tecnica MIDI per simulare l’effetto tremolante delle corde pizzicate col plettro. Nello strumento reale, infatti, la corda che produce una determinata nota viene suonata ripetutamente fino al termine della sua durata.

Per riprodurre in termini MIDI questa tecnica bisogna ricorrere a dei semplici ma utili espedienti presenti sui sequencer più evoluti; nel nostro caso, la funzione che ci permetterà di raggiungere l’obiettivo prende il nome di FILL (riempimento). Per usare questo tool bisogna tenere d’occhio il contenuto del menu pop-up "Ins." e le piccole ma fondamentali caselle di SNAP e QUANT che determinano la frequenza e la durata di ogni evento inserito (vedi figura 1).

Cominciamo a programmare il primo esempio creando una Parte sulla traccia MIDI 3 dalla finestra di Cubase.

1) La prima operazione da compiere è la definizione del tempo metronomico; per fare ciò è necessario portarsi nella Master Track ed impostare una velocità di 103 Bpm.

2) Impostiamo ora il Left Locator alla misura 2 ed il Right Locator alla misura 6 (premendo rispettivamente i tasti [L] e [R]) in modo da creare una nuova parte (premendo [Ctrl] + [P]) che occupi 5 misure.

3) Entriamo nella Parte (… ma non come farebbero degli attori!), premendo la combinazione di tasti [Ctrl] + [G].

4) Una volta catapultati nel List Edit, bisogna localizzare il pop-up "Ins." presente nella Status Bar ed impostarlo ad eventi di Note (figura 2).

5) Adesso dobbiamo programmare la frequenza delle Note da generare e la loro singola durata. Per fare questo, occorre impostare i riquadri di SNAP e QUANT scegliendo il valore 32 per assegnare la frequenza e la durata, pari a 1/32. L’impostazione di questi valori può essere fatta oltre che con il mouse mediante la pressione del tasto [6] della tastiera alfanumerica che permette di modificare entrambi i valori di SNAP e QUANT in una sola operazione.

6) Sempre nella Status Bar, localizziamo il pop-up "Do" e cliccando sulla piccola freccetta, scegliamo la voce "Fill" dall’elenco che appare (vedi figura 3).

A questo punto il nostro Cubase avrà riempito tutta la Parte con delle note aventi una lunghezza pari a 48 ticks, distanziate di 1/32. Poiché le note appena generate saranno tutte della stessa altezza e con uguale dinamica, è necessario andarle ad editare in base alle nostre esigenze.

7) Per modificare le singole note è consigliabile premere il tasto di "Editing Via MIDI" ed inserire le note direttamente da una tastiera MIDI, inoltre è necessario pigiare il pulsante che raffigura una croma per modificare l’altezza di ogni singola nota (figura 4).

8) Dopo aver corretto le note in modo da comporre la melodia voluta entriamo nella finestra del Key Edit premendo i tasti [Ctrl] + [E].

9) L’ambiente Key Edit dovrebbe essere diviso in due parti rispettivamente chiamate Note Display (per la sezione superiore) e Controller Display (per la zona inferiore della finestra); se così non dovesse essere, è necessario premere il bottone del Controller Display Show/Hide, o in alternativa la combinazione di tasti [Alt Gr] + [C].

10) Dall’Event Type Selector situato all’interno del Controller Display, selezioniamo la voce "Velocity" in modo da fare apparire tutti i valori delle dinamiche per ogni singola nota (figura 5).

11) Sempre dalla finestra del Key Edit facciamo apparire il Tool Box (premendo il tasto destro del mouse) e scegliamo il Puntatore (figura 6).

12) Adesso possiamo tracciare delle linee per disegnare l’andamento dinamico delle note in base all’espressione che vogliamo dare e al risultato che desideriamo ottenere, come ad esempio un ingresso in crescendo e un andamento ondulatorio delle note successive (vedi figura 7).

 

Secondo esempio: raddoppio in ottava.

Il secondo esempio del nostro midifile comincia alla misura 7 e termina alla 9. In questa sequenza abbiamo ricopiato la parte precedentemente programmata sullo stesso canale midi 3 e successivamente abbiamo effettuato un’ulteriore copia della Parte sul canale midi 4 abbassando il pitch di un’ottava sotto. Nei punti seguenti è descritta la corretta procedura di programmazione.

1a) Dopo aver eseguito tutti gli step precedentemente programmati bisogna copiare questa Parte nella misura 7. Per fare questo dalla finestra di Arrange basta premere il tasto [Alt] e cliccare sulla Parte da copiare trascinandola fino alla misura in cui vogliamo copiarla.

2a) Adesso dobbiamo "doppiare" la medesima Parte su un altro canale MIDI quindi bisogna copiarla con lo stesso metodo descritto nel punto precedente, ma trascinandola verso il basso (canale midi 4) in corrispondenza della stessa misura (vedi figura 8).

3a) Con la nuova Parte evidenziata, apriamo l’Inspector con i tasti [Alt] + [I] e modifichiamo il Transpose dandogli un valore pari a "-12".

4a) Sempre attraverso l’Inspector è opportuno diminuire la velocity generale della parte assegnando un valore di "-38" circa (in base alla dinamica della prima voce).

5a) Infine possiamo anche "ritardare" la Parte modificando il parametro di "Delay" dell’Inspector con un valore approssimativo di 34 ticks (figura 9).

 

Terzo esempio: controcanto.

Il terzo esempio che comincia alla misura 12 e termina alla 16 rappresenta un semplice controcanto della prima Parte su un altro canale MIDI. Per realizzarlo basta copiare la Parte della prima voce sul canale midi 4 e modificare l’altezza delle note seguendo le regole di armonizzazione.

1b) Copiare la Parte del primo esempio nella misura 12.

2b) Doppiare la stessa Parte sul canale midi 4 eseguendo la procedura di copia e incolla descritta al punto "1a".

3b) Con la nuova Parte evidenziata, entriamo nel List Edit premendo i tasti [Ctrl] + [G].

4b) Dalla Status Bar attiviamo le funzioni di Editing Via MIDI come abbiamo fatto al punto 7.

5b) Adesso possiamo cambiare le note suonando direttamente dalla master keyboard stando attenti a seguire la seconda voce della melodia di partenza.

6b) Dopo aver completato l’editing via MIDI delle note usciamo dal List premendo [Invio].

7b) Tornati nella finestra di Arrange, modifichiamo il Delay della Parte attraverso l’Inspector e nell’apposito riquadro assegniamo un valore pari a "+20".

8b) Sempre attraverso l’Inspector modifichiamo la velocity generale della Parte scrivendo sull’apposita finestra il valore "-30".

Quarto esempio: voce doppiata in ottava e controcanto.

Il quarto esempio (dalla misura 17 fino alla 21) si ottiene semplicemente copiando su una nuova misura tutte le Parti precedentemente create negli altri esempi.

1c) Seguendo la procedura di copia descritta al punto "1a" cloniamo la Parte del primo esempio nella misura 17.

2c) Adesso copiamo la Parte del canale MIDI 4 del secondo esempio (Parte in ottava bassa) in corrispondenza della misura 17 sullo stesso canale.

3c) Eseguiamo una copia della Parte modificata nel terzo esempio (dalla misura 12 alla 16) ed incolliamola sempre alla misura 17 ma su una nuova Traccia MIDI (figura 10).

4c) Ricordiamoci di assegnare il giusto Program Change con il corretto cambio di banco per ottenere il suono del mandolino. Per fare ciò è necessario avvalerci dell’Inspector e modificare i valori di Program e Bank con i seguenti dati: Bank Select a #16 e Program Change a #26, come li vediamo nella figura 11.

 

Quinto esempio: aggiungiamo una linea d’archi.

Dalla misura 22 fino alla 26 possiamo ascoltare il quinto esempio. Si tratta di un’esatta copia delle tre Parti che troviamo nel quarto esempio (dalla misura 17 alla 21) alle quali è stata aggiunta una linea di Slow Strings che segue la melodia principale. L’aggiunta di questa nuova Parte rende l’ensemble più orchestrale e vengono eliminati quei piccoli rumori di attacco prodotti dai timbri di mandolino. Se vogliamo realizzare questo esempio possiamo programmare i punti che seguono.

1d) Dalla finestra di Arrange evidenziamo le Parti del terzo esempio.

2d) Una volta evidenziate tutte le tre Parti, premiamo la combinazione di tasti [Alt Gr] + [P] in modo da impostare con una sola operazione entrambi i Locatori.

3d) Portare la Song Position alla misura 22 (premendo il tasto [P] e scrivendo "22" seguito da [Invio]).

4d) Andiamo nel menù Structure e selezioniamo la voce "Copy Range" per creare una copia di tutte le parti contenute all’interno dei Locatori nella misura 22. Con quest'operazione abbiamo realizzato una copia esatta del quarto esempio (figura 12).

5d) Collochiamoci su una nuova Traccia e assegniamo come Program Change il timbro Slow Strings (Program Change #50), attraverso l’Inspector Field.

6d) Sistemiamo il Left Locator alla misura 21 in modo da poter registrare correttamente la nuova Parte di archi.

 

Sesto esempio: un ensemble al completo.

L’ultima sequenza del nostro midifile d’esempio (che parte dalla misura 27 e termina alla 31) è una breve dimostrazione di un ensemble orchestrale completo di basso e sezione ritmica. Questa sequenza è stata realizzata copiando le Parti del quinto esempio e aggiungendo un’ulteriore linea di archi in controcanto a quella di base, suonata in Overdub, sullo stesso canale MIDI. Infine è stata aggiunta una traccia di basso al canale 2 e una parte ritmica di batteria che ricalca lo stile di una sana beguine partenopea.

Per programmare quest'esempio ritengo sia superfluo ripetere la semplice procedura di copia già effettuata negli esempi precedenti. Vi suggerisco dunque di programmarlo senza l’aiuto dei nostri "step", in modo da potervi esercitare e memorizzare tutti i passaggi effettuati in questa dodicesima puntata.

Cari lettori, se desiderate proporre nuovi argomenti o ricevere ulteriori chiarimenti sugli argomenti trattati, rivolgerci delle critiche e apprezzamenti, non esitate ad inviare una e-mail ad uno dei seguenti indirizzi di posta elettronica:

midichiaro@usa.net oppure midichiaro@megara.com

GLOSSARIO dei termini incontrati

 

FILL (Riempimento): funzione presente nei principali editor del sequencer Cubase (List, Key Edit, Score Editor, Drum Editor) che permette di riempire un determinato intervallo temporale con degli eventi MIDI stabiliti nel Pop-up "Ins.".

FILE .WAV: Estensione di 3 lettere che segue al nome di un file generato solitamente da un software di Hard Disk Recording. Un file .wav contiene le informazioni di un determinato campione (strumento, voce, effetto sonoro, canzone, ecc.).

OVERDUB: Funzione del sequencer Cubase che permette di "sovraincidere" una traccia già registrata per un numero indeterminato di volte senza cancellarne il contenuto preesistente.

LIUTO: strumento musicale appartenente alla famiglia dei cordofoni, diffuso intorno al XIV secolo. Dal liuto (oltre al mandolino) hanno avuto origine altri strumenti etnici in svariate parti del mondo, come la balalaica, il bouzouki greco, il saz della turchia, l’egiziano ‘ud e il più moderno banjo.