Per andare
là dove...
nessun uomo ha mai avuto voglia di andare prima
di Gabriele "TheClue"
Baldassarre
Nota dell’autore:
Indubbiamente quello che ho scritto è un racconto atipico, in quanto l'ironia contro i personaggi di Star Trek è decisamente feroce (più di quella cui ci ha abituati Sev Trek), però voglio subito precisare che, nonostante le apparenze lo neghino, io sono un grandissimo appassionato di Star Trek e in modo particolare proprio di TNG. Lunga vita e prosperità... e buona lettura!
Prologo
«Diario del capitano, data stellare 23675.nonchesignifichiqualcosa. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise, la sua missione è quella di cercare nuovi, ma soprattutto strani mondi, nei quali infrangere la prima direttiva e provocare disastri ipergalattici. Qui è il capitano Picard, l'unico essere vivente senza capelli del 24° secolo e il primo ufficiale William "Sandokan" Riker, l'unico essere vivente che può farsi una storia con una betazoide di nome Troy.»
Capitolo 1
Era una notte buia e tempestosa e l'Enterprise vagava senza meta nello spazio (infatti dal fatidico «Signor Sulu, ci porti fuori» l'Enterprise ha sempre vagato senza meta nello spazio) in qualche punto del Quadrante Gamma quando all'improvviso una strana astronave spuntò sugli schermi: era tutta storta e piena di bozzi.
- L'avrei fatta meglio io - commentò
il tenente Worf con un perfetto alito Klingoniano, dal resto l'alito era
l'unica cosa che avesse un certo peso nei suoi discorsi - Che faccio, la
distruggo?
- No, aspetta un momento - rispose il guardiamarina Krushev notando come
tutt'ad un tratto una veloce combinazione di 4096 spie luminose si era
accesa e spenta in un nanosecondo sulla sua consolle, un SuperNES overcloccato;
il segnale era chiarissimo: astronave non identificata!
Fu chiamato il Comandante, cui era nota la passione per il XX Secolo, che si stava sollazzando sul ponte ologrammi della Disney a vedere vecchie glorie del Cinema.
- Tutto bene, Comandante?
- No, direi di no! Non avevano Gianni e Pinotto. Qualche problema, Numero
Uno?
- Un'astronave non identificata, Signore, a 10 minuti da qui.
- In tal caso, la nostra condizione ci permette solo una cosa: cambiare
quadrante.
- Non possiamo, Signore. Siamo in riserva.
- Come in riserva? Le avevo ordinato di fare il pieno a Tau-Ceti!
- Ci hanno chiuso il conto, Signore.
- Signore, l'astronave si sta allontanando - interruppe Data.
- Posso distruggerla, Capo? - intervenne Worf - vi prego!
- No, vediamo di aprire un canale, prima. Ecco, proviamo il canale di Panama!
- Nessuna risposta, Signore.
- Allora cambiate canale... ecco, lasciate qui: c'è il Maresciallo
Rocca!
-Ancora niente, Signore.
Quando all’improvviso, su un canale
a luci rosse:
- Siete della Federazione, vero? Scommetto che non riuscite a prendermi,
AH AH AH! Il Dominio vincerà contro tutti!
L'aria in plancia diventò pesante, anche perché il condizionatore
era rotto. Il pacemaker di Dilithio di Picard cominciò a battere
con un ritmo incessante, mentre Worf era già pronto a lanciare le
prime testate, giusto per avvertimento. Finalmente:
- Signor Data, cosa ci può dire di questo essere?
- Che è sicuramente molto incazzato, Signore.
- Grazie, Signor Data.
Si udì un fortissimo flash!!
- Signore - il guardiamarina con un gemito - la nave è scomparsa
all'improvviso! Non è più nemmeno sugli schermi Radar, un
attimo fa era lì e ora...
- Aò, nun facciamo scherzi; tirate fuori la nave sennò qua
succede un macello; chi è stato?
- No Signore, nessuno Signore: se ne è andata ma ha lasciato una
scia di strane particelle.
- Che genere di particelle, signor Data?
- Molliche di pane, Signore.
- Giusto, Data, lo sapevo naturalmente; lei è promosso ad Ammiraglio.
Bene signor La Forge, curvatura 6 al mio ordine, 13° a babordo, 6°
a tribordo, 12 sopra e 3 sotto, 3 per 5 quindici, 44 gatti in fila per
sei col resto di due... crede che basti, Numero Uno? Mi sta venendo il
torcicollo.
- Penso di sì, Signore. La salute è la prima cosa.
- Bene. La Forge? Pronti... partenza... VIA!
Capitolo 2
Un'atmosfera tesa e attenta regnava al bar, dove una paziente della dott.ssa Krushev affetta da "striptisi" sfuggita al controllo stava dando spettacolo di sé. Malattia grave e contagiosa, ma nessuno sembrava preoccuparsi di questo particolare. Il comandante intanto stava parlando (?!?) con la Troy, ma in effetti la donna non era molto disposta a parlare, essendo ancora una versione Beta.
- Che cosa ne pensi di questo, Beta?
- Direi che forse la situazione le sta sfuggendo di mano. Guarda là!
E' una indecenza.
- No, io intendevo il Dominio. Sono 5 ore che stiamo seguendo la traccia,
ma, niente da fare, non si vede niente.
- Ecco, non ne sono sicura, io in genere piego cucchiai, però forse
stiano andando contro qualcosa di grosso.
- In che senso?
- E' che, forse, se non stiamo attenti ci ritroveremo in una trappola.
- Ne sei sicura?
- Credo che stiano giocando con noi come il gatto col topo.
- Credi?
- Non so, forse sì e forse no.
- Più sì o più no?
- Forse... no. Ma magari sì se casomai noi... ecco, forse...
- Ma ti senti bene?
- Ecco, forse.
«crk..zzx..crk…Capo, mi sente?
Sono il primo ufficiale.»
- Mi dica Signor Uno, qualche problema?
«Abbiamo avvistato un pianeta dritto davanti a noi, le tracce conducono
lì. Ho pensato che lo volesse sapere»
- Certo, finisco il mio frullato e salgo a dare ordini. Non prendete decisioni
senza di me!
Qualche minuto dopo, il plancia.
- Eccomi qua. Novità?
- Finalmente! Siamo in in rotta diretta di collisione, Signore. Meno 4...
3... 2... 1...
-Santo cielo, Uno. FRENA!!!
SK
RR
EEE
EAA
KKKK
- Santo cielo, Uno, ora dovremo cambiare
le pasticche. Ma perché non ha cambiato rotta?
- Ma aveva ordinato di non prendere decisioni senza di lei, Signore!
- Dovrà pagarle col suo stipendio. Non ha idea di quanto costino
delle pasticche al Dilithio per le navi di classe Galaxy?
- No, Signore
- Beh, molto. E poi c'è la manodoper…
«crk…fzzz…Qui è il C.I.D.»
- Costatazione amichevole di sinistro?
«No, il Consorzio Indipendente del Dominio. Fatevi riconoscere.»
Dai denti bianchi si capiva di che pasta era il capitano.
- Sono il capitano Jean Luc Picard, della nave stellare Enterprise. La
sua missione…
«Si, si, va bene. Capitano, lei e la sua nave siete accusati di aver
violato lo spazio del Consorzio del Dominio, nonché di una misteriosa
moria delle vacche e secondo la legge di Murphy (*) siete stati condannati
alla smolecolizzazione totale tra un ora, giusto il tempo di organizzare
un festino.»
- Abbiamo un ultimo desiderio?
«Sì, è nella Convenzione di Ginevra. Ma niente fumo!»
- Vorremmo la grazia.
«Mi dispiace, ma la Grazia oggi non può, forse preferisce
la Cesira? O la Carlotta?»
- Oh no, allora no. Vogliamo scendere sul pianeta per chiarire questa faccenda.
«Non c'è niente da chiarire. Comunque, se questo è
il vostro desiderio, una delegazione di ufficiali si teletrasporterà
qui da noi tra 10 minuti. Chiudo.»
Una strana pressione gravava in plancia,
anche perché ultimamente anche il manometro stava dando cenni di
psicosi. Importante era la decisione del capitano su gli uomini da portare
con sé, uomini che dovevano rispondere a durissimi criteri di selezione,
così per soddisfare tutte queste esigenze, il comandante utilizzò
il metodo più collaudato: la conta. I fortunati furono il tenente
Worf e l'androide Data, nonché Jordi LaForge, l'addetto alla sala
macchine proveniente da Praga (infatti molti si chiedevano il perché
facesse le cose alla ceca). Finalmente anche Riker avrebbe avuto la possibilità
di sedersi sulla poltrona in pelle umana destinata al comandante e infatti:
- Numero Uno, a lei il comando, MA NON FACCIA CASINI!! Signor Dominio?
Noi siamo pronti per il teletrasporto.
Zwing, fischiò il teletrasporto, sfortunatamente i misteriosi alieni dimenticarono la testa di Data, errore a cui subito posero rimedio con una prolunga.
(*) La famosissima legge di Murphy, adottata
dalle legislature di tutta la Galassia (e anche oltre) dice che "Se
le cose devono andar male lo andranno sempre nel modo peggiore"
Capitolo 3
Lo spettacolo che si presentò
agli occhi della delegazione terrestre fu al di là di ogni immaginazione:
avevano davvero organizzato un festino! E quando il Dominio fa un festino
è un festino con gli attributi, perbacco! Un festino in scala globale,
tutto il pianeta! Ma gli uomini della delegazione non si lasciarono fuorviare
dall'ambiente: erano lì per uno scopo ben preciso: portare a casa
la pelle e possibilmente con gli organi sotto.
I primi esseri viventi che incontrarono erano alcune donne aliene dagli
abiti succinti e dall'aria spazientita che aspettavano alla luce di un
lampione, quindi un alieno con Porsche Coupè, probabilmente il datore
di lavoro, che lavorava (?) con loro, riscuotendo una piccola (???) percentuale
su ogni loro incontro (?????) e poi un alieno dagli occhi strani e con
in mano un piccolo foglio di carta arrotolato e fumante, e ancora un alieno
con gli occhi ancor più strani e dalla barba incolta che mormorava
qualcosa in un misterioso idioma alieno:
- Scusa, C'hai spicci?
Ma i nostri si fermarono solo al vedere due alieni in giacca e cravatta.
Di Dolce&Gabbana, probabilmente: uno era dolce, l'altro era stato gabbato
nel comprarla e pagarla un occhio della testa. Poi scoprirono che Dolce
e Gabbana erano proprio i nomi dei due...
- Sono il Capitano Picard della nave stellare Enterprise, la sua miss...
- Silenzio, boccia pelata. Voi, seguiteci.
Gli alieni, che avevano un aspetto
molto simile agli esseri umani, se non fosse per il colore verde della
pelle, le antenne, le 8 gambe e per la lingua a formichiere, legarono i
terrestri per i capelli, a parte il comandante che, per ovvi motivi, fu
legato per i peli del naso, e Data che fu semplicemente riempito di botte,
unico modo di spegnerlo.
Quindi furono fatti salire su una Alfa 155 nera con i vetri oscurati con
grande difficoltà dell'autista che, per via delle 8 gambe, proprio
non riusciva a portare un'auto con soli tre pedali (la casa automobilistica
locale, la "Skoda", forniva solo le vetture per le parate della
"Festa dell'Unità", ma era assolutamente sconsigliato
usarle per strada).
Fu così che gli uomini dell'Enterprise capirono di essere finiti
nelle mani della malavita organizzata.
- Dalla padella alla brace! - disse
Picard.
- Zitto, ginocchio - lo schiaffeggiò Dolce; il capitano dai nervi
d'acciaio perse immediatamente i sensi.
- Dove ci state portando? - chiese LaForge con un perfetto accento ceco,
unico uomo dotato di senno lì in mezzo.
- Dal capo supremo, il suo nome è J. T. Kirk.
- James Tiberius Kirk? Ma come? Non era morto?
- Non quel Kirk! Il suo nome è Johan Texilio Kirk.
- Ah, ecco.
- Siamo arrivati - interruppe Gabbana.
Erano arrivati davvero! Dopo 6 ore
di viaggio erano arrivati... dove?
Avanti a loro un complesso di edifici scuri e tremendamente sporchi, una
serie di urli atroci si udivano dalle finestre e topi grossi come castori
passeggiavano indisturbati.
- Stupido - gridò Dolce - questo
è l'ospedale! Non è qui che dobbiamo andare!
- Chi è questo J. T. Kirk? - chiese LaForge.
- Questo è un segreto. Dirò solo che è il nostro boss,
ma è anche il capo del governo, delle forze di polizia, delo stato
maggiore, della Nettezza Urbana, dell'ufficio della previdenza sociale
e il direttore della scuola elementare.
- E perché ci state portando da lui?
- Eh, eh! Questo è un segreto. Dirò solo che ha in programma
l'invasione della Terra e che gli serve la vostra nave per un'azione di
sorpresa.
- E come pensate di ingannare il comando della flotta stellare?
- No, no. Anche questo è un segreto...
E così ripresero il viaggio, senza una meta apparente e con LaForge che riuscì anche a farsi dire da Dolce che era impotente e che andava dallo psicanalista perchà si mangiava le unghie dei piedi. Non sapevano che di lì a poco avrebbero fatto una scoperta che avrebbe cambiato le loro vite.
Capitolo 4
Sull'Enterprise tutti cercavano delle
distrazioni, principalmente nella stanza della Troy (ma in questi attimi
di panico in molti cercarono addirittura la compagnia della dottoressa
Krushev, la situazione doveva essere davvero drammatica!); la realtà
era che tutti erano preoccupati per gli uomini scesi a terra: i loro pensieri,
anche in compagnia della Troy, non potevano che raggiungere i compagni
impegnati nella trattative.
Il problema era un altro: potevano far qualcosa per loro? A questa domanda
William "Sandokan" Riker cercava disperatamente una risposta:
erano controllati a vista, non potevano muoversi, né sparare, non
avevano neanche la possibilità di comunicare con la Federazione.
E inoltre tutti gli ufficiali più validi avevano seguito il capitano
Picard e in plancia non vi erano che quelle comparse di cui nessuno sa
il nome. Riker chiedeva loro molte cose, ma loro neanche gli rispondevano,
probabilmente la Paramount non le pagava nemmeno per parlare.
E così, William T. Riker, seduto sulla poltrona di capitano, al
comando di una nave stellare più grossa di Gundam, non poteva fare
assolutamente nulla. Pensò un momento, ogni tanto per sbaglio gli
capitava, e fu così che ebbe una idea che secondo lui avrebbe potuto
salvare la nave! Ma fortunatamente subito la dimenticò.
- Pazienza, andiamoci a prendere un caffè!
Capitolo 5
L'Alfa 155 coi vetri oscurati sfrecciava
sulle strade sconosciute di quel pianeta lontano, all'interno gli uomini
più valorosi con il compito di salvare non solo loro la Terra, ma
soprattutto loro stessi! Era una responsabilità enorme! E tuttavia
la flotta stellare avrebbe scelto comunque quei temerari, se ne avesse
avuto la possibilità: il capitano ancora non aveva ripreso i sensi,
il klingoniano puzzava come una capra, a Data si erano esaurite le batterie,
4 tipo "stilo" al Nichel-Dilithio ricaricabili, e LaForge non
riusciva a trovare il Visor (quello taroccato per i film porno).
Tutto intorno l'oscurità, quando all'improvviso arrivarono a destinazione:
un enorme palazzo stile Tyrrell Corp, tutto illuminato con due Trooper
imperiali (il Dominio aveva contatti molto potenti) all'ingresso e un verme
delle sabbie sul retro (per l'appunto), in alto una scritta "Residenza
di J. T. Kirk" a caratteri cubitali e visibile da chilometri.
- Dove siamo? - mormorò Picard
appena appena ripresosi. Probabilmente, non visto, aveva fumato l'impossibile.
- Siamo arrivati dal boss - rispose Dolce.
- Il capo vuole vedervi subito - intervenne Gabbana.
Così i terrestri, scortati, entrarono nella residenza di Kirk: sembrava
una reggia! Oro, arazzi, schiavi neri, introvabili biglietti per il derby
della Madonnina…
- Il capo vi sta aspettando nella sala del trono.
Entrando videro Johan Texilio Kirk
per la prima volta, la somiglianza con James Tiberius Kirk era notevole
e avrebbero tutti giurato che fosse lui, se avessero studiato Storia del
XX Secolo a scuola e avessero quindi visto la foto di Bill Shatner con
la tuta aderente. Questo J. T. Kirk era decisamente più obeso e
anche più anziano, ma sembrava veramente lui, il mito di 10 generazioni
della flotta stellare che aveva trovato la morte in occasione del viaggio
inaugurale della nuova Enterprise: una sfiga da Ataru Moroboshi!
(tutto il resto è Top Secret)
- Benvenuti terrestri. Non potete sapere
il motivo per cui vi ho chiamato qui.
- Sicuro, Signore - intervenne Data - Lei vuole utilizzare l'Enterprise
per invadere la Terra.
- Già, è ancora un segreto, però.
- E utilizzare le mappe contenute nel computer dell'Enterprise per individuare
tutte le postazioni difensive della Federazione.
- Ummm….no, non ci avevo pensato! Ottima idea!
- Sì, Data, ottima idea! - esplose il capitano che ancora non si
era reso conto della gravità della situazione - Lei è promosso
ad Ammiraglio! - Decisamente aveva fumato l'impossibile.
- Chiedo scusa Signore, perché vuole invadere proprio la Terra?
Ci sono tanti pianeti più belli! Bejor, per esempio, è più
vicino e poi...
- Sì, ci avevo pensato, ma poi ho visto un film al Cinema... la
Terra è l'obiettivo più tradizionale!
- Dovrebbero censurarli certi film. - commentò il klingoniano dallo
stomaco di ferro.
- Si chiamava Indipendence Day. Gran film, peccato che finisca male.
Comunque, naturalmente voi sarete nostri ospiti mentre procederemo alla
smolecolizzazione totale dell'equipaggio della vostra nave. Guardie, portateli
via!
Primo pensiero degli ufficiali al comando
era trovare il modo di scappare e avvertire Riker del pericolo, ma, pur
sforzandosi, proprio non riuscivano a elaborare un piano efficace. Poi
al klingoniano venne una idea brillante: LaForge avrebbe fatto finta di
vedere qualcosa e avrebbe attirato l'attenzione delle due guardie, sempre
Dolce&Gabbana. Il piano era degno di un intelletto klingon: era veramente
perfetto.
- Ehi, guardate dietro di voi. C'è la Barale nuda!- urlò
LaForge
- DOVE DOVE???
Approfittando dell'attimo di sbavamento
dei due gorilla, l'androide Data, che aveva una mano pesante (infatti era
fatta di Titanio) e Worf, che era pur sempre un klingoniano dalla pelle
dura, anche se in tuta aderente, colpirono ripetutamente i due fino a mischiar
loro le ossa, poi il capitano Picard li colpì con i loro stessi
Phaser al minimo. Peccato che i Phaser del Dominio avessero i settaggi
al contrario...
Quando ebbero finito avevano solo 3 gambe in due...
Era il momento di scappare! Si udiva già il suono di un allarme,
possibile che già avessero notificato la loro fuga? O forse qualcuno
aveva perso tutto alla "Ruota della Fortuna"? No, quell'allarme
era per loro! Ma dove mai poteva essere l'uscita? Girarono molto e LaForge
sbatteva ad ogni angolo la testa contro il muro, ma fortunatamente alla
fine incontrarono una guardia molto gentile a un posto di blocco:
- Chiedo scusa, signora guardia, potreste
gentilmente indicarci l'uscita? Stiamo scappando un attimino...
- Sicuro! Guardi, segua l'indicazione "Exit". Arriverà
all’uscita in 10 minuti!
- Non ci sarei mai arrivato. Grazie mille!
-Si figuri!
Poi seppero che tutte le guardie del
palazzo erano membri scelti dell'accademia dei Carabinieri del Dominio
e che usavano vedere e rivedere il "Corso di perfetto Carabiniere
del Maresciallo Rocca", programma visto anche dal capitano e che probabilmente
salvò loro la vita.
Si trovarono fuori dalle prigioni, ma dovevano ancora trovare il laboratorio
segreto di Kirk! In quel dedalo di corridoi dovettero usare tutte le loro
dubbie facoltà intellettive per orientarsi, chissà quanto
tempo ci avrebbero messo se non avessero trovato l'indicazione "for
the Secret Lab" lampeggiante e quindi poterono raggiungere facilmente
il laboratorio: all'interno lo stesso Kirk stava impartendo gli ultimi
ordini alla flotta che si stava preparando all'invasione. Dovevano fermarlo!
Elaborarono un piano: per via delle 8 gambe non potevano certo travestirsi
da Dominiani (la critica li vorrebbe "mutaformi", ma l'autore
vuole ricordare che questo è un Dominio "diverso").
Così, deciso che al tre avrebbero fatto irruzione, avrebbero sconfitto
tutto l'esercito a mani nude, avrebbero salvato il mondo, riempito di botte
Kirk e soprattutto avrebbero chiesto una Playstation a Babbo Natale (sinceramente
il SNES dell'Enterprise non bastava più), ma a questo avrebbero
pensato dopo: era il momento di agire. In quegli attimi tutta la vita passò
in un momento davanti agli occhi dei quattro, ma a questo avrebbero pensato
dopo...
...da morti... UNO... DUE... TRE!!
Entrarono di sorpesa e ci fu una breve colluttazione, ma alla fine i 315
soldati scelti del dominio armati di fucili al plasma e di granate distorcenti
si arresero alla Federazione.
Ancora una volta il genio strategico di Worf aveva avuto ragione: senza
problemi catturarono i tecnici che avrebbero dovuto smolecolizzare l'equipaggio
e che decisamente non brillavano per valore, ma non Kirk che, ridendo loro
in faccia istericamente come fanno tutti i cattivi, riuscì a teletrasportarsi
a bordo dell'Ammiraglia della sua Flotta: il "Pollicino". I prigionieri
erano stranamente entusiasti:
- Ma che bel Klingoniano, che sei!
- Ma gli androidi possono... eheheh... mi capisci?
- A me piacciono gli Europei, soprattutto quelli dell'Est...
Il tecnico dell’Enterprise, che era LaForge E NON LaFroce, rifiutò
con sdegno.
Decisamente avevano a che fare con un Dominio "diverso"...
Ora dovevano comunicare con l'Enterprise: l'astronave era completamente
schermata, ma per l'androide Data non dovevano esserci problemi, si interfacciò
direttamente con la rete come C1P8 e riuscì a togliere le schermature.
In fondo il suo mestiere è quello, no? La nave era libera di agire!
- Numero Uno, qui è il comandante!
Il Numero Uno era ancora al bar a giocare a calcetto
- E' un piacere poterla sentire di nuovo, capitano. Mi dica.
- Mi stia a sentire, Uno. Adesso può manovrare la nave. Attacchi
all'istante la flotta del Dominio. Hanno rinunciato all'Enterprise, ma
è probabile che abbiano le carte stellari per raggiungere la Terra.
- Mi mancano ancora due palline…
- No, è necessario che vada ora!
- Bene Signore, mi fiondo in plancia.
Il Numero Uno però dimenticava
che in plancia c'erano ancora solo le comparse che vanno su e giù
per il ponte di comando premendo bottoni finti. E in effetti lui dava ordini,
ma le comparse continuavano tranquillamente a premere bottoni, non curandosi
di lui. Così fu costretto a fare tutto da solo: girava avanti e
indietro come una trottola, ora sui comandi delle armi, ora sulla consolle
di navigazione, ora si sedeva con quel fare diplomatico sulla poltrona
di capitano, che è sempre la più comoda, e alla fine... sparò
il primo siluro!
Capì subito il motivo per cui la Flotta del Dominio non si curava
minimamente di lui: le loro navi erano protette da una sorta di un campo
di forza (già si è detto della passione di Kirk per Indipendence
Day) invalicabile. Il colpo non andò a segno.
- Capitano, non funziona.
- Va bene, Uno, provi con un'arma più potente!
- Bene, Signore.
Provò prima con un altro siluro, ma visti i risultati, tentò
poi con una bomba di profondità "Deep Space", quindi con
una testata a deflagrazione multipla, una bomba al plasma (infetto sì,
infetto no), ma non c'era niente da fare. Alla fine una fregata del Dominio,
la "Macellaio", stanca di vedersi piovere addosso quintali di
megatoni, impostò una rotta d'attacco contro l'Enterprise.
- Capitano, la situazione in plancia
sta precipitando. E stavolta non era semplicemente la macchina per la gravità
artificiale!
- Vedo, Uno. Vedo cosa possiamo fare. Data, cosa posso fare?
- STO PENSANDO, STO PENSANDO!!! - l'androide era, se ne ignora il motivo,
stranamente incazzato. Probabilemente Picard sarebbe riuscito anche a far
incazzare un certosino.
- Capitano - intervenne LaForge, che pure aveva visto ID4 - dobbiamo esplorare
a fondo la rete!
- In che senso LaForge?
- Se riusciamo ad accedere a file protetti nella rete, possiamo scovare
i piani di progettazione delle navi del Dominio, per disabilitare temporaneamente
il campo di forza.
- E' sicuro che funzionerà, Jordi?
- Al cinema funziona. Ma per poterlo iniettare devo inserire un programma
particolare nella testa di Data: il Macrosoft Galactical Explorer 4.0
- E dove lo troviamo adesso?
- Non è un problema. Cercano di rifilartelo da tutte le parti!
- Bene, LaForge, proceda pure!
Data non si sottopose volentieri al
trattamento: mentre era interfacciato, già che c'era, era andato
a vedere i siti porno degli alieni (scoprendo tra l'altro, con una certa
invidia, che in realtà gli alieni di gambe ne hanno solo 7), ma
gli promisero che dopo avrebbe potuto continuare, quindi...
LaForge compì l'operazione in quasi mezz’ora, anche se era stato
assicurato che la procedura di installazione doveva durare pochi minuti,
dopodicchè attivò il virus.
- Fatto, capo. Ma ora è meglio
andarcene da qui!
- Numero Uno, ci teletrasporti in plancia!
Si trovarono ai piedi della Torre Eiffel.
- HO DETTO IN PLANCIA NON IN FRANCIA!
- Chiedo scusa, capo. E' che lei ha un po' la "R" orientale -
si scusò O'Brien
Il teletrasporto ri-fischiò e gli uomini si ritrovarono in plancia
- Coraggio Data, faccia il suo lavoro.
- Sì, signore. Ho trovato un probabile punto di contatto. Ecco vede?
Si tratta di un punto qui, alla base dello scafo. Se riusciamo a colpirlo
mentre il campo di forza è netraulizzato, possiamo farcela.
- Bene! Armate i siluri. Pronti a far fuo...
- No, Signore. Deve essere un colpo mirato, come quello di un phaser tascabile.
- D'accordo. Neutralizzi lo scudo, Data. Al resto ci pensiamo noi!
- Scudo neutralizzato, Signore. Abbiamo 2 minuti.
- Numero Uno, colpisca!
- Bene Signore...... (attesa molto teatrale)...... FUOCO!
Fulmineamente Worf, impugnato il phaser, abbasso il finestrino, ovviamente elettrico, e mise un braccio fuori. Doveva centrare un bersaglio largo quanto a una pallina da ping pong, ma poteva sentire dentro di sé una voce nota che diceva "Usa la forza, Worf!". Sparò il colpo!
Pif!
Il fascio di energia colpì il
bersaglio. Poi, per il noto fenomico astrofisico del birillo, il colpo
rimbalzò sulla nave affiancata e poi su quella ancora e quella ancora...
Le ultime parole che si udirono prima che il colpo colpisse l'astronave
madre furono "Houston, abbiamo un problema...", dopodicchè
la "Pollicino" si abbattè sul Pianeta stesso, che fu completamente
spazzato via. Rimasero impiedi, inspiegabilmente, solo le palme (e con
questa abbiamo terminato le citazioni da ID4), di Kirk nessuna traccia,
l'Enterprise miracolosamente illesa: una trovata cui nemmeno gli sceneggiatori
di "Un mondo Perduto" avrebbero avuto lo stomaco di proporre
al pubblico!
In plancia tiepidi entusiasmi. Worf si affrettò a dare un ordine
al computer:
- Computer, alzare finestrino a velocità impulso!
Un colpo! Un solo colpo! Neanche gli
Astrorobot avrebbero potuto tanto! Anche se loro avevano la mazza ferrata
nucleare…
Quello che una volta era stato il C.I.D., e che tanta pena aveva dato ai
ragazzi in età di patente, ma soprattutto a quei pochi eroi della
Federazione, era ridotto in una miriade di frammenti dalle dimensioni microscopiche.
Un alta missione eroica che l'equipaggio dell'Enterpise aveva risolto con
la solita diplomazia. Era tempo di lasciare il quadrante Gamma:
- Signor Data. Rotta verso casa!
Ma specificando soltando "casa" Data impostò una rotta che conduceva a casa sua dall'altro lato della Galassia e siccome nessuna gli aveva spiegato che esisteva il tunnel spaziale... ne ebbero per sei mesi.
Epilogo
Uno strano messaggio sub-spaziale (probabilmente veniva dal fondo dell'Oceano spaziale) turbò gli animi dell'equipaggio ancora festante. Non fu dato loro di sapere nulla, ma il volto lugubre e paciocco di Johan Texilio Kirk li stava guardando e rideva... un oscuro presagio?
FINE
siamo andati là dove
nessun uomo ha mai avuto lo stomaco di andare prima...
e forse ci siamo spinti anche oltre...
fino all'Intestino...
ma ci saremo andati sul serio?